Abbiamo ha fatto visita al Natural History Museum per ammirare la mostra del fotografo Gregor Sailer.
Le temperature nell’Artico stanno aumentando a un ritmo tre volte superiore alla media globale. Presto, il ghiaccio marino, un tempo permanente, si sarà ritirato abbastanza da aprire una rotta marittima più breve attraverso l’Artico, esponendo l’area a maggiori viaggi, ricerca e sfruttamento a fini economici.
La mostra fotografica di Gregor Sailer “The Polar Silk Road” esplora gli impatti attuali, potenziali e inaspettati di questa nuova rotta commerciale globale, e documenta questa regione del mondo in rapido cambiamento in un momento cruciale della sua storia.
In mostra al Natural History Museum di Londra fino al 24 novembre (non siamo riusciti a visitarla prima, ma non potevamo certo perderla!) l’esibizione del fotografo tedesco è una vera e propria immersione in una delle regioni più remote e inospitali del pianeta, che tuttavia vede una sempre più assidua e ingombrante presenza dell’uomo.
Le immagini, taglienti ed evocative, infatti, evidenziano i segni lasciati dall’uomo sul paesaggio altrimenti incontaminato, e mettono in discussione le possibilità di impatti ambientali, economici e sociali che un ulteriore sfruttamento potrebbe causare.
Temperature fino a 55 gradi sotto zero, zone di restrizione militare, ricerche lunghe e approfondite e l’imprevedibilità dell’Artico hanno reso questo progetto – interamente effettuato con telecamera analogica – una sfida enorme.
Sailer, tedesco classe 1980, è un fotografo specializzato in architettura, e il suo lavoro si concentra su come costruzioni e strutture possono riflettere idee politiche, economiche e sociali. In questo suo importante lavoro, Sailer indaga l’espansione delle strutture militari e delle stazioni di ricerca che negli ultimi anni hanno proliferato in tutta la regione Artica, segnalando una crescente attività umana in luoghi che fino a pochi decenni fa risultavano pressoché inaccessibili.
Le immagini mostrate (alcune delle quali potete ammirare qui) suggeriscono gli impatti nascosti e inaspettati dei cambiamenti climatici, molti dei quali devono ancora essere pienamente compresi, rendendo la ricerca scientifica ancora più urgente e necessaria. Le fotografie di Sailer chiedono quale ruolo giochiamo anche in luoghi così remoti e inospitali, e fanno riflettere su quanto le azioni umane in un luogo possano avere un impatto su persone e luoghi a migliaia di chilometri di distanza.
Enrico Peschiera
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