Recenti mappature del Servizio Geologico nazionale evidenziano il tesoro di terre rare svedesi.
Un tesoro sottoterra
Il Servizio geologico svedese (SGU, Sveriges Geologiska Undersökning) è l’autorità competente per le questioni relative alle rocce, al suolo e alle acque sotterranee in Svezia. Dal 2023 l’ente conduce un lavoro di mappatura nello Småland nord-orientale e nell’Östergötland sud-orientale, nell’ambito di una più generale missione governativa di indagine mineraria.
Il progetto sulle coste dello Småland, all’altezza della più famosa isola di Gotland, è suddiviso in tre sottoaree: Skrikerum, avviato nel 2023, Västervik (2024), e Åtvidaberg, la cui partenza è prevista per il 2025 o il 2026. Il responsabile è il geologo statale Alexander Lewerentz.
Le analisi dei rilievi confermano la presenza già nota, e in alcuni casi del tutto nuova, di metalli critici, tra cui terre rare, rame, fosfati, uranio, vanadio, cromo, torio, titanio, manganese e zirconio.
I risultati della mappatura
Skrikerum. Dalla mineralizzazione di ferro (magnetite) del sito di Skårsjö si sono evinti cospicui livelli di metalli pesanti delle terre rare (da Gd a Lu) e ittrio, per un totale di 433 ppm, di cui 280 ppm di ittrio.
Åtvidaberg. Sono note mineralizzazioni di rame. Tuttavia, la maggior parte non è stata sottoposta a campionamento e analisi utilizzando metodi aggiornati. Come sopra accennato, si prevede che i lavori inizino nel 2025 o 2026.
Västervik. Gli esiti dell’esame dell’inventario dei depositi minerali conosciuti (disponibili nel database Rock Chemistry della SGU) mostrano livelli elevati, e a volte alti, di (valori massimi tra parentesi) terre rare (14,5%), fosfato (7,98%), torio (4,15%), rame (4,09%), titanio (2,73%), manganese (0,63%), uranio (0,40%), zirconio (0,31%), piombo (0,18%), vanadio (708 ppm), tungsteno (627 ppm), cromo (755 ppm), cobalto (373 ppm), bismuto (237 ppm) e oro (0,47 ppm).
L’Istituto scientifico è ora in grado di rivelare l’esistenza di terre rare (14,5% REE+Ittrio) finora completamente sconosciuta, a Öbälen, circa quaranta chilometri a sud di Olserum, che vanta concentrazioni simili.
Ebba Busch (a sinistra), Ministro dell’Energia e delle Imprese, e Sara Modig, Segretario di Stato incaricato degli Affari Economici (foto: Elima Mwinyipembe/Ufficio governativo)
La missione dell’SGU
Nei prossimi anni saranno effettuati importanti investimenti per indagare il substrato roccioso con potenziale di giacimenti di metalli e minerali in Svezia.
Gli stanziamenti amministrativi della SGU sono stati aumentati in modo permanente dal 2024. Di questi, 45 milioni all’anno (corrispondenti a 4 milioni di Euro), nel periodo 2025-2027, saranno spesi oltre che per la ricerca geologica anche per sviluppare delle moderne tecnologie atte allo scopo.
L’incarico va di pari passo con il nuovo regolamento UE Critical Raw Materials Act e rappresenta il contributo della SGU nella value chain per garantire l’accesso alle materie prime critiche e strategiche.
La Svezia ha un grande potenziale per l’estrazione di metalli che svolgono un ruolo fondamentale nei processi industriali europei. Tuttavia, “Il sottosuolo svedese è attualmente poco esplorato”, ha affermato il ministro dell’Energia e delle Imprese Ebba Busch, che proprio in questi giorni è stata in visita in Italia.
Attraverso questo mandato, il governo svedese sta realizzando il più grande investimento minerario degli ultimi decenni, nell’ottica di rafforzare l’esplorazione e ponendo le basi per la creazione di catene del valore e di approvvigionamento per le materie prime critiche sicure. Sempre con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale.
Marco Leone
Osservatorio Artico © Tutti i diritti riservati