Una lunga eredità culturale consegna alla Groenlandia di oggi un grande e profondo fascino. Un breve viaggio nelle sue più note tradizioni popolari.
È difficile rimanere impassibili davanti alle esibizioni dell’eredità culturale groenlandese, che avevano e mantengono tutt’ora la funzione di creare coesione sociale e riunire la comunità grazie ad un tuffo negli originari miti e riti groenlandesi.
Queste tradizioni hanno radici in rituali sociali, culturali e spirituali che risalgono a migliaia di anni fa, le quali fondano le dinamiche sociali e la storia culturale della Groenlandia. Pensiamo ad esempio all’Uaajeerneq, la danza in maschera groenlandese.
L’Uaajeerneq è una parte molto importante della cultura tradizionale dell’Isola, ma come molte altre tradizioni ha subito una sostanziosa evoluzione nel corso dei secoli. Questa tradizione è antica di secoli, e originariamente era affidata all’Angakkoq, lo sciamano.
Lo sciamano utilizzava la danza in maschera per nascondere la propria identità agli spiriti durante il contatto con il loro mondo. Infatti per camuffarsi, durante i rituali, venivano utilizzati fuliggine per colorare il volto e un osso per deformare la bocca.
La danza, con il passare del tempo, divenne anche una forma di intrattenimento nelle lunghe e fredde notti invernali, ed è stata anche utilizzata per spaventare i bambini e prepararli all’eventualità di un futuro inquietante. Quando però la Groenlandia fu colonizzata la danza venne proibita in nome del cristianesimo, ma la tradizione venne mantenuta e praticata in segreto per anni, nell’estremo Nord del paese e nella Groenlandia occidentale.
Ad oggi, la danza è ancora praticata sulla costa occidentale della Groenlandia e grazie al Tuukkaq Theater. A partire dagli anni ’70 è stata ulteriormente recuperata e in parte reinterpretata in chiave moderna, in quella che ora è la forma più conosciuta e praticata di danza in maschera groenlandese.
I ballerini che eseguono la danza decidono autonomamente come creare la propria maschera, decidono come posizionare i colori sul volto, che oggetti tenere in bocca e come avvolgersi il capo. Il tutto con lo scopo di essere il meno riconoscibili possibile.
I colori utilizzati per creare la maschera sono il nero, il bianco e il rosso, e tutti custodiscono una propria simbologia. Il nero simboleggia il mondo spirituale, mistico e magico che non siamo in grado di vedere. Il rosso può simboleggiare il sangue, l’amore ed il temperamento, mentre il bianco è invece il simbolo di purezza e rispetto per gli antenati.
Le maschere, a seconda di dove e come il ballerino decide di posizionare i colori, assumono a loro volta un ampio e diversificato simbolismo. Per esempio, se viene utilizzato molto rosso, soprattutto sulle guance, questa maschera può assumere connotazioni sessuali.
Esistono poi molti modi per eseguire la danza, ma in generale i danzatori si fanno strada attraverso il pubblico, facendo movimenti con il loro corpo allo scopo di evocare immagini fisiche che possono essere divertenti, grottesche, distorte o bestiali.
Come la danza in maschera, anche la danza del tamburo ha un profondo significato sociale, religioso e culturale. La danza del tamburo, in passato, veniva utilizzata in diversi contesti sociali per esempio durante le cerimonie spirituali, o anche come mezzo di intrattenimento.
Veniva inoltre utilizzata per risolvere controversie tra la popolazione, esortando le persone coinvolte nella lite ad inserire nel testo la motivazione del loro scontento. Come per la danza in maschera, anche quella del tamburo venne quasi cancellata durante il periodo della colonizzazione, ma anche questa riuscì a sopravvivere e a essere tramandata fino ai giorni nostri.
Oggi la danza viene eseguita con un tamburo a cornice, il qilaat, mentre le canzoni che accompagnano la danza vengono tramandate da generazione in generazione. Alcune canzoni sono racconti mitologici altre storie di persone o animali.
Bisogna però ricordare che nel mondo moderno le tradizioni sono nuovamente a rischio. Infatti queste tendono a scomparire e ad affievolirsi lasciando spazio a una tipologia di comunicazione più semplice, uniforme a rischio standardizzazione.
E questo anche a causa dei mutamenti economico-sociali e della maggiore influenza e penetrazione della cultura e degli stili di vita occidentali. Per questo motivo ogni popolo dovrebbe essere esortato a portare avanti e celebrare le proprie.
Giulia Sacchi
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