Con il progressivo scioglimento dei ghiacci Mosca punta alla creazione di una rotta commerciale stabile per quasi tutto l’anno.
A difesa della costa
Mercoledì scorso diverse navi da guerra russe sono entrate nel Mare di Barents per proteggere la rotta di navigazione artica, la cosiddetta “Northern Sea Route”. Nel momento in cui Mosca è coinvolta in prima battuta sulla crisi ucraina, con una possibile escalation nell’Europa continentale, la Flotta del Nord si muove per proteggere quella che appare come la più visionaria azione di sviluppo delle sue coste.
La rotta di Nord Est, dopo essere stata ipotizzata per lunghi anni, ha visto accendere l’interesse globale dopo l’incidente di Suez del marzo scorso. Con il progressivo scioglimento dei ghiacci, infatti, la Russia punta alla creazione di una rotta commerciale stabile per quasi tutto l’anno, il che potrebbe ridurre a 19 giorni i tempi di navigazione tra i porti cinesi e Rotterdam, in media.
Le esercitazioni militari russe nell’area non sono certamente passate inosservate, visto che coinvolgono le unità marine di Mosca in diversi scenari: dal Mediterraneo al Pacifico, fino alle coste artiche.
Numeri e obiettivi di Mosca
Le circa 30 navi da guerra che si sono mosse nel mare di Barents, insieme a 20 aerei e oltre 1.200 unità terrestri, si esercitano per la protezione della rotta, che potrebbe diventare presto un game-changer importante a livello globale, considerando il flusso di traffico che transita normalmente sulla rotta a Sud, attraversando lo Stretto di Malacca e poi il Canale di Suez.
Le autorità russe hanno affermato che il Paese prevede di iniziare il trasporto marittimo tutto l’anno attraverso la rotta del Nord nel 2022 o nel 2023, accelerando ancora sullo sviluppo del progetto. Nei mesi scorsi sono stati annunciati nuovi e ulteriori investimenti sul tema, puntando a oltre 150 milioni di tonnellate di merce nell’arco del decennio.
L’obiettivo di Mosca è quello di centrare quota 80 milioni di tonnellate entro il 2024, anche se gli scenari appaiono oggi molto difficili. (Articolo apparso originariamente su ShipMag).
Leonardo Parigi
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