In occasione del Natale, facciamo un giro del mondo artico sulle tradizioni locali. Andiamo qui alla scoperta di Snegurochka, l’aiutante di Babbo Natale secondo la leggenda russa.
Sneguročka, la fanciulla delle nevi, è una figura popolare della cultura russa. Comunemente rappresentata come l’aiutante di Ded Moroz (Nonno Gelo o Babbo Gelo, il Babbo Natale russo) mentre consegna regali ai bambini buoni per l’Anno Nuovo, vive con lui nella cittadina di Veliky Ustyug, ed è comunemente raffigurata con lunghe vesti color argento, bianche o azzurre, con un berretto di pelliccia.
Il suo nome deriva dalla parola russa per la neve, sneg, e significa “fanciulla di neve”. La sua figura è spesso raffigurata su oggetti tipicamente russi, come le scatole dei biscotti del nuovo anno o nei cartoni animati. A livello nazionale la figura di Snegurochka è centrale nello spettacolo di danza nazionale russa “Kostroma”, che narra la storia dell’antica Rus’, collocandovi al centro proprio la fanciulla.
Tuttavia, Snegurochka non ha radici nella mitologia slava, ma è divenuta famosa per la composizione teatrale di uno dei commediografi russi più importanti (originario della regione di Kostroma), Alexander Ostrovskij. Il suo amore per la fiabe plasmò questa leggenda che vide la luce nella commedia “La fanciulla di neve” nel 1873 (con musiche di Tchaikovskij).
In seguito fu adattata in un’opera in quattro atti dal compositore Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov e presentata a San Pietroburgo nel 1882. In questa versione Snegurochka è figlia della Primavera e di Babbo Gelo, vive fra gli uomini nonostante la sua origine soprannaturale, e muore tragicamente dopo che l’amore per un giovane le scalda il cuore, facendola sciogliere.
Tuttavia, forse questa leggenda è più antica del commediografo. Ce lo suggerisce la “Snegurka” di Alexander Afanasiev, considerato l’equivalente russo dei Fratelli Grimm, che nel 1869 scrisse la prima versione della storia, che appassiona ancora oggi grandi e piccini.
Vivevano in un villaggio due dolci vecchietti, che non avevano mai potuto avere figli. Un bel giorno d’inverno pensarono di fare una ragazza di neve e foggiarla come la figlia che avrebbero sempre voluto. Ma il pupazzo, come per magia, divenne una bimba vera e prese davvero il posto della figlia nei loro cuori e nella loro casa: i due vecchi erano fuori di sé dalla gioia, la bambina era molto ubbidiente e ricambiava il loro affetto. Col passare delle stagioni la bambina di neve divenne taciturna e triste: faceva troppo caldo per lei e non si sentiva bene. I genitori, per risollevarle l’umore, la mandarono a giocare con dei suoi coetanei per l’inizio delle vacanze estive. In questa occasione i bambini, per divertimento, si sfidarono a saltare attraverso il fuoco. Anche Snegurochka ci provò, ma purtroppo il calore del fuoco la fece evaporare e tramutare in nuvola.
Il cartone animato è preso dalla serie “Storie della mia Infanzia” (Mikhail Baryshnikov’s Stories from my Childhood), prodotta e mandata in onda negli Stati Uniti a fine anni ’90, che raccoglie alcuni dei più grandi film d’animazione sovietici prodotti dalla Sojuzmul’tfil’m dagli anni cinquanta alla metà degli anni ottanta.
Kostroma si è autoproclamata città natale di Snegurochka. Si trova nella Russia europea, dove l’omonimo fiume si incontra col Volga. Qui è la fanciulla talmente amata da venire festeggiata ogni anno per ben due giorni consecutivi.
Questa rappresenta anche un’occasione di promozione turistica e culturale, visto che la festa è usata per divulgare tradizioni folcloristiche regionali. Si riuniscono grandi collezioni di costumi e bambole cuciti a mano, e si tengono corsi di artigianato per i bambini.
L’Hotel Snegurochka, dedicato alla protagonista, in quelle date è al completo.
In generale, la figura di Snegurochka venne già associata alle feste di fine anno già sotto Nicola II. Si legò poi alle feste di Capodanno quando l’Unione Sovietica mise al bando la religione. Da allora Snegurochka, diventata nel frattempo nipote di Nonno Gelo (anziché figlia), è una dei personaggi più importanti del Capodanno in Russia.
Corinna Ramognino
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Bellissimo articolo!
Grazie Miraja!