La guerra in Ucraina e la pressione dei fuggitivi dalla coscrizione di Mosca, la relazione con il vicino russo, la missione della stampa. Racconti e voci di Helsinki, all’alba della nuova era nella NATO.
“La richiesta della Finlandia di entrare nella NATO è una notizia storica, e ha avuto un impatto dirompente sulla società”. Mikko Salo, fondatore del più celebre sito di debunking europeo, Faktabaari, ha un morbido sorriso, e non si nega anche a domande più particolari. Ma quando lo incontriamo, in quell’arca di Noè che è la Oodi Library di Helsinki, vuole che sia chiaro un punto della questione: “Siamo pronti a uno scontro con la Russia, da sempre”.
Le prime settimane dell’autunno regalano alla capitale finlandese un’atmosfera già natalizia. Ma l’aria che si respira puzza di preoccupazione. Forse è più la suggestione del fatto che il confine russo sia a due ore di autostrada, perché nessuno appare particolarmente impaurito. “Solo poche settimane prima dell’aggressione russa all’Ucraina, i sondaggi dicevano che oltre il 60% della popolazione finlandese non volesse entrare nell’Alleanza Atlantica”, racconta Salo. “Ma la situazione è cambiata rapidamente. Carpe diem, come si suol dire”.
“Nel nostro Paese la leva militare è ancora una realtà, dovuta principalmente alla nostra storia di confronto con la Russia. Chiaramente non ci aspettiamo che davvero i russi possano invadere la Finlandia, ma se c’è una cosa che ci ha insegnato questa vicenda è che non si può essere mai sicuri. Rispetto al passato, non possiamo dirci totalmente al sicuro in questo contesto. E l’avvio del processo di integrazione nella NATO viene da sé”.
Mentre Helsinki si appresta a costruire alcuni chilometri di fortificazione del suo confine con la Russia, visto che si estende per oltre 1340 chilometri di cui molti tra i boschi, la storia nazionale ci fa capire più da vicino le sensazioni dei finlandesi. La Guerra d’Inverno fu solo l’ultimo dei confronti bellici tra le due nazioni, combattuta tra Finlandia e Unione Sovietica tra il Novembre 1939 e il Marzo 1940.
Furono oltre 25.000 i finlandesi che persero la vita nei quattro mesi di guerra con l’Unione Sovietica. Guerra che si chiuse con la consegna di circa il 10% del territorio a Mosca. Le ostilità ripresero nel 1941, con quella che i finlandesi chiamano la Guerra di Continuazione.
Questa volta la Finlandia combattè l’URSS come co-belligerante della Germania, ricevendo aiuti e assistenza da Berlino fino all’armistizio con Mosca, all’inizio dell’autunno del 1944. Secondo i termini di quell’accordo, la Finlandia entrò in un terzo conflitto, la guerra di Lapponia del 1944-1945 per scacciare le forze naziste tedesche dal territorio finlandese.
Dopo 80 anni, la Finlandia, con i suoi cinque milioni di abitanti, si trova a fronteggiare un’epoca diversa, ma con forti similitudini. “Il momento storico che viviamo è unico, anche perché da una decisione come questa è difficile tornare indietro”, riflette Rasmus Hindren, Head of International Relations dell’Hybrid CoE (The European Centre of Excellence for Countering Hybrid Threats).
“Il nostro centro ha la particolarità di essere focalizzato sulle minacce ibride, il che vuol dire molte cose. Per anni ci siamo focalizzati sulle risposte e sul riconoscimento delle fake news, prevalentemente da parte russa, ma anche su ciò che potevano essere attacchi cyber. Oggi questo lavoro prosegue, ma dobbiamo guardarlo anche con un’ottica più ampia.
Cosa succederebbe infatti se un attacco hacker dovesse colpire le infrastrutture energetiche? E cosa accadrebbe se dovessero esserci falle nei sistemi di sicurezza di una rompighiaccio, o delle pipeline del gas? Ormai una minaccia è tale con una tale ampiezza da doverci far riflettere non soltanto sulla difesa delle strutture, ma anche sull’avere una visione olistica del confronto con Mosca”.
Suomenlinna è uno dei luoghi da visitare per forza, quando ci si trova a Helsinki. Specie in questa stagione, quando il freddo pungente è ancora accettabile, e il rosso delle foglie colora il terreno. La fortezza, edificata su un arcipelago di sei isolotti a circa 15 minuti di traghetto dal centro della capitale, fu voluta dal governo svedese nel 1748 per rispondere alla crescente minaccia espansionistica russa.
Nel 1788 Suomenlinna venne utilizzata come base militare per la guerra russo.-svedese sotto re Gustavo III, ma nel 1808 la fortezza si arrese al nemico senza sparare neanche un colpo. Casematte, caserme, cantieri navali e cannoni passarono semplicemente di mano, intonsi. Un’eventualità che oggi, forte di uno degli eserciti più preparati e militarmente equipaggiati d’Europa, Helsinki non ha intenzione di replicare.
Leonardo Parigi
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