L'Orso Polare

Russia e Cina a confronto sulla demografia

Questa è una storia di timore. Ha radici lontane. Perché il timore della Storia alberga nelle collettività abbastanza antiche da tramandarne le vicessitudini. Questa è la saga dell’Orso e del Dragone. E dei loro figli.

La saga dell’Orso e del Dragone

Circa quattrocento anni or sono, l’Orso cercò la sua Frontiera ad Est. A metà del Diciassettesimo secolo giunse all’estremità delle terre che lambiscono il Pacifico. Qui si imbatté nella stirpe del Dragone. L’Orso aveva da tempo un’esigenza: tediato dalle impraticabili acque gelate, sognava di cacciare in mari caldi. Così confinò il Dragone al di sotto delle coste oltre il 40° parallelo boreale, costringendolo ad uno dei tanti trattati ineguali. Il Dragone non ha mai dimenticato la menomazione subita.

Fonte: Limes, Rivista Italiana di Geopolitica

Molti anni dopo, i due si trovarono fianco a fianco schierati nella lotta alla corruzione morale del Kapitalismo capeggiato dall’Aquila del Nuovo Mondo. Il Dragone mal sopportava che l’Orso guidasse le fila del fronte Komunista, considerandolo indegno e accusandolo di un revisionista tradimento dell’esportazione della Rivoluzione.

Ad un certo punto, il Dragone provò pure a riprendersi con la forza ciò che il Trattato di Aigun del 1859 gli aveva tolto. L’Orso reagì e la cosa finì lì. Ma la luce del sole aveva chiaramente assistito alla fuoriuscita del fiume carsico di rivalità e di diffidenza tra i due. Al ché, i destini di separarono.

Nuovi tavoli

La partita tra il Dragone e L’Aquila si spostò sui tavoli di ping pong, poi nella globalizzazione di Hong Kong e, infine, negli algoritmi di Apple e Tik Tok. Tutto bene finché l’Aquila non decise per il “Pivot To Asia”. 

L’Orso, invece, subì un graduale involuzione, un’inaspettata implosione e un decennio di smarrimento in una jungla infestata da voraci parassiti locali e sorvolata con occhio rapace dall’Aquila. Finché drizzò la schiena, rimpadronendosi del proprio destino. Ma in modo provvisorio, dato che i conti col Dragone non sono (mai) finiti.

Alla fine, il “Grande Balzo in Avanti” il Dragone l’ha compiuto. Grazie a un innovativo capitalismo di Stato, paradossalmente sospinto dai venti del neoliberismo occidentale. Il problema è che ora il Dragone si accinge a balzare  fuori dal proprio territorio. E, per via della mole, ogni suo movimento è sovrapercepito dai vicini.

Questione di demografia

La demografia ha le sue logiche. Anche abbastanza prevedibili. I modelli hanno un orizzonte almeno fino a trent’anni. Una buona generazione. Da chi nasce oggi sai quanti adulti e anziani avrai domani. Cavalieri dell’Apocalisse permettendo. Il Dragone ha operato un’importante operazione di ingegneria sociale sul gruppo femminile per circa trent’anni (appunto), riducendolo.

La politica del “dragoncino unico” ha minato la crescita della popolazione. Sono le dragone a generare: meno femmine, meno figli. La progenie dell’Orso non se la cava tanto meglio. La situazione si aggrava proprio all’estremo Levante. Qui, la piramide demografica si perde nel deserto di terre troppo vaste per sfuggire alle mire del Dragone dirimpettaio.

Popolazione russa al 1 Gennaio 2020. Fonte: Statista
Fonte: Statista

E quel che non potrà lo spirito di rivalsa lo realizzerà per inerzia la preponderante mole dell’orda del Dragone, come temeva già cento anni addietro Alekseĭ Eliseevich Kulakovskiĭ, dalla Jacuzia con timore. E qui è il paradosso. L’Orso confida di presidiare i territori artici e quelli più estremi con politiche familiari e agendo sullo strumento della dinamica demografica che può sovvertire repentinamente il rapporto tra geografia umana e fisica: le migrazioni. Cioè proprio il fattore che sinizzerà il suo Est.

L’Orso vuole anche sviluppare il suo futuro asiatico. Con risorse russe e capitali, tecnologia e manodopera cinese. Ma sarà disposto a pagarne lo scotto? E con quale moneta? Quella del Dragone?


“L’Orso Polare” è la rubrica di Marco Leone che viene pubblicata in partnership con Osservatorio Russia. Osservatorio Artico e Osservatorio Russia collaborano per fornire un’informazione precisa sul mondo russo e sulla sua relazione diretta con l’Artico, campo cruciale per la geopolitica futura”.


Marco Leone

Osservatorio Artico © Tutti i diritti riservati

Marco Leone

Relazioni Internazionali, Studi Artici. Dirottato dalla vita verso lidi ameni, dopo l'ennesimo naufragio decide di prendere saldamente il timone in mano e di puntare il Parallelo Zero. Verso il Nord più futuribile che esploratore ricordi

Articoli Recenti

L’energia nucleare galleggia nell’Artico russo

Mosca ha investito molte risorse nell’approvvigionamento energetico delle sue regioni più remote, puntando sul nucleare…

2 ore fa

La Norvegia migliora le comunicazioni artiche grazie a un nuovo cavo sottomarino

Dopo il sabotaggio del 2022, la Norvegia finanzia la posa di un nuovo cavo sottomarino…

19 ore fa

Gli indigeni dell’Artico russo tra industrializzazione e tradizione

L’industrializzazione dell’Artico russo mette a rischio l’ambiente e lo stile di vita delle comunità indigene.…

1 giorno fa

Londra e Oslo si affacciano al confine russo

Con gli Stati Uniti sempre più distanti dall’Europa, Londra e Oslo sembrano promettere il rafforzamento…

2 giorni fa

L’Unione Europea contro il greenwashing, Lapponia sotto esame

La nuova direttiva UE contro il greenwashing costringe le località sciistiche a rivedere le proprie…

2 giorni fa

Disgelo fra USA e Russia: ma a quale prezzo?

Gli USA tornano al dialogo con la Russia dopo anni di gelo diplomatico. Le possibilità…

3 giorni fa