I caccia italiani sono atterrati a sud di Seattle. Nelle prossime due settimane prenderanno parte a Red Flag, una fondamentale esercitazione aerea che si svolge nei cieli d’Alaska.
Come segnalato da Itamiradar, nei giorni scorsi i fiori all’occhiello dell’Aeronautica italiana sono volati in direzione Joint Base Lewis-McChord, a sud di Seattle, nell’estremo nordoccidentale degli Stati Uniti (Alaska esclusa), ovvero lo Stato di Washington.
Una sosta temporanea, in attesa che prenda inizio Red Flag 2024, esercitazione aerea annuale tra le più importanti che riguardano Stati Uniti e alleati. Si tratta di una serie di esercitazioni sul campo (aereo) che hanno come scopo principale l’addestramento all’impiego di grandi forze in un ambiente di combattimento simulato.
Un vero e proprio “gioco di guerra”: come già vi avevamo spiegato lo scorso anno, i partecipanti a Red Force-Alaska sono organizzati in forze “Rosse” e forze “Blu” contrapposte le une alle altre. Durante le due settimane di esercitazione, gli equipaggi sono sottoposti a ogni immaginabile minaccia di combattimento. Al culmine dell’esercitazione, fino a 70 caccia possono operare contemporaneamente nello stesso spazio aereo.
Come accennato, l’Italia ha inviato un nutrito numero di velivoli per questa edizione di Red Flag. Sono atterrati nel complesso 19 velivoli per uno dei più grandi schieramenti da parte dell’Aeronautica Militare italiana degli ultimi anni, con alle spalle un’operazione logistica estremamente complessa.
Nello specifico, si tratta di: 6 Eurofighter, 6 F35-A, 1 G550 Caew, 4 Boeing KC-767 e 2 Lockheed Martin C-130J.
Si tratta di addestramenti dell’aviazione statunitense fissati da lungo tempo e che si protraggono di fatto da decenni. Tuttavia, come abbiamo avuto modo di rilevare ancora recentemente con Nordic Response, l’Artico si conferma uno scenario di conflitto – per ora simulato – di crescente interesse.
Le due settimane di esercitazioni inizieranno il 18 aprile e termineranno il 3 maggio.
Enrico Peschiera
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