L’ambizioso progetto Arctic LNG 2 che sembra in fase di stallo potrebbe ripartire da Murmansk e dal suo porto strategico
La storia di Murmansk
La città di Murmansk è situata sulla riva orientale del Golfo di Kola nella parte Nord Occidentale della Russia europea, ed è famosa soprattutto per il suo porto, il più grande a Nord del Circolo Polare Artico, non distante dal confine russo con la Norvegia.
Le sue origini risalgono alle ricerche per trovare un luogo dove costruire uno snodo logistico oltre il circolo artico, che iniziarono a partire dal 1912. Dopo tre anni fu inaugurato il porto, e nei suoi dintorni si sviluppò un piccolo centro abitato.
La costruzione della città di Murmansk e del suo porto si devono soprattutto all’impellenza di esperire alle esigenze logistiche della Russia durante un momento delicato come la prima guerra mondiale. Per collegare meglio la città, la Russia adoperò numerosi prigionieri austro-germanici per la costruzione della ferrovia Pietrogrado-Murmansk, lunga 1459 km, che divenne operativa a partire dal 1916.
Il porto conobbe un ulteriore sviluppo a cavallo tra gli Venti e Trenta del ‘900, divenendo uno dei più importanti porti della Russia. E infatti nel 1933 Murmansk divenne una delle basi in cui si riforniva la neonata Flotta del Nord. Inoltre la città è famosa per il discorso di Murmansk del 1987, in cui Mikhail Gorbachev statuì “Lasciamo che il Nord del globo, l’Artico, diventi una zona di pace” nella speranza che la regione divenisse un luogo di cooperazione internazionale.
Il progetto russo dell’Arctic LNG 2 stenta a decollare
Arctic LNG 2 è un impianto di produzione e stoccaggio gas che è ubicato nella penisola di Gyda, nell’Artico, e ha una capacità stimata di circa 19,8 milioni di tonnellate l’anno in metri cubi (mc) con tre treni da 6,6 milioni di tonnellate, come si definiscono in gergo tecnico le unità di liquefazione degli impianti.
Il processo che porta il gas allo stato liquido si ottiene raffreddando il gas a una temperatura che sfiora i -162 gradi celsius e si utilizza per diminuire di circa 600 volte il suo volume, garantendo una maggiore facilità di stoccaggio e trasporto.
Fonte: https://www.offshore-technology.com
L’impianto aveva attirato diversi investimenti europei tra cui figurava anche l’Italia, che attualmente ha congelato gli accordi, con un investimento di circa 500 milioni di euro su un totale di 21 miliardi di euro. Sono due i principali problemi del progetto energetico Arctic LNG 2: la dipendenza dal mercato europeo e la necessità di adoperare navi rompighiaccio, fondamentali in quanto le rotte artiche per la maggior parte dell’anno sono ghiacciate.
L’Unione Europea a seguito dell’invasione dell’Ucraina del 2022 ha imposto un pacchetto di sanzioni senza precedenti e ha diminuito le importazioni del gas russo di circa due terzi.
Le sanzioni europee, che per adesso non sono state applicate direttamente al gas naturale per l’opposizione di alcuni Stati come l’Ungheria, potrebbero essere messe a terra tramite il quattordicesimo pacchetto attualmente in discussione presso la Commissione, che rischierebbe di impattare ancora più significativamente sull’export del gas russo. Inoltre, la penuria di navi metaniere rompighiaccio e le sanzioni europee che ostracizzano la Russia dal godere del Know-how e delle tecnologie europee si pone come un problema non indifferente, essendo i treni vicini a coste ghiacciate per la maggior parte dell’anno.
La Russia potrebbe ridisegnare l’Arctic LNG 2 e investire invece sul porto di Murmansk
Il colosso energetico russo, Novatek, è stato forzatamente costretto dalle sanzioni a rivedere i propri piani e a ponderare l’idea di investire nel Porto di Murmansk. La scelta risulta comprensibile, alla luce della morsa sanzionatoria occidentale che ha posto dei limiti logistici per l’approvvigionamento di nuove navi metaniere rompighiaccio. Inoltre, va considerato che il porto Murmansk è libero dai ghiacci e ciò faciliterebbe notevolmente il trasporto del gas.
Una fonte interna all’azienda sostiene che il porto di Murmansk potrebbe divenire il terzo treno del progetto Arctic LNG 2 e così diventare il nuovo cavallo vincente su cui puntare. Il progetto che coinvolgerebbe il Porto di Murmansk utilizzato come punto di partenza delle navi avrebbe potenzialmente una capacità massima di 20.4 milioni di tonnellate ovvero di più delle 19.8 tonnellate dell’Arctic LNG 2.
Inoltre, secondo Novatek l’impianto di Murmansk dovrebbe brevettare nuove tecnologie di raffreddamento del gas utili nei processi di liquefazione del gas naturale e del suo stoccaggio basandosi su un brevetto recentemente registrato. Il brevetto dovrebbe garantire un processo di liquefazione del gas più efficace non dovendo essere necessarie particolari condizioni climatiche ambientali e ciò garantisce una maggiore efficienza e potenzialmente una maggiore produzione e stoccaggio del gas.
Leonid Michel’son – il CEO di Novatek – ha affermato che l’impianto di Murmansk risolverebbe lo spreco del surplus energetico elettrico prodotto dalla vicina centrale nucleare di Kola, che potrebbe essere impiegato per alimentare l’impianto. In conclusione l’impianto di Murmansk ha il potenziale per divenire la punta di diamante delle ambizioni energetiche di Mosca e solo nel futuro potremo saggiare se le ambizioni corrisponderanno alla realtà.
Giorgio Cacciotti