Credits: European Commission
La rubrica settimanale da Bruxelles che racconta le tre notizie principali degli ultimi giorni dal cuore dell’Unione Europea. Il punto a cento giorni dalla nascita della nuova commissione di Ursula Von der Leyen, con nuovi piani per il settore automobilistico e l’industria.
Il settore dell’automotive è notoriamente uno di quelli che pongono le sfide maggiori sulla via della decarbonizzazione e di una transizione ecologica che sia giusta anche sul piano sociale. Tra le diverse iniziative avanzate dalla Commissione Europea nei primi cento giorni del secondo mandato di Ursula Von der Leyen spicca dunque il “Dialogo Strategico sul Futuro dell’Industria Automotive Europea”.
Sulla base di questo processo collaborativo, la Commissione ha prodotto un Piano Industriale d’Azione e una Comunicazione sulla Decarbonizzazione delle Flotte Aziendali in cui si delineano una serie di strumenti e decisioni finalizzate a mantenere fede ai target di riduzione delle emissioni del settore “con un approccio pragmatico e flessibile”. Il piano affronta temi chiave quali l’accelerazione di tecnologie avanzate, lo sviluppo di una filiera europea competitiva per la produzione di celle per veicoli a batteria, e le modifiche al Regolamento sugli Standard di CO2 per automobili e van.
L’attesissimo Clean Industrial Deal, promesso da Ursula Von der Leyen come nuova bussola per la rotta politica dell’Unione Europea verso competitività e prosperità, è stato presentato a fine febbraio. Il Patto si accompagna a una serie di azioni (che hanno sollevato diversi dubbi) finalizzate alla semplificazione dei requisiti di rendicontazione e “due diligence” per le aziende europee, oltre all’allentamento del Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM).
Il pacchetto si concentra principalmente sui settori definiti “ad alta intensità energetica”, che richiedono maggiore supporto per affrontare la transizione, e sulle tecnologie pulite come motore chiave degli obiettivi di crescita e trasformazione industriale. Nel breve termine, il Clean Industrial Deal dovrebbe mobilitare €100 miliardi per creare filiere di produzione europee pulite.
La World Meteorological Organization (WMO) ha pubblicato la sua diagnosi annuale sullo Stato del Clima Globale per il 2024. Lo scorso anno è stato ormai certificato come il più caldo registrato in 175 anni di osservazioni, con una temperatura superficiale media globale circa 1.55°C più alta della media 1850-1900. Come la comunità scientifica ripete ormai da tempo, il drastico aumento delle temperature è collegato agli enormi danni umani ed economici causati dagli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e intensi.
Secondo il report, almeno 152 eventi estremi senza precedenti si sono verificati nel 2024, di cui quasi la metà hanno colpito l’Europa dove 26,800 persone hanno dovuto lasciare le proprie case, 5,600 sono state ferite e 111 hanno perso la vita. Le ondate di calore che hanno colpito la Norvegia così come le piogge record che hanno colpito molte aree della Lombardia e le inondazioni che hanno afflitto il Nord Italia sono solo alcuni esempi di queste tragedie—umane, economiche, ambientali negli impatti e profondamente politiche nelle cause.
Annalisa Gozzi
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