A pian dell’Alpe, sopra Sestriere, va in scena l’esercitazione militare “Volpe Bianca”, per addestrare le truppe italiane a un potenziale conflitto artico.
Oltre 400 unità coinvolte, tra aerei, elicotteri, mezzi e uomini per l’esercitazione degli Alpini “Winter Resolve“, nel contesto della più ampia “Volpe Bianca 2024“. Con un unico obiettivo: addestrare le truppe italiane a un potenziale conflitto nel teatro artico.
La giornata di addestramento, a cui abbiamo potuto assistere dal vivo, inizia presto. L’appuntamento è alle 8.30 nel centro di Sestriere, località nota soltanto per le settimane bianche. Solo che qui di neve ce n’è ben poca, per essere fine gennaio. E lo straniamento sull’addestramento “artico” si fa sentire. Questa prima fase esercitativa vede un Gruppo Tattico del 2° Reggimento Alpini addestrarsi nel combattimento in montagna, in un contesto caratterizzato da condizioni ambientali e meteorologiche estreme, nell’area dell’alta Val di Susa e dell’alta Val Chisone.
A fare gli onori alla giornata, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Cavo Dragone, e il Generale Figliuolo, oggi al vertice del Comando operativo di vertice interforze dello stato maggiore della difesa. Il Generale Ignazio Gamba, Comandante delle Truppe Alpine, illustra brevemente la giornata nel dettaglio. Soffermandoci sul perché siamo qui, perché anche l’Italia si prepara a un potenziale conflitto bellico nel gelo artico.
Da qualche anno l’Italia organizza diverse attività militari di training su questo specifico ambito. Niente di nuovo, in realtà, visto che anche durante la Guerra Fredda si inviavano le truppe alpine in Norvegia. Ma lo scenario è cambiato.
“Dobbiamo renderci conto che siamo in una nuova fase, per la quale non sembra che il nostro Paese si sia ancora attrezzato”, ci dice Gamba, dopo aver illustrato alle decine di militari italiani ed esteri la giornata. “Siamo in una nuova fase, e non possiamo non considerare tutti gli aspetti. Ma come Alpini siamo già su tanti e diversi fronti. Alcune nostre unità sbarcano domani in Libano per subentrare nella missione Unifil, e tra l’Operazione Strade Sicure e altre iniziative di carattere civile, i numeri non ci consentono certamente di fare tutto ciò che vorremmo”.
Numeri non solo in termini di personale, ma anche economico? “Le risorse sono poche, ma dobbiamo trovare una soluzione. Se investiamo anche in ambiti come quello artico, dobbiamo avere a disposizione strumenti e mezzi adeguati, che al momento non abbiamo”.
“Questa esercitazione non sarà grande, in termini di personale coinvolto”, prosegue Gamba, “e buona parte dei mezzi della brigata taurinense che è specifica su questo ambito artico, è già in movimento via nave in direzione della Norvegia. A febbraio infatti affiancheremo le truppe alleate per “Nordic Response”, training militare artico da oltre 20.000 unità che si inserisce a sua volta nella più ampia “Steadfast Defender 2024”, in grado di muovere fino a 90.000 uomini di 32 Paesi della NATO”.
E cosa pensa delle parole del Capo delle Forze Armate norvegesi, secondo cui abbiamo una finestra di circa tre anni per recuperare il terreno perduto, a livello militare, prima di un conflitto con la Russia? “Nessuno di noi ha la sfera di cristallo, e diffido anche da chi vede per forza una guerra prossima ventura. Il primo passo è la deterrenza, che sia ampia e profonda. Dobbiamo dimostrare unità d’intenti e una forte capacità di risposta militare. Credo sia la migliore opzione sul tavolo”.
L’atmosfera che prelude a “Volpe Bianca 2024” è rilassata tra gli uomini (e le donne, poche) che compongono il gruppo di militari che assistono all’esercitazione. L’età media, riferiscono altre fonti dell’Esercito, non cambia da altri reparti: circa 40 anni. Un problema per un Paese che cerca di guardare a un nuovo mondo con conflitti di diverse scale su tanti teatri. Dai deserti alle città costiere del Mediterraneo, dalle dimensioni cyber ai boschi del Nord Europa.
A partecipare a “Volpe Bianca” anche alcuni soldati francesi e un plotone di cacciatori rumeni, mentre a osservare i movimenti delle truppe italiane – salite con un Chinook CH-47 a Pian dell’Alpe – ci sono soldati americani, turchi, cechi. “Non siamo parte di questa attività anche perché non abbiamo una specificità operativa sui teatri artici”, ci dice uno di loro. “Ma chiaramente siamo molto interessati a migliorare le operazioni in contesto nevoso”.
Ed essendo il 2024, c’è spazio anche per la sostenibilità. Gli spazi utilizzati per Volpe Bianca sono molto ben recensiti per escursioni e passeggiate. “Gli uomini e i pezzi d’artiglieria oggi spareranno a salve, e ogni soldato ha una speciale sacchetta vicino al fucile per raccogliere i bossoli, favorendo la pulizia dell’area”. I tempi sono cambiati, dipenderà capire bene fino a quale livello.
Leonardo Parigi
Osservatorio Artico © Tutti i diritti riservati
L'Ambasciatore Agostino Pinna, diplomatico italiano di grande esperienza, è stato nominato nuovo Inviato Speciale Italiano…
Gli Stati Uniti, leader globale nella proiezione di potenza, faticano a mantenere una presenza credibile…
Northrop Grumman ha completato l’attivazione dei satelliti ASBM con payload EPS-R, garantendo per la prima…
L'uso controverso del test FKU continua a penalizzare i genitori groenlandesi, riaprendo ferite storiche e…
Il Regno Unito sta investendo nelle sue capacità di difesa nell’Artico grazie ai Royal Marines,…
La cultura della pastorizia norvegese diventa patrimonio dell'umanità immateriale, allargando la presenza di Oslo nella…