Categorie: Ambiente Artico

Caribù: cos’è, dove vive e cosa mangia la Renna Artica?

La renna artica è un animale che vive nella regione artica. In Europa questi animali vengono chiamati renne, mentre in Nord America sono definiti caribù (quando sono selvatiche) oppure renne (se addomesticate).

Le renne vivono nelle fredde aree della tundra artica (una pianura priva di alberi, tipica dell’ambiente artico) e all’interno delle foreste boreali settentrionali.

Sono degli animali erbivori e ruminanti, ossia si nutrono di vegetali che fermentano all’interno della zona superficiale del proprio intestino; questo materiale viene poi rigurgitato dalla renna per essere nuovamente masticato, prima di passare alla parte inferiore dell’intestino.

Le renne artiche vivono in gruppi di grandi dimensioni, che spesso si dividono e diventano più frammentati nei mesi invernali.

Dove vivono le renne caribù?

La renna artica è un mammifero che vive nell’estremo nord del globo terrestre. La maggior parte di questi animali polari si trova al di sopra delle linea degli alberi a nord della tundra o sulle isole artiche. Si possono trovare diversi esemplari anche in Finlandia e Siberia. Questi ultimi vengono chiamati renne dei boschi e vivono l’intera esistenza all’interno della foresta.

Cosa mangiano le renne?

In estate, le renne mangiano una varietà di erbe, piante, erbe, felci, foglie, muschio e funghi. Durante l’inverno, invece, si nutrono principalmente di licheni e muschio. Nonostante siano generalmente erbivori, ci sono prove che indicano che in alcune circostanze si possono nutrire anche di lemming, salmerino artico e uova di uccelli.

Caratteristiche della renna caribù

  • Peso: le renne adulte hanno un peso che varia dai 60 ai 300kg;
  • Ossa del naso: all’interno del naso, le renne hanno delle ossa sottili con molti vasi sanguigni in grado di riscaldare e inumidire la secca aria gelida prima che raggiunga i polmoni;
  • Zoccoli: gli zoccoli della renna cambiano di stagione in stagione; durante l’estate diventano simili a delle spugne (per avere un buon grip mentre camminano nella tundra morbida), mentre durante l’inverno diventano affilati, in modo da scavare nel ghiaccio per procurarsi del cibo;
  • Visione ultravioletta: mentre la vista dell’uomo si interrompe a lunghezze d’onda di circa 400 nm, le renne possono vedere fino a 320mm. Questa vista incredibilmente acuta permette loro di distinguere alcuni indizi invisibili all’occhio umano (segni di urina, licheni, animali con pellicce bianche perfettamente mimetizzate con l’ambiente circostante) che le permettono di distinguere le fonti di cibo dai predatori;
  • Corna: le renne sono gli unici animali in cui sia gli esemplari femmine che maschi hanno le corna; questa caratteristica permette loro di difendersi dai predatori, scavare nella neve per accedere al cibo o combattere fra esemplari della stessa specie per il corteggiamento. Le renne di sesso maschile perdono le corna alla fine della stagione degli amori (intorno a inizio dicembre) mentre le femmine le mantengono per tutto l’inverno; le corna ricrescono poi ogni anno;
  • Pelliccia: il pelo della renna è folto e spesso, e le permette di proteggersi dal gelo dell’inverno e di galleggiare quando è in acqua. Durante l’inverno, alla renna caribù cresce una pelliccia più folta, che perde poi la stagione successiva;
  • Vivono in branchi per proteggersi dai predatori;
  • Migrazione: le renne possono migrare per oltre 5.000 km ogni anno, tuttavia, alcuni gruppi di caribù può decidere di non migrare affatto. Generalmente, durante l’estate si muovono verso nord (le giornate più lunghe garantiscono una maggiore crescita di piante) mentre verso sud in inverno (in cui le aree boschive forniscono riparo dal maltempo, specialmente durante le tempeste).

Il rapporto con l’uomo

La renna artica ha relazioni con l’uomo da migliaia di anni. Essendo un erbivoro molto grande e resistente, nel corso dei secoli ha sempre rappresentato una fonte di nutrimento per diverse popolazioni. Inoltre, questi animali sono sempre stati preda dei popoli Inuit non solo per il cibo ma anche per la raccolta di pelli, corna e ossa, utilizzati poi come strumenti.

7 curiosità sulla renna artica

Caribù e renna differenza

Renna e caribù sono due nomi che indicano la stessa specie di mammifero (Rangifer tarandus). Il termine “renna” si riferisce alle renne addomesticate che vengono generalmente impiegate per trainare i pulk, le tradizionali slitte scandinave. Il nome caribù, invece, deriva dalla parola Mi’kmaq Qalipu (pronunciata hal-lay-boo) che significa “pala da neve“. Questo è un riferimento alla forma dei loro zoccoli (simile a delle pale) che vengono utilizzati per scavare nella neve per procurarsi il cibo durante l’inverno.

Le renne caribù sono velocissime

Un caribù può correre più forte di un atleta olimpico: fino a una velocità di 70-80km/h! Questo è il motivo per cui le renne non vengono cacciate dagli orsi polari: gli orsi si surriscaldano durante l’inseguimento e sono costretti a rallentare, lasciando scappare la preda.

Comunicano (anche) con le proprie ginocchia

Durante le tormente di neve, le ginocchia dei caribù fanno un rumore sordo in modo da farsi sentire dai compagni. Inoltre, gli scienziati hanno scoperto che gli esemplari di sesso maschile hanno una grande sacca d’aria all’interno del collo che permette loro di emettere un forte rumore per comunicare o emettere dei suoni durante la stagione degli amori. Nelle femmine, invece, le sacche d’aria consentono di comunicare con i propri cuccioli. Ogni renna effettua un suono unico e diverso dalle altre.

Le corna di renna artica sono uniche

Le corna di renna sono appendici ossee che crescono ogni anno sulla testa di questo mammifero artico. Queste si sviluppano rapidamente – fino a 2 cm al giorno – e sono composte da un materiale ricco di afflusso di sangue chiamato “velluto”. Le renne sono gli unici mammiferi a cui crescono le corna ogni anno. Come le impronte digitali umane, non esistono due corna uguali: ognuna ha la sua forma.

Le loro loro corna sono una fonte di nutrimento per altri animali

Quando le renne perdono le loro corna, queste vengono mangiate dai roditori e da altri animali e sono un’ottima fonte di calcio e minerali.

Le renne di Babbo Natale sono tutte femmine

Le renne maschio perdono le corna alla fine della stagione degli amori (a inizio dicembre) mentre le femmine le mantengono per tutto l’inverno. Proprio per questo, dato che la leggenda narra che tutte le renne che trainano la slitta abbiano le corna, significa che le renne di Babbo Natale sono tutte di sesso femminile.

Il latte di renna è molto ricco di nutrienti

Si dice che il latte di renna sia il latte più ricco di nutrienti rispetto a quello prodotto da qualsiasi altro mammifero terrestre. Contiene una grande quantità di grasso di burro (22%) e di proteine (10%). In confronto, il latte di mucca ha solo il 3-4% di grasso di burro.

I caribù stanno scomparendo

La popolazione globale delle renne selvatiche rischia di scomparire. Nell’arco degli ultimi 20 anni la renna – o caribù – è rimasta vittima del riscaldamento globale come tutto l’ecosistema artico e sub-artico, e il numero totale di questi animali si è dimezzato.

Uno studio dell’American Geophysical Research Union rivela che il numero degli esemplari di renna è precipitato da 5 milioni a circa 2,1 milioni. Il motivo? L’andamento del clima, i cambiamenti nella vegetazione e quindi nelle abitudini alimentari di questi animali, oltre che l’inquinamento. Alcuni branchi di renne selvatiche si sono ridotte di addirittura del 90% in Alaska e Canada, ed è difficile pensare a un’inversione di tendenza. Anzi, il rischio concreto è che il caribù sia presto a rischio estinzione.

In un’intervista alla BBC, il Professor Howard Epstein, coinvolto nella ricerca, ha affermato: «Il surriscaldamento globale porta a un cambiamento della vegetazione. I licheni che i caribù amano mangiare crescono a livello della terra, ma il riscaldamento porta alla crescita di una vegetazione più alta che surclassa i licheni». Questo potrebbe anche indurre le renne a cambiare il proprio regime alimentare, ma un altro problema è dato dal numero di insetti, che è notevolmente aumentato nelle regioni sub-artiche.

E quindi? «Gli insetti sono oppressivi e costringono questi animali a spendere molta più energia per liberarsene o per trovare posti dove nascondersi», continua lo scienziato.

Non è la prima volta che la renna artica subisce un mutamento nel suo numero complessivo, ma oggi appare seriamente a rischio.

Leonardo Parigi © Tutti i diritti riservati

Leonardo Parigi

Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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