Lo shipping nell’Oceano Artico è uno dei temi centrali dello sviluppo della regione, e gli scenari oscillano tra lo zero assoluto e tasso di crescita da record per le rotte artiche. Arctic Today prova a fare il punto della situazione, analizzando i piani di sviluppo della Primorsk Shipping Corporation, compagnia di navigazione che mira a portare il trasporto di container sulla ormai celebre Northern Sea Route, ovvero la rotta navigabile lungo le coste russe.
Durante lo scorso International Arctic Forum a San Pietroburgo, il 9 aprile, la Kamchatka Development Corporation (KRKK) e la Primorsk Universal Handling Company (Primorsky CPC) hanno firmato un accordo iniziale che prevede la costruzione di un terminal-container nella regione dell’ex Leningrado e un secondo nella penisola di Kamchatka, che saranno completati rispettivamente nel 2022 e nel 2024.
L’idea di creare un “container shuttle” sul percorso non è nuova. Il progetto prevederebbe dunque punti di approdo per le portacontainer in arrivo dall’Europa e dall’Asia, per trasbordare la merce su imbarcazioni di classe glaciale, che potrebbero più agevolmente trasportare i carichi. Un progetto costoso e ampio, con molti punti oscuri. La logistica e i tempi di consegna sono certamente due delle variabili più importanti, ma, secondo Frederic Lasserre, professore all’Université Laval Québec: “L’idea alla base della spedizione di transito nell’Artico riguarda tempi e costi più competitivi. Nonostante i trasbordi e i costi di smistamento e sdoganamento, il trasporto potrebbe comunque mantenere costi interessanti”.
Gli esperti, tuttavia, restano estremamente scettici. La rotta ha visto aprirsi molti scenari economici e politici, ma le incertezze meteorologiche e i costi di gestione rappresentano ostacoli notevoli. Più facile, invece, che si creino condizioni più favorevoli per trasporti più brevi sulla stessa rotta, magari di cargo estremamente specializzati.
I due terminal dovrebbero gestire fino a 5 milioni di TEU all’anno, a pieno regime, con una capacità iniziale di 3 milioni di TEU totali. L’azienda prevede che circa il 60% della merce si diriga verso i porti europei, mentre il resto verso la Russia centrale. L’intero progetto è stimato in un costo di 4,1 miliardi di dollari, con il solo terminal Kamchatka dal costo di 900 milioni di dollari.
Leonardo Parigi © Tutti i diritti riservati
Dopo il sabotaggio del 2022, la Norvegia finanzia la posa di un nuovo cavo sottomarino…
L’industrializzazione dell’Artico russo mette a rischio l’ambiente e lo stile di vita delle comunità indigene.…
Con gli Stati Uniti sempre più distanti dall’Europa, Londra e Oslo sembrano promettere il rafforzamento…
La nuova direttiva UE contro il greenwashing costringe le località sciistiche a rivedere le proprie…
Gli USA tornano al dialogo con la Russia dopo anni di gelo diplomatico. Le possibilità…
La rubrica settimanale da Bruxelles che racconta le tre notizie principali degli ultimi sette giorni…