Il gigante minerario Nornickel finanzierà per intero la costruzione di Tuchard, un nuovo villaggio sulla Penisola del Tajmyr, nell’estremo Nord del Territorio russo di Krasnojarsk.
Il richiamo della miniera
Noril’sk è una città artica russa di circa 180mila abitanti, la seconda più popolosa a nord del Circolo Polare Artico dopo Murmansk. Sorge sulla Penisola del Tajmyr, una propaggine della Siberia che si estende verso il Polo Nord, il cui sottosuolo è ricchissimo di risorse minerali.
Noril’sk è una città chiusa. I russi stessi che non vi risiedono non possono infatti visitarla senza un permesso speciale fornito dal FSB, il servizio federale di sicurezza erede del KGB. Ciò è motivato dalla ricchezza del sottosuolo e dell’importanza strategica delle risorse, e delle industrie della città e dei villaggi che la circondano.
Nornickel, il gigante minerario che detiene il pressoché assoluto monopolio dell’estrazione delle risorse sul territorio, produce infatti il 15% del nichel e il 40% del palladio mondiale, ricoprendo, in entrambi i casi, la posizione di primo produttore a livello internazionale.
Le miniere e gli impianti di Nornickel rendono Noril’sk una monogorod, ossia una città che ruota interamente intorno a una sola industria, dalla quale dipende la propria sopravvivenza. Per questa ragione, Nornickel acquisisce un’importanza fondamentale per gli abitanti della città: i cittadini di Noril’sk sopravvivono grazie a Nornickel e viceversa, in un rapporto quasi simbiotico.
Il villaggio di Tuchard
Non deve quindi stupire che sia Nornickel stessa ad avere l’intenzione di “sviluppare un nuovo insediamento nel Tajmyr”. Il “vecchio” Tuchard, un’altra piccola monogorod, era stato costruito per ospitare gli operai di Noril’skgazprom, una succursale di Nornickel.
Nelle vicinanze del villaggio si trovano infatti giacimenti di gas naturale, tanto che “Tuchard” – nella lingua degli indigeni che popolano la regione – ha il significato letterale di “luogo dove si estrae il fuoco”. Con la caduta dell’URSS, però, il villaggio, che sotto il socialismo poteva vantare diversi negozi, una clinica e un porto di tutto rispetto per accogliere i pescherecci nella stagione estiva, è oggi quasi in rovina.
Secondo una legge di recente approvazione, Tuchard è venuto per di più a trovarsi all’interno di una cosiddetta “zona di protezione sanitaria”. Non è quindi più consentito l’insediamento permanente nelle pericolose vicinanze degli impianti di lavorazione del gas, e gli indigeni Nenezi che negli ultimi decenni si erano stabiliti a Tuchard saranno costretti ad abbandonarlo presto.
Nornickel, di sua iniziativa, ha quindi avviato un progetto per la fondazione di un nuovo, moderno Tuchard, in un luogo sicuro. Ed è interessante la mossa dell’azienda di giustificare questa azione citando addirittura l’Organizzazione delle Nazioni Unite e le sue norme relative al rispetto dei diritti delle popolazioni indigene (!).
Il coinvolgimento della popolazione e la progettazione
Sono ora in atto indagini che, attraverso la tipica metodologia dell’indagine sociale (per esempio attraverso interviste individuali e riunioni collettive con gli abitanti del villaggio) mirano a costruire un abitato a misura di pastore di renne.
Gli esperti di affari indigeni (con il ruolo di mediatori) e i rappresentanti della compagnia mineraria hanno lavorato insieme ai portavoce dei cittadini per capire a fondo le necessità e le opinioni della popolazione. E i circa mille abitanti attuali (anche se molti pastori di renne, i quali trascorrono buona parte dell’anno nella tundra, sono stati difficili da raggiungere) hanno stabilito il luogo sul quale dovrà sorgere l’insediamento, scegliendo di quali strutture sarà dotato il nuovo Tuchard: una scuola, un asilo, una Casa della Cultura, una stazione di polizia, una farmacia e una chiesa.
A queste si aggiungeranno una centrale termica, forniture e impianti di produzione di energia elettrica, costruiti attraverso l’impiego di tecnologie innovative, che permetteranno loro di resistere al gelo estremo della Siberia. Lo studio è in avanzata fase di progettazione, tanto che già si prevedono le dimensioni degli appartamenti che andranno ad accogliere gli abitanti.
I problemi della nuova cittadina
Ma nel corso dell’indagine sono emersi anche diversi problemi, soprattutto legati allo stile di vita degli indigeni, che sono stati oggetto di contrattazione. Ci sono luoghi nei quali a questi è proibito vivere, a causa della prossimità dei cimiteri degli antenati. O ancora: i pesci che secondo la tradizione dei Nenezi non è permesso cucinare e consumare, abbondano nelle acque dei fiumi vicini, ma le leggi federali impediscono la cattura delle specie delle quali è loro tradizionalmente consentito cibarsi.
Nornickel – e non il governo federale – ha deciso di trovare la soluzione di questa situazione, riuscendo a ottenere concessioni per gli indigeni e promettendo ulteriori risarcimenti. L’impresa, a sue spese, costruirà un villaggio dal nulla, ascoltando la popolazione e assecondandone i desideri: il programma di reinsediamento dovrà infatti strettamente coinvolgere in tutto il suo processo gli abitanti del villaggio.
Le consultazioni per le scelte architettoniche e infrastrutturali si sono quasi concluse, e a giugno di quest’anno il progetto finale sarà presentato alla popolazione. Si prevede che il nuovo Tuchard sarà pronto nel 2026.
Tommaso Bontempi
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