Singapore

Singapore alla prova del ghiaccio

La Città-Stato, crocevia di capitali, merci, persone e tecnologie, è l’insospettabile testimonianza della futura “borealizzazione” di parte dei flussi della globalizzazione.  Singapore alla prova del ghiaccio con il salto verso il Polo Nord.

Al centro dell’Oriente

Mai un così piccolo Stato ha incarnato uno dei fondamenti della Geopolitica: l’importanza della posizione geografica. Singapore ha sempre beneficiato dell’ubicazione tra Pacifico e Oceano Indiano, e, con lo sviluppo delle tecnologie nautiche, da qui verso Africa ed Europa.

L’apertura del canale di Suez, nel 1869, l’ha resa ancora più “vicina” e rilevante per l’Europa, che già a inizio Seicento si era affacciata nelle cosiddette Indie Orientali, colonizzandola prima con i portoghesi (1613), poi con gli olandesi (1641), infine con gli inglesi (1795). Passando per le brevi dell’occupazione giapponese (1942-1945) e della Federazione malese (1962-1965), l’isola ha conservato la funzione di porto di scambio delle spezie prima, dei prodotti petroliferi e della globalizzazione poi.

Il grande porto di Singapore. Fonte: Maritime Industry Foundation

La svolta con l’indipendenza

Il creatore della Singapore moderna è considerato Lee Kuan Yew, leader politico (1959-1990), Senior Minister (1990-2004) e Mentor Minister fino al 2011, sotto il governo di suo figlio maggiore Lee Hsien Loong. Sotto Lee Kuan Yew la Città-Stato ha conosciuto una crescita vertiginosa, ancora in essere, puntando inizialmente sul commercio.

E anche sul proporsi come mini-fabbrica per le multinazionali grazie al basso costo del fattore lavoro, congegnando un sistema legislativo e burocratico singolare che facesse coesistere forte dirigismo statale e liberismo. La crisi petrolifera e produttiva degli anni ’70 spinse il Governo verso una ristrutturazione industriale, puntando su settori con minore rilevanza del fattore lavoro, aumentando, invece, il peso del capitale.

Dunque terziarizzazione orientata ai comparti a più alto valore aggiunto (servizi finanziari e alle imprese, high tech). Oggi Singapore è un centro finanziario internazionale, speculum della vicina di Hong Kong, ed è ai primi posti al mondo nell’import/export di circuiti integratipetrolio raffinatopackage medicaments (medicine, antibiotici, penicillina, steptomicine, ormoni, alcaloidi), parti di macchine per ufficio e turbine a gas (motore per aerei, treni, navi, generatori, carri armati).

Connessioni artiche “equatoriali”

Singapore, sita ad appena 100 km dalla linea dell’equatore, dista 8500 km in linea d’aria dal porto Sabetta sul Mar di Kara. Se già pare una forzatura che la Cina si dichiari Stato “vicino all’Artico”, di sicuro appare inverosimile pensarlo della Città-Stato.

Eppure dal 2013 è nel Consiglio Artico. Nel 2015 ospita il forum annuale dell’Arctic Circle, meeting tra Ambasciatori artici, rappresentanti delle principali compagnie di navigazione, fondi di investimento e istituti scientifici di Corea, Giappone, Cina, Singapore e vari Stati europei su trasporti marittimi e molto di più.

Perché? Si potrebbe pensare che, essendo un porto, sia preoccupato dall’innalzamento del livello del mare, effetto dello scioglimento dei ghiacci perenni causato dal Global Warming. Eppure l’isola è da tempo cosciente del problema dell’esiguità territoriale, cui ha in parte sopperito mediante un’intensa campagna di bonifiche e strappando al mare quasi 130 kmq, il 22% in più, dal 1960. Nel Budget 2020 si parla di un “Coastal and Food protection Fund, to ensure our coasts from rising Sea levels: this will be an effort stretching over 100 years”

Anche sul fronte “Tackle the Climate Change” lo stesso budget tratta di vincoli sul carbonio, di economia circolare nella gestione dei rifiuti, di energie alternative per i trasporti urbani e commerciali (a fine anno salperà il primo e unico rimorchiatore ibrido GNL/elettrico dell’Asia meridionale), di aumentare le aree verdi urbane.

Ma il progetto della “clean and green city” ha radici lontane. Allo scopo di attenuare il soffocante caldo tropicale, fu redatto un importante piano di inserimento, su tutta la superficie dell’isola, di una rete di parchi tra loro interconnessi (si riteneva che mitigare il clima afoso avesse effetti positivi sull’intraprendenza dei cittadini, evitandone comportamenti pigri e indolenti).

Nei flussi della Globalizzazione

L’apertura delle rotte marittime artiche rappresenta una potenziale minaccia per Singapore che potrebbe a breve vedere ridurre il proprio ruolo di snodo commerciale. Così negli ultimi sette anni si è gettata a capofitto nel mercato del GNL  aumentando costantemente i serbatoi a disposizione, lanciando la sua prima nave da bunkeraggio per GNL, confermando di esserne il più grande hub al mondo e dichiarando che i suoi servizi di bunkeraggio e commercio di petrolio rimangono resistenti nonostante la pandemia globale COVID-19. L’aeroporto di Singapore è uno dei principali snodi del Continente. 

Fonte: FueLNG

In Technocracy in America: Rise of the Info-State” (da noi noto col titolo “La rinascita delle città-Stato”) Parag Khanna sostiene che il successo di Singapore è di sapersi posizionare tra i crocevia degli scambi nevralgici di capitali, conoscenze, investimenti, comunicazioni, informazioni e tecnologie più promettenti.

Essere nei “flussi” della modernità. Hub commerciale (movimenti di merci), hub finanziario (movimenti di capitali) e hub aeroportuale (movimenti di persone), cioè i capisaldi della Globalizzazione.

Artico: una minaccia ricca di opportunità

La Città-Stato sembra pronta da tempo agli effetti del cambiamento climatico e si sta preparando per adattarvisi. Non solo. Traspare la mentalità buddista di vedere rischi nelle opportunità e viceversa. Da cui la posizione difensivo-aggressiva di cui fa menzione Tommy Koh, ex ambasciatore dell’isola presso l’ONU:

“Le future rotte artiche potrebbero intaccare gli scambi gestiti da Singapore? Bene. Abbiamo aziende capaci di farci entrare nel mercato dei rompighiaccio (la Keppel) e nello sviluppo infrastrutturale. Un’opportunità”.

La divisione tecnologica di Keppel Offshore e Marine, per esempio, progetta piattaforme petrolifere adatte specificatamente ai climi rigidi artici. Sempre nel Budget 2020 si parla addirittura di commercializzare le eventuali soluzioni innovative di gestione ambientale, “trasformando i nostri vincoli in punti di forza”.

Attraverso la tecnologia CSS, per esempio, cioè la cattura e l’immagazzinamento del carbonio, o con la lotta maturata contro le vulnerabilità idriche per eccellere come centro di ricerca in soluzioni NEWater sul ciclo dell’acqua e desalinizzazione. Altra idea della Keppel? Creare un Arctic Hub, una struttura galleggiante eco-friendly che consentirà ai turisti di sbarcare e visitare l’Artico riducendo al minimo il loro impatto sull’ambiente fragile.

Insomma, c’è da scommettere che quando nell’Artico il ghiaccio diventerà merce scarsa, Singapore si sarà attrezzata per venderlo agli eschimesi. Perché Singapore è come l’acqua: informe, sempre adattabile  e pronta a fluire nelle faglie del divenire storico.

Bibliografia: Francesca Pannozzo, Dal Terzo al Primo mondo. Singapore: un esperimento di successo. Firenze University Press, 2018. (Premio Cesare Alfieri Cum Laude).

Marco Leone

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Marco Leone

Relazioni Internazionali, Studi Artici. Dirottato dalla vita verso lidi ameni, dopo l'ennesimo naufragio decide di prendere saldamente il timone in mano e di puntare il Parallelo Zero. Verso il Nord più futuribile che esploratore ricordi

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