Finlandia

Vita e miracoli della flotta rompighiaccio finlandese

Analizziamo la flotta rompighiaccio finlandese, un Paese da sempre all’avanguardia nell’innovazione ingegneristica e nella costruzione dei giganti di acciaio.

La storia delle rompighiaccio finlandesi

In questo secondo articolo della nostra serie sul passato, presente e futuro delle rompighiaccio, ci concentriamo sulla Finlandia, una delle principali Potenze europee nel settore. Attraverso decenni di innovazione tecnologica e strategie mirate, il Paese ha costruito una posizione di leadership globale nella progettazione e gestione di queste grandi navi, fondamentali per il contesto artico.

La Finlandia ha sempre avuto un legame strettissimo con le sue acque ghiacciate, un rapporto che si spiega facilmente osservando la sua posizione geografica. Situata tra il Mar Baltico e il nord della penisola finno-scandinava, ben oltre il Circolo Polare Artico, la Finlandia ha dovuto sviluppare sin dall’Ottocento soluzioni ingegneristiche d’avanguardia per mantenere operativi i suoi porti durante i rigidi inverni. Questa esigenza era cruciale non solo per il commercio, ma anche per la sopravvivenza economica di una Nazione che, prima dell’indipendenza del 1917, non era altro che un Granducato autonomo sotto l’Impero Russo.

La tradizione finlandese nel settore inizia simbolicamente con la Murtaja, varata nel 1890. Interessante notare che “murtaja” in finlandese significa proprio “rompighiaccio” (o, più letteralmente, “rompitrice”. Ma che cos’altro può dover rompere una nave, se non il ghiaccio?). Questa nave, progettata per mantenere accessibili soprattutto i porti di Helsinki e Turku, fu una delle prime al mondo costruite appositamente per affrontare i ghiacci. Si distingue, per esempio, dalla russa Ermak, che fu la prima rompighiaccio polare, progettata per superare lo spesso ghiaccio dell’Oceano Artico, mentre la Murtaja era destinata al ghiaccio stagionale del Mar Baltico. Questa prima esperienza, quindi, segnò l’inizio di una lunga tradizione che avrebbe reso la Finlandia un leader mondiale nel settore.

Nel corso del XX secolo, la Finlandia ha mantenuto relazioni che potremmo definire complesse con l’Unione Sovietica. Politicamente indipendente dal 1917, Helsinki stabilì legami diplomatici con Mosca, sanciti dall’Accordo di amicizia, cooperazione e assistenza reciproca del 1948. Sebbene le modeste dimensioni economiche e demografiche della Finlandia, unite all’assenza di accesso diretto al Mar Glaciale Artico, la escludessero dalla competizione diretta con l’URSS nell’Artico, il Paese si affermò come leader nella cantieristica navale artica, dove l’influenza sovietica era innegabile.

Ma mentre l’URSS si concentrava sulla costruzione di una flotta di rompighiaccio a propulsione nucleare, la Finlandia sviluppava progetti più versatili, soprattutto in ottica commerciale. Negli anni ‘60 e ‘70, i cantieri finlandesi acquisirono una reputazione internazionale grazie alla produzione di rompighiaccio diesel-elettriche affidabili, tra cui Voima, Urho e Sisu, navi che, nonostante l’età, sono tuttora operative.

La rompighiaccio Voima. Foto: arctia.fi

Lo stato attuale della flotta

Oggi la flotta finlandese di rompighiaccio è riconosciuta come un modello di eccellenza globale, sia per il numero di unità operative sia per le innovazioni tecnologiche che caratterizzano ogni nave. Attualmente, la Finlandia gestisce nove rompighiaccio, tutte amministrate da Arctia Ltd., un’azienda pubblica incaricata della loro gestione e operatività.

Parliamo ora un po’ di numeri: oggi circa il 60% delle rompighiaccio operative a livello globale è stato progettato o costruito nei cantieri navali finlandesi, un dato che evidenzia la capacità della Finlandia di affrontare le sfide tecniche dell’Artico e di offrire soluzioni innovative a Stati e aziende di tutto il mondo.

Le rompighiaccio finlandesi sono impiegate in una vasta gamma di operazioni, con un focus particolare sulla navigabilità dei porti del Mar Baltico durante i rigidi inverni. A differenza della Russia, che utilizza la sua flotta principalmente per assicurare il traffico lungo la Rotta Marittima Settentrionale, la Finlandia si concentra su operazioni regionali e sul supporto al commercio interno, promuovendo allo stesso tempo il proprio know-how attraverso collaborazioni e consulenze internazionali.

Un simbolo della leadership tecnologica finlandese è la Polaris, varata nel 2017. Dotata di un sistema di propulsione diesel-elettrico e alimentata a GNL, questa nave ha ridotto significativamente le emissioni di zolfo, azoto e anidride carbonica rispetto ai modelli tradizionali. La Polaris rappresenta l’impegno concreto della Finlandia, e più in generale dei Paesi nordici, verso l’adozione di pratiche sostenibili nell’Artico, dimostrando come la riduzione dell’impatto ambientale sia per questi una effettiva priorità.

La rompighiaccio Polaris. Foto: arctia.fi

Il confronto con la Russia mette in luce approcci diversi nella gestione delle flotte artiche. Mosca punta su una flotta su larga scala, concentrandosi sulle rotte transartiche e sulla costruzione di navi a propulsione nucleare per affrontare ghiacci più spessi. La Finlandia, invece, si distingue per l’efficienza e la versatilità delle sue navi, progettate per adattarsi a contesti operativi diversi.

I futuri possibili sviluppi

Nel contesto artico, il ruolo della Finlandia nelle rompighiaccio si intreccia inevitabilmente con le dinamiche politiche della regione. Storicamente, il Paese ha sviluppato la propria flotta confrontandosi con la Russia, una Potenza artica con ambizioni ben definite e un approccio distinto alla gestione delle rotte polari. Questo confronto ha oltrepassato i confini tecnologici, intrecciandosi con le relazioni politiche tra Helsinki e Mosca, soprattutto durante la Guerra Fredda, quando la neutralità finlandese rappresentava un delicato equilibrio tra Occidente e blocco sovietico.

Con l’ingresso della Finlandia nella NATO, recentemente formalizzato, questo equilibrio si è definitivamente rotto. Da Paese impegnato a mantenere relazioni stabili con Mosca, la Finlandia è ora parte di un’alleanza militare che considera la Russia un avversario strategico. Le rompighiaccio finlandesi, nate per scopi prevalentemente civili e commerciali, potrebbero ora essere integrate in operazioni congiunte con altri Stati membri dell’Alleanza, in un contesto di crescente militarizzazione dell’Artico.

Per la Finlandia, infine, l’adesione all’ICE Pact rappresenta un’opportunità per consolidare il suo ruolo di leader tecnologico nell’Artico. Forte di una flotta all’avanguardia e di una lunga tradizione ingegneristica, il Paese può proporsi come modello per soluzioni innovative e relativamente economiche, capaci di rispondere alle sfide della regione. L’accordo offre inoltre la possibilità di valorizzare l’esperienza accumulata nella gestione civile del traffico marittimo, come avviene nel Mar Baltico, applicandola a scenari più complessi. Per Helsinki, potrebbe tradursi in finanziamenti strategici per progetti di ricerca e in una piattaforma per promuovere standard internazionali che rispecchino i suoi interessi economici.

Attraverso decenni di competizione e collaborazione, la Finlandia ha dimostrato la capacità di bilanciare tradizione e innovazione, rivalità e cooperazione. Nei prossimi anni, la sfida sarà mantenere questo equilibrio in un Artico sempre più strategico, sfruttando l’ICE Pact e il nuovo contesto NATO come leve per riaffermare la propria leadership.

Tommaso Bontempi

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Tommaso Bontempi

Dottore in Relazioni Internazionali Comparate, laureato presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. Sono appassionato di tutto ciò che riguarda l’Europa orientale, dalla storia alla cultura alle lingue. La mia vita si svolge tra l’Italia e la Russia.

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