La rubrica settimanale da Bruxelles che raccoglie gli appuntamenti da segnare in agenda e offre uno spunto di riflessione per la settimana.
Appuntamenti da tenere d’occhio:
- 24-28 febbraio: Appuntamento di caratura globale per la scienza e la politica climatica: Il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) si riunirà a Hangzhou, in Cina. Nel meeting verranno concordate le linee generali dei contributi dei tre gruppi di lavoro al Settimo rapporto di valutazione (AR7) e al Rapporto metodologico sulle tecnologie di rimozione dell’anidride carbonica, cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio. Gli Stati Uniti, copresidenti del gruppo di lavoro focalizzato sulla mitigazione, non manderanno il proprio staff tecnico (gestito dalla NASA) a supporto dei lavori.
- 25-27 febbraio: I membri della sottocommissione per le questioni fiscali del parlamento europeo (FISC) si recheranno a Helsinki e Tallinn per incontrare rappresentanti di istituzioni chiave, del settore privato, di sindacati e società civile. Tra i vari temi in agenda per gli incontri: l’attuazione della riforma fiscale a due pilastri dell’OCSE, la semplificazione del sistema fiscale e la promozione della competitività, e la tassazione dell’energia.
- 26-27 febbraio: Sessione plenaria del Comitato Economico e Sociale Europeo. Tre i temi principali in agenda: la presentazione delle priorità della presidenza polacca del Consiglio dell’UE; forum di altro livello sui diritti delle donne; competitività, mercato unico e semplificazione normativa. Sarà possibile seguire la sessione in live streaming.
Parliamo di numeri: €477 miliardi in più all’anno
Mentre la comunità globale si trova ad accettare di fare a meno del supporto economico, politico e scientifico degli Stati Uniti per affrontare la crisi climatica, un paper pubblicato dalla Banca Centrale Europea evidenzia importanti gap e ostacoli per gli investimenti green in Unione Europea. Nonostante gli scombussolamenti geopolitici, l’Unione Europea rimane formalmente impegnata a tagliare le proprie emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030. Tale impegno, tuttavia, richiede un livello di investimento molto superiore a quello raggiunto finora (in media €764 miliardi all’anno nel decennio 2010-2020).
Secondo le stime, il pezzo mancante da aggiungere agli investimenti annuali fino al 2030 oscilla tra il 2.7% e il 3.7% del PIL dell’UE. Il dato elaborato dalla Commissione Europea si assesta sui €477 miliardi, di cui una parte sostanziale dovrebbe servire a decarbonizzare il settore dei trasporti e aumentare l’efficienza energetica degli edifici residenziali.
Fonte: Occasional Paper Series – Investing in Europe’s green future
Annalisa Gozzi