La parte principale della spedizione si è conclusa: il Windsled è stato smontato e il team ha riportato l’attrezzatura e i campioni di ghiaccio al sicuro. Ma Ramón, Enrico e Felipe sono già in avanscoperta per la prossima missione.
Come riportato nell’ultimo aggiornamento di Enrico Gianoli, il team di SOS Arctic – Windsled 2024 è giunto a destinazione. Dopo qualche giorno di attesa e di vento avverso, la grande slitta ispirata agli Inuit ha percorso gli ultimi 200km di viaggio in un solo giorno.
Arrivati a destinazione, la slitta è stata smontata e la maggior parte del team ha atteso l’elicottero per riportare tutto a Upernavik, mentre Ramón, Enrico e Felipe hanno creato un mini Windsled e sono partiti in avanscoperta per preparare la prossima missione, prevista l’anno prossimo, con l’obiettivo di eliminare ogni uso di veicoli a emissioni anche nell’organizzazione e nel trasporto dell’attrezzatura. Come l’elicottero.
Giovedì scorso, il “Mini Sled Team” ha fatto buoni progressi in una lunga giornata durata molte ore. Sono riusciti a percorrere circa 48 km, che sommati ai 16 km del giorno precedente ammontano a quasi 65 km. Si stanno spostando un po’ più a nord di quanto ci aspettassimo, seguendo il terreno più favorevole.
Nel frattempo il Windsled Team ha dovuto aspettare che il tempo migliorasse, dato che i voli di elicottero sono stati cancellati. Il tempo era abbastanza buono nella calotta glaciale, ma le zone più basse dei fiordi e di Upernavik avevano problemi di visibilità e si stava già facendo molto tardi in attesa di condizioni migliori.
Poi, finalmente, sabato pomeriggio è tornato il sereno, almeno per poco. Marcus, Bo e Roberto, insieme a parte del cargo, hanno volato su un primo volo, mentre Aka e JJ su un secondo volo effettuato in fretta, poiché le condizioni meteorologiche stavano nuovamente peggiorando. Alle 19:00, ora della Groenlandia, i cinque erano già a Upernavik.
I campioni glaciali sono stati temporaneamente conservati nel frigorifero del porto, e da lì verrà organizzata la spedizione ai laboratori di destinazione. Cinque membri della spedizione ora riposano a Upernavik, finalmente in un letto caldo e dopo una meritata doccia.
Ma riportiamo ora il messaggio di Enrico Gianoli, con gli ultimi aggiornamenti dal “Mini Windsled Team”.
N 73° 16′ 55.686″ W 54° 41′ 8.574″. Altitudine: 620,70 m
8.6.2024. Il nostro mini windsled, alla fine, ha funzionato alla perfezione. Dopo aver percorso ben 105 km, ieri siamo entrati nella zona dove il ghiacciaio inizia ad essere più vivo e a presentare più crepe e crepacci. Abbiamo quindi smontato la nostra scialuppa e posto gli sci ai piedi, trainando ognuno di noi uno slittino con l’equipaggiamento necessario per la traversata.
Percorrere lunghe distanze nel plateau può essere molto disorientante. La scarsa quantità di punti di riferimento inganna l’occhio in maniera sorprendente; l’ombra di una nuvola può far sembrare che ci sia una salita o una discesa dove, in realtà, la distesa continua perfettamente in piano.
O, al contrario, può mascherare un cambio di pendenza. Se ci si concentra sui grandi punti all’orizzonte, come il massiccio di montagne che possiamo vedere a una ventina di chilometri e a cui stiamo ora puntando, si può camminare ore e credere di essere fermi esattamente nello stesso punto, come su un tapis roulant invisibile: a sinistra sempre lo stesso crepaccio in lontananza; nello stesso punto, a destra la stessa increspatura; dietro, la collina sempre alla stessa distanza.
È uno spettacolo visivo impressionante. L’unico modo per non farsi scoraggiare, è concentrarsi sulle piccole increspature nella neve di fronte a sé, e ottenere così una sensazione di progressione. Oggi percorreremo gli ultimi chilometri che ci separano dalla terra e proveremo a trovare un passaggio attraverso un nunatak al fianco del massiccio di cui parlavo prima.
Un territorio, almeno a memoria d’uomo, mai esplorato prima d’ora. Per quanto riguarda il resto del gruppo, dopo aver aspettato per quattro giorni, finalmente, sono stati caricati dall’elicottero che ieri li ha portati a Upernavik. Un lunga e inaspettata attesa che conferma ulteriormente l’importanza di sviluppare un sistema di logistica che eviti il più possibile l’uso dell’elicottero e passi per via di terra, in modo da garantire una flessibilità molto maggiore.
Mentre il resto dei nostri compagni può finalmente godere di un bagno e di un letto, il nostro viaggio continua. Contiamo di unirci a loro in un paio di giorni.
Enrico Gianoli
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