Energia

I rompighiaccio attendono il primo inverno del “Mare della Nato”

Le navi “apripista” attendono il gelo invernale attraccati ai moli finlandesi. In attesa anche di capire in quale tipo di acque dovranno agire.

I muscoli del capitano

La temperatura di oltre 10 gradi, con il cielo terso che si staglia sopra Helsinki, è di qualche grado sopra la media stagionale, e la capitale della Finlandia sembra più vicino alla primavera che all’autunno. Eppure, nell’arco di poche settimane, lo scenario sarà molto diverso. Così, anche la temperatura del mare inizierà pian piano ad abbassarsi, fino a raggiungere lo zero termico in pieno inverno, ricoprendo la massa d’acqua del Mar Baltico di una spessa coltre di ghiaccio.

Dei 150 rompighiaccio oggi operativi nel mondo, oltre il 60% di essi è stato costruito in Finlandia, e quasi l’80% della quota totale è stato concepito qui. La profonda conoscenza del tema è una delle basi dellla particolare industria cantieristica finlandese, che rende le coste di Helsinki tra le più capaci di operare anche in pieno inverno.

Il rompighiaccio “Polaris”. Foto © Osservatorio Artico

Attraccato al molo di Katajanokka, nel porto della capitale, troviamo anche il “Polaris“, varato nel 2016: il più potente rompighiaccio battente bandiera finlandese, primo al mondo a operare grazie al gas naturale liquefatto (LNG). L’utilizzo del gas come combustibile, capace di ridurre notevolmente le emissioni di una nave così potente, consente al Polaris di restare in autonomia fino a dieci giorni a pieno regime.

Il primo autunno della NATO

Ma oltre alle sue capacità tecniche operative, la nave – insieme alle sue sorelle ormeggiate a fianco, nel cantiere “Arctia” – dovrà affrontare un inverno potenzialmente molto differente dal passato. Le ultime notizie che arrivano da Mosca soffiano su una situazione già grave, e il Mar Baltico potrebbe essere uno dei teatri di confronto tra le marine.

Dopo la richiesta di adesione alla NATO di Svezia e Finlandia, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, lo spazio di mare compreso tra Europa continentale e Scandinavia vedrà solo due sbocchi non alleati: San Pietroburgo e Kaliningrad.

Questo cambio di scenario rappresenta una potenziale chiave di volta nel confronto tra Occidente e Russia, e implica anche una serie di piccole ma importanti novità. Tra queste, anche il futuro sapiente utilizzo delle rompighiaccio, che diventeranno uno strumento in più per delineare i confini di apertura e chiusura commerciale del Baltico.

Articolo apparso originariamente su ShipMag / partner di Osservatorio Artico

Leonardo Parigi

Osservatorio Artico © Tutti i diritti riservati

Leonardo Parigi

Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

Articoli Recenti

Osservatorio Artico con il CNR-ISP per portare l’Artico a Bologna

Un mese di appuntamenti legati al mondo dell'Artico sbarca a Bologna. Osservatorio Artico insieme al…

2 giorni fa

2024, l’anno del Grande Caldo

Pubblicato il 10 gennaio, l’ultimo bollettino del programma di osservazione della Terra dell’Unione Europea ha…

2 giorni fa

Gli Stati Uniti e la Groenlandia: quasi un secolo di interessi strategici

Da avamposto strategico a terreno di rivalità internazionali, la Groenlandia è al centro degli interessi…

3 giorni fa

Il ruolo della Chiesa ortodossa russa nell’Artico

Nell’Artico religione e politica si fondono per rafforzare la sovranità russa. La Chiesa ortodossa, vero…

5 giorni fa

Vita e miracoli della flotta rompighiaccio finlandese

Analizziamo la flotta rompighiaccio finlandese, un Paese da sempre all’avanguardia nell’innovazione ingegneristica e nella costruzione dei…

6 giorni fa

Prospettiva Bruxelles: inizio anno di bollettini record, deliri trumpiani e solidarietà all’Ucraina

Prima puntata della nuova rubrica di Annalisa Gozzi, che ogni settimana ci racconta le novità…

7 giorni fa