Migliaia di salmoni d’allevamento sono fuggiti dalla gabbia sommersa nella quale si trovavano, ponendo potenzialmente un grande rischio per gli ecosistemi locali.
C’è un nuovo fuggitivo nei fiordi norvegesi, ma non è un pericoloso evaso ora a piede libero. Si tratta di migliaia di salmoni (circa 27mila!), scappati da un allevamento offshore nella contea di Nordland (che ha la città di Bodø per capoluogo) e ora in libertà nelle gelide acque dell’Atlantico. Un disastro per l’industria dell’acquacoltura, certo, ma anche un potenziale incubo ecologico.
I salmoni d’allevamento non sono infatti dei pesci qualsiasi. Cresciuti in ambienti controllati e nutriti con una dieta diversa da quella dei loro cugini selvatici, non sono preparati alla vita fuori dalle gabbie sommerse. Eppure, una volta liberi, si avventurano nei fiumi e nei fiordi, rischiando di contaminare il patrimonio genetico delle popolazioni locali. Un’invasione silenziosa ma pericolosa, perché gli incroci tra salmoni di allevamento e selvatici potrebbero produrre esemplari meno adatti alla sopravvivenza in natura.
I norvegesi non sono rimasti a guardare. Pescatori e biologi sono già all’opera per catturare quanti più fuggitivi possibile, prima che la situazione sfugga definitivamente di mano. Ma fermare un’orda di salmoni ribelli non è un’impresa semplice: gli avvistamenti si moltiplicano lungo la costa, tanto che la compagnia Mowi, che gestisce l’allevamento dal quale si è verificata la grande fuga, ha persino fissato una taglia di 500 corone norvegesi su ogni esemplare catturato.
La vicenda, però, non va vista solo come una pittoresca notizia che può suscitare simpatia. Riapre il dibattito sull’impatto ambientale dell’industria dell’acquacoltura norvegese, già sotto accusa per i frequenti episodi di fuga. Con allevamenti sempre più grandi, il rischio di alterare gli ecosistemi locali cresce. E mentre le barche solcano i fiordi in cerca di salmoni, i gruppi ambientalisti hanno già presentato una denuncia contro l’azienda responsabile, la prima produttrice al mondo di salmone da allevamento. Secondo le prime indagini, la fuga sarebbe stata causata da una rete danneggiata nel corso di una tempesta, un problema di certo non raro in questo settore.
I fiordi sono ora pieni di reti e ami nella speranza di riportare a casa almeno una parte dei ribelli. Perché un salmone in fuga può anche far sorridere, ma quando sono migliaia, la faccenda si fa decisamente più seria.
Tommaso Bontempi
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