Scienza

Come la tecnologia sta aiutando le ricerche nell’Artico

Tecnologia all’avanguardia e ricerca si incontrano nell’Artico per comprendere meglio i cambiamenti climatici globali.

Studiare l’Artico

Da sempre, lo studio del territorio Artico risulta essere fondamentale per analizzare e comprendere i fenomeni climatici globali. Nonostante le temperature estreme, l’area è continuamente monitorata da operatori da tutto il mondo, tra cui moltissimi italiani. Questi sono disposti in punti di osservazione, stazioni meteorologiche o navi rompighiaccio.

Inutile dire che il progresso tecnologico degli ultimi anni ha dato enorme slancio alle ricerche scientifiche nell’Artico, facilitando ad esempio la raccolta dei dati e permettendo agli operatori di raggiungere in sicurezza aree pericolose o impervie, sia sulla neve che sott’acqua. Ecco alcune novità tecnologiche che stanno decisamente aiutando durante le ricerche al Polo Nord. 

Stazioni di ricerca automatizzate

Grazie al progresso, il territorio artico viene ormai tenuto sotto controllo anche da efficienti stazioni di analisi e ricerca completamente autonome. Queste strutture sono in grado di rilevare temperature, umidità e livelli di gas serra senza la costante presenza di esseri umani. Proprio per questo motivo, le stazioni automatizzate si servono di connessioni internet sicure o VPN, e sono attrezzate tecnologicamente per resistere al clima estremo.

La Tara Polar Station, ad esempio, che verrà inaugurata nel 2026, sarà collocata tra i ghiacci dell’oceano artico e consentirà di studiare in maniera approfondita l’atmosfera terrestre, la superficie del ghiaccio e lo stesso oceano. Questa stazione galleggiante, in particolare, sarà alimentata con energia solare, eolica e con biocarburanti di terza generazione, al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale. 

Utilizzo di satelliti per il telerilevamento

I satelliti per il telerilevamento sono satelliti artificiali che orbitano attorno alla Terra e permettono di osservare in tempo reale tutti i minimi cambiamenti che coinvolgono la superficie terrestre. Impiegati a partire dagli anni ‘70, questi dispositivi permettono di:

  • Monitorare il cambiamento del ghiaccio marino, delle temperature e degli ecosistemi artici;
  • Acquisire informazioni in tempo reale per prevedere variazioni climatiche o scioglimenti dei ghiacciai;
  • Monitorare la variazione delle temperature della superficie attraverso l’analisi multispettrale.
Stazione terrestre satellitare con antenne a Ny-Alesund, Spitzbergen, Svalbard.

Robot e droni sottomarini

Il continuo sviluppo di droni e robot esplorativi ha permesso di fare grandissimi passi avanti per quel che riguarda le ricerche sul territorio artico. Questi dispositivi, infatti, consentono di:

  • Esplorare a distanza aree pericolose o difficili da raggiungere;
  • Studiare la vita marina, le correnti oceaniche e la struttura dei ghiacciai;
  • Ottenere batimetrie 2D e 3D in altissima definizione, anche a latitudini estreme.

Proprio un gruppo di ricerca italiano, nell’ambito di un progetto del 2023 chiamato “PRA: EcoClimate”, ha utilizzato per la prima volta un drone idrografico. Questo robot consente di analizzare come mai prima d’ora i volumi d’acqua, i tempi di ricambio dei laghi e di effettuare previsioni per quel che riguarda il futuro ambientale.

La tecnologia al servizio del clima

Grazie a questo tipo di tecnologie, insomma, le ricerche scientifiche sul territorio artico sono diventate più efficienti, accurate e sicure. Altre risorse a disposizione dei ricercatori sono, ad esempio, le navi-laboratorio avanzate dotate di rompighiaccio o anche i moderni sistemi di intelligenza artificiale.

Grazie ai Big Data, infatti, è sempre più facile individuare e prevedere le tendenze climatiche globali. Questo consente, tra le altre cose, di intervenire in modo da ridurre al minimo l’impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità e sulle popolazioni locali. Mai come in questo caso, quindi, la tecnologia non può che essere celebrata. 

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Redazione

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