Islanda

La campagna elettorale del ghiacciaio Snæfellsjökull

Sabato 1° giugno si sono tenute in Islanda le elezioni presidenziali. A dispetto dei pronostici, le urne hanno premiato l’imprenditrice Halla Tómasdóttir, ma il vero underdog di questa corsa presidenziale è stato il ghiacciaio Snæfellsjökull. 

2024, l’anno delle urne

Il 2024 è un super anno elettorale. Nell’arco di dodici mesi si terranno elezioni in ben 76 paesi coinvolgendo il 51% della popolazione mondiale. Solo lo scorso fine settimana 400 milioni di cittadini e cittadine sono stati chiamati a eleggere il nuovo parlamento dell’Unione Europea. A novembre verrà eletto il nuovo – o rinnovato – presidente degli Stati Uniti

I risultati di questi due immensi esercizi democratici – insieme a quelli di esercizi solo fintamente democratici, come le presidenziali di marzo in Russia – determineranno in larga parte che aspetto avrà il mondo da qui al 2030

Fonte: iStock/ bizoo_n

In un quadro simile è comprensibile che le elezioni presidenziali di un’isola con meno di 400.000 abitanti sia passata relativamente in sordina. Inoltre, se è vero che l’Islanda è un crocevia di rotte commerciali e mire geopolitiche nell’Artico, bisogna tenere conto che la carica presidenziale è per lo più cerimoniale. 

Eppure, anche le elezioni islandesi compongono l’agenda di questo eccezionale anno elettorale e hanno registrato un unicum: il tentativo di candidare il ghiacciaio Snæfellsjökull.  

Chi è la nuova presidente Halla Tómasdóttir?

La neoeletta presidente Halla Tómasdóttir

Inutile dire che lo Snæfellsjökull non è diventato il nuovo presidente della terra del ghiaccio e del fuoco, anche se avrebbe reso onore a questo appellativo. Purtroppo, la campagna per la sua candidatura non ha avuto successo. Se ce l’avesse fatta si starebbe parlando ancora di questa vittoria storica oltre che della prevedibile ascesa dell’estrema destra in Unione Europea.  

A spuntarla in quella che si è rivelata una corsa largamente al femminile è stata invece Halla Tómasdóttir, imprenditrice e candidata indipendente. Con il 34,3% dei voti, Tómasdóttir è diventata ufficialmente la nuova presidente dell’isola, raccogliendo il testimone di Gudni Th. Johannesson che ha rinunciato alla possibilità di candidarsi per un terzo mandato. 

L’ex prima ministra e presidente del Movimento Sinistra-Verde islandese,  Katrin Jakobsdóttir, si è fermata in seconda posizione al 25,2% staccando di quasi 10 punti Halla Hrund Logadottir, prima donna a dirigere gli affari energetici dell’Autorità nazionale per l’energia e fondatrice dell’Artic Innovation Lab

Quello di Halla Tómasdóttir era un volto noto in Islanda già dai tempi della crisi finanziaria globale nel ruolo di co-fondatrice di Audur Capital, una delle poche società di investimento islandesi che sono sopravvissute al terremoto economico di quegli anni. 

Già in corsa per le presidenziali del 2016, in cui aveva raggiunto un dignitoso secondo posto con il 27,9% dei voti, Halla Tómasdóttir si è presentata come una candidata super partes, vicina al mondo delle imprese e interessata a temi di grande attualità come l’intelligenza artificiale

Il capitale politico di una candidatura simbolica

Snæfellsjökull è uno stratovulcano alto 1.446 m e risalente a 700.000 anni fa, con un ghiacciaio che ne copre la sommità nell’Islanda occidentale.

Mentre l’elezione di una donna a una carica di alto rilievo non è cosa nuova in Islanda, la candidatura di un elemento naturale non ha precedenti e restituisce la radiografia di un mondo alle prese con una crisi – quella climatica – ormai esistenziale.  

Diverse battaglie per l’attribuzione di personalità giuridica a entità naturali sono state combattute e vinte nel mondo. Si tratta di un ingegnoso escamotage per garantire la conservazione degli ecosistemi e dei loro abitanti. Un esempio recente viene dai territori maori dell’Oceano Pacifico con la firma dello storico accordo volto a riconoscere la personalità giuridica delle balene. 

La campagna per l’iscrizione dello Snæfellsjökull nella corsa presidenziale islandese è andata ancora oltre. Uno schiaffo all’antropocentrismo. La natura che non vuole essere solo rappresentata, ma rappresentante. 

L’idea originale è stata di Angela Rawlings, ben presto circondata da un team di 50 persone. Il ghiacciaio Snæfellsjökull non aveva esperienze pregresse in politica – neanche Halla Tómasdóttir d’altronde – ma possedeva tutte le caratteristiche necessarie per essere candidato: età maggiore di 35 (requisito compiuto con i suoi oltre 700.000 anni), cittadinanza islandese, e una fedina penale cristallina. L’unico intoppo formale era la necessità di un codice fiscale ed è stato risolto quando Angela Rawlings ha adottato “Snæfellsjökull” come secondo nome. 

La campagna guidata da Angela Snæfellsjökull Rawlings ha suscitato reazioni contrastanti, tra l’entusiasmo e lo scherno, ma non ha mai voluto essere un gioco. Nell’eventualità di un successo, sarebbe stato istituito un consiglio di esperti e climatologi per dare voce al candidato.  

Purtroppo, lo Snæfellsjökull è stato escluso dalla corsa presidenziale poiché non ha raggiunto il numero di firme necessarie, fermandosi a 300 su 1500. Il suo team non si è per questo scoraggiato e sta già guardando al 2028. 

Visti i trend climatici 2023-2024, c’è da sperare che il ghiacciaio arrivi in forma alle prossime elezioni. 

Annalisa Gozzi

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Annalisa Gozzi

Sono una studentessa del Master in Environmental Policy all’Università Sciences Po di Parigi. Sono appassionata di comunicazione e cerco di rendere il tema del cambiamento climatico accessibile nella sua complessità.

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