Tra i molti sistemi per viaggiare nell’Artico, un geologo italiano ha ideato un nuovo modo per coniugare ricerca e turismo.
Dalle piste del Wadi Rum alle piste ghiacciate dello Spengisandur in Islanda. Che cosa ci fa un geologo nella terra di ghiaccio?
«La passione per la Natura mi ha portato a intraprendere un cammino di formazione universitaria fortemente indirizzato verso l’ambiente. All’interno dell’Ateneo dove ho perfezionato i miei studi, ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno introdotto ad una visione della geologia molto dinamica, incentrata sulla valutazione delle interazioni tra Uomo e Natura.
Appassionato di glaciologia e specializzato nel tempo nella ricerca di acque sotterranee per un utilizzo razionale ed equo – quale bene primario ed imprescindibile per la vita – ho avuto l’occasione di misurarmi con problematiche di gestione territoriale e conservazione ambientale in Italia e all’estero.
Dalle Galapagos al Cile valutando il regime torrentizio dei fiumi namibiani, passando per i deserti giordani fino ai ghiacciai islandesi. Un lungo percorso fatto di esperienze e confronti, di arricchimento culturale e professionale, maturato nel tempo grazie al rapporto umano instaurato con persone con le quali mi accumunava la voglia di conoscere. Fu proprio in occasione di un incontro internazionale a Quito, in Ecuador, sul tema dell’ambiente e dell’uso razionale di questa risorsa nel settore turistico, che mi avvicinai al geoturismo come strumento di comprensione delle dinamiche della Natura e della fragilità dei suoi ecosistemi.
Molti anni trascorsi studiando itinerari per viaggi esplorativi e di ricerca per importanti operatori del settore turistico internazionale, fino al coordinamento di un progetto per il Fondo Ambiente Italiano FAI dal titolo “viaggi alle Origini della Terra” con il quale abbiamo attraversato luoghi unici nel loro genere. In tutto questo l’Islanda, che per un geologo rappresenta un autentico Eldorado, è stata sempre presente e in oltre 15 anni di frequentazione è diventata una seconda casa. La mia esperienza in territorio islandese, divisa tra viaggi esplorativi e attività professionale nel settore delle energie geotermiche, mi ha permesso di vedere nel tempo una incredibile trasformazione del paesaggio, tangibile causa dell’era moderna.
L’Islanda rappresenta a tutti gli effetti un concentrato di elementi naturali così unici che la si può considerare come un libro aperto di geologia, in cui tutte le sue pagine si sovrappongono in maniera perfetta a punto tale da permette la convivenza tra i vulcani ed i ghiacciai, elementi naturali notoriamente antitetici.
La Terra di Fuoco e di Ghiaccio, il luogo dove si rende percettibile il fenomeno della deriva dei continenti che rappresenta in superficie il motore evolutivo del nostro Pianeta, l’incredibile evidenza della travolgente forza di una massa di ghiaccio che è in grado di plasmare e modellare nel tempo le tenaci rocce basaltiche che fuoriescono dalle viscere della Terra.
Un affascinante terra primordiale dove le calde acque che risalgono dal sottosuolo generano laghi dai mille colori e colonne di denso vapore acqueo, che si stagliano a contrasto con i turchesi colori dei cieli nordici. Nel suo insieme l’Islanda rappresenta un unicum assoluto, dovuto non solo alla sua geologia, ma anche frutto della sua posizione geografica posta tra la Groenlandia e l’Europa continentale al limite del circolo polare artico, lambita a sud dalla corrente del Golfo e interessata a nord dalla sua fredda controcorrente.
Base di partenza nel passato per le prima rotte che portarono alle Americhe e scenario nell’era moderna di importanti progetti di interconnessione commerciale tra l’Est e l’Ovest del Mondo.
L’idea di condividere un viaggio con un esperto mi ha sempre affascinato, e ho sempre creduto nel valore della condivisione. Come Geologo ho accompagnato negli anni molte persone mettendo a disposizione la mia conoscenza. Osservare le forme del paesaggio e comprendere le dinamiche che lo hanno generato è il mio lavoro.
Credo che oggi sia giunto il momento di permettere a tutti di rendersi conto di come, giorno dopo giorno, assistiamo a cambiamenti evidenti, in taluni casi irreversibili. Il progetto Iceland Stop Global Warming vuole contribuire in maniera chiara alla divulgazione, alla sensibilizzazione ed alla comprensione degli effetti dei mutamenti climatici che stiamo vivendo.
Ormai l’argomento è quotidiano e molte persone ne parlano, ma purtroppo in maniera distaccata come se non le riguardasse. Osservare con i propri occhi è il modo giusto per poterlo comprendere e osservare in maniera semplice ma scientificamente corretta con chi per passione e per professione si occupa dei delicati equilibri del nostro Pianeta, è la quadratura di un cerchio. Chi non vorrebbe vedere da vicino i ghiacciai islandesi, chi non desidererebbe poter vivere una esperienza di ricerca in Islanda, chi non vorrebbe ascoltare con le proprie orecchie il crepitio del ghiaccio che si muove.
Esperienze uniche per entrare a far parte di uno studio e sentirsi protagonisti e portavoce di come il nostro Pianeta si stia trasformando anche per effetto della mano dell’Uomo.
Ricordo ancora molto bene le mie prime esperienze in terra islandese, quando girando per le strade di Reykjavik ancora con il suo vecchio skyline dove svettavano solo i campanili delle chiese, si incontravano giovani e meno giovani con grandi zaini in spalla, ansiosi l’indomani di partire per la loro personale avventura islandese.
Strade sterrate, lunghe attese ai terminal dei bus, stazioni di servizio lungo la Ring Road trasformate in luoghi di ritrovo per viaggiatori, che si affidavano alle indicazioni preziosamente appuntate sulle carte stradali. Nel tempo anche l’Islanda è entrata a far parte in maniera prepotente nel gotha delle mete turistiche per eccellenze, complice la sua Natura prorompente.
Sono così cresciuti nel tempo i servizi turistici che ovviamente hanno amplificato in maniera esponenziale il volano del turismo. L’economia del turismo, se da una parte è stata ossigeno per una società già ferita da una importante crisi economica, si è contemporaneamente trasformata in tossina per l’ambiente islandese.
Reykjavik oggi ha un nuovo skyline fatto di alti palazzi a vetri tra i quali si intravedono i campanili delle chiese. La società islandese è stata da sempre divisa sullo sviluppo dell’economia turistica e delle problematiche ad essa riconducibili. Ma se all’inizio la volontà comune puntava verso un progressivo sfruttamento del territorio, già solo per il soddisfacimento delle crescenti richieste di energia legate alla creazione di infrastrutture e servizi turistici, oggi, complice la pandemia e l’arrivo di un nuovo Governo alla guida del Paese, sta avendo una sensibile sterzata a favore della conservazione e tutela del patrimonio ambientale, visti anche gli scenari di previsione che vedono per effetto dei mutamenti climatici, importanti stravolgimenti anche per il territorio islandese.
Desertificazione, arretramento delle fronti glaciali, interramento delle lagune costiere che spesso ospitano strutture portuali, innalzamento della temperatura degli Oceani e cambiamento degli ecosistemi marini sono solo alcuni dei temi che preoccupano la società islandese ed internazionale per i quali è necessario dare risposte concrete.
Bisogna premettere che quello che intendo proporre insieme ai partners che hanno condiviso il progetto Iceland Stop Global Warming non è un catalogo di viaggi o un calendario di partenze per una vacanza indimenticabile in uno dei posti al Mondo più affascinanti in assoluto. Bensì una condivisione di esperienze per un approccio consapevole e responsabile nell’affrontare le sfide che ci vedono responsabili oggi e protagonisti nel futuro.
Credo che raggiungere in fuoristrada la fronte di un ghiacciaio islandese, partecipare alle attività di controllo e monitoraggio del suo stato di conservazione, analizzare e ricostruire le sue antiche forme ed i suoi stadi di avanzamento o regressione e contemporaneamente assistere all’eruzione di un vulcano sotto le danzanti aurore boreali possa essere una buona avventura da raccontare, una volta rientrati a casa.
Per maggiori informazioni: www.viaggioislanda.com
Leonardo Parigi
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Io ho cominciato con i MinDarwin nel 2006 a fare questo tipo di viaggi che uniscono avventura scienza ed ecologia... fino ad arrivare alle spedizioni più recenti, in artico, con polarquest2018 e polarquest2021.