L’Agenzia amministrativa regionale della Lapponia finlandese (Avi) ha messo sotto esame la situazione dei lavoratori stranieri nella regione. Condizioni di sicurezza insufficienti, incidenti frequenti e salari sottodimensionati.
A inizio luglio le proteste di strada scoppiate a Barcellona avevano soffiato sul fuoco, già vivace, del dibattito relativo all’insostenibilità del turismo di massa. Circa un mese più tardi si sono diffuse le immagini di una Santorini letteralmente inondata di turisti. Flussi ormai ingestibili e che inficiano la qualità della vita dei cittadini residenti. Questo è un lato dell’insostenibilità sociale del turismo eccessivo.
C’è un altro lato. Quello della qualità di vita dei lavoratori del settore, che spesso rimane in ombra, talvolta nascondendo agli occhi entusiasti dei visitatori delle situazioni al limite dello sfruttamento.
Tale lato è venuto nuovamente alla luce in Lapponia, grazie a un’inchiesta condotta dall’agenzia amministrativa regionale finlandese (Avi) che ha interessato 17 compagnie turistiche della regione, e che ha evidenziato gravi violazioni dei diritti dei lavoratori stagionali stranieri.
L’investigazione dell’Avi ha disegnato un quadro di carenze e problematiche sistemiche, un quadro in cui poter risignificare episodi singoli come il fatale incidente in motoslitta, in cui una guida straniera impiegata dalla Nordic Unique Travels ha perso la vita lo scorso febbraio.
Allora, alcuni colleghi della giovane donna intervistati da Yle News, avevano denunciato turni eccessivamente lunghi durante i picchi stagionali, con conseguente aumento della probabilità di incidenti, la mancanza di adeguata formazione alla guida nelle difficili condizioni metereologiche e lo stato fatiscente di molti veicoli impiegati dalle compagnie.
Niente di scioccante dopo le testimonianze anonime rilasciate a Yle News già nel 2023, secondo cui lo sfruttamento dei lavoratori stranieri nel settore turistico della Lapponia era di fatto un “segreto di Pulcinella”. La compagnia, tuttavia, aveva respinto le accuse dei lavoratori sottolineando l’eccezionalità e la volontarietà dei turni extra-lunghi.
Con quest’ultima inchiesta dell’Avi, non sono arrivate novità, semmai ulteriori conferme di un problema profondo e diffuso. Straordinari e turni domenicali non pagati, contratti poco chiari per gli impiegati stranieri o addirittura assenti, turni sregolati che almeno in un caso sono arrivati fino a 160 ore in tre settimane, e riposo spesso minimo.
Le immagini fiabesche della terra delle slitte trainate da husky e delle renne fanno registrare ogni anno più di due milioni di pernottamenti solo nell’area finlandese della Lapponia, un numero che è duplicato in appena un decennio. Nel 2022, il settore turistico è arrivato a rappresentare il 5,7% del PIL regionale.
Insomma, un settore strategico il cui successo dipende anche dalla preservazione dell’aria più pulita del mondo e dei paesaggi unici di queste terre remote. Ciò spiega la volontà, almeno formale, di promuovere un turismo votato alla sostenibilità e alla responsabilità nei confronti dell’ambiente.
A oggi è per lo più ignorata, a beneficio di un turismo intensivo stagionale basato sulla vendita ingannevole, ai turisti e ai giovani lavoratori stranieri, di un prodotto perfetto.
A beneficiare alla fine sono per lo più i primi. Secondo Maria Hakkarainen, docente di Studi Turistici presso l’Università della Lapponia, nel settore turistico finlandese si è diffusa, infatti, una “cultura dell’elevazione dell’esperienza del visitatore sopra i diritti del lavoratore”.
Nel 2023 la Service Union United PAM si è rivolta al governo finlandese per chiedere una riforma delle leggi sul lavoro che tuteli maggiormente gli impiegati e punisca severamente chi viola ripetutamente le condizioni degli accordi collettivi. L’Avi dal canto suo, continua a investigare sulla situazione e ha introdotto diverse risorse per informare chiaramente i lavoratori dei propri diritti e di come farli valere. Vedremo come andrà la prossima stagione invernale.
Annalisa Gozzi
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