Pietro I, passato alla Storia come “il Grande” trasforma finalmente la Russia in un impero e, sconfiggendo il vicino svedese, conquista i territori del Baltico fondando la città di San Pietroburgo.
L’ascesa dello Zar
Lo zar Pietro I salì al trono russo nel 1694, dopo la morte di sua madre, che fino a qual momento aveva regnato in sua vece. Il primo atto che compì il nuovo zar in politica estera fu imbarcarsi in un conflitto contro l’Impero ottomano, il più grande sostenitore del Khanato di Crimea, che controllava le coste del Mar Nero e che da secoli era una spina nel fianco della Russia.
Dopo il primo disastroso tentativo di conquistare la città di Azov via terra nel 1695, Pietro I, appassionato di nautica sin da ragazzo, pretese che la Russia si dotasse di una grande flotta che fece assemblare nella città di Voronež, sul fiume Don. Le nuove forze militari russe, sia navali sia di fanteria costrinsero Azov alla resa. La città fu abbandonata dai Turchi, e i Russi poterono finalmente guadagnarsi uno sbocco sul Mare di Azov, che avrebbe aperto loro la strada per l’espansione verso il Mar Nero.
Pietro si prodigò per formare un’alleanza contro la Turchia, che considerava il nemico più vicino e più pericoloso della Russia, inviando ambasciate presso i sovrani d’Europa. Si dovette alla fine però accontentare di partecipare a un’alleanza in funzione anti-svedese appena formatasi che, oltre al Regno di Russia, comprendeva il Regno di Danimarca, la Confederazione polacco-lituana e il Principato Elettorale di Sassonia.
L’Impero svedese, dopo la sua vittoria nella Guerra dei trent’anni, controllava infatti l’intero Mar Baltico, ragione per la quale lo zar, speranzoso di migliorare la posizione della Russia anche in questa area geografica, fu comunque contento di parteciparvi. Il 13 luglio del 1700 La Russia e l’Impero ottomano firmarono il Trattato di Costantinopoli, che poneva fine alla guerra tra i due Stati introducendo una tregua di trent’anni.
La Grande Guerra del Nord
Pietro si era affrettato a concludere una pace con la Turchia per concentrare tutte le forze della Russia contro la Svezia, visto che Danimarca, Polonia e Sassonia nel frattempo le avevano già dichiarato guerra. Iniziava così la Grande Guerra del Nord, che si rivelò ben più complicata del previsto vista l’inaspettata perizia militare di Carlo XII Re di Svezia, da tutti inizialmente considerato giovane e inesperto.
Dopo la rapida caduta della Danimarca, l’esercito russo subì una totale disfatta nella battaglia di Narva: Carlo XII decise di non proseguire verso Mosca, preferendo rivolgersi alla Polonia, risparmiando alla Russia l’umiliazione della sconfitta. Con il suo tipico carattere battagliero, Pietro non si diede però per vinto e ben presto, grazie a un nuovo esercito meglio addestrato, tornò a muoversi verso occidente, conquistando sempre più territori intorno al golfo di Finlandia.
Nel maggio del 1703 – giugno, secondo il calendario giuliano allora in vigore – fu fondata la città di San Pietroburgo, che sarebbe diventata la capitale del futuro Impero russo, sulla foce del fiume Neva. Grazie alla nuova testa di ponte guadagnata da Pietro sul golfo di Finlandia, questi poté permettersi di costruire un’altra flotta nel Baltico.
Dopo anni di battaglie, ribellioni e tradimenti, a Poltava si svolse lo scontro finale tra le forze russe, comandate da Pietro I, e quelle svedesi di Carlo XII. L’8 luglio del 1709, l’esercito svedese, inferiore per uomini e per mezzi, nonostante la presunta invincibilità del suo comandante, subì una pesantissima sconfitta.
La vittoria di Poltava e la conquista del Baltico
L’esito della battaglia presso Poltava dimostrò quanto l’esercito russo fosse cambiato e quanto, nel corso dei pochi anni che separavano la battaglia di Narva da quella di Poltava, si fosse modernizzato, grazie soprattutto all’impegno dello zar Pietro I. La Grande guerra del Nord formalmente sarebbe durata fino al 1721, ma già nel 1709 questa si era decisa a Poltava.
Approfittando della debolezza svedese dopo la sconfitta, la Russia di Pietro poté quindi accaparrarsi sempre più posizioni nel Baltico, per permettere alla nuova capitale San Pietroburgo di svilupparsi senza interferenze dall’esterno: al 1710 risalgono la presa di Vyborg, importante fortezza svedese, di Riga e di Tallinn.
Grazie all’intervento al fianco della Russia, ancora una volta, di Danimarca, Polonia, Prussia e Sassonia, negli anni 1713 e 1714 Pietro poté spingere il suo esercito fino a occupare quasi tutta la Finlandia. Dopo avere subito una nuova sconfitta navale contro la Russia presso Hangö e in seguito alla morte di Carlo XII la Svezia firmò il Trattato di Nystad con la Russia che ottenne, in particolare, la sovranità su quelle che oggi sono le due repubbliche baltiche di Estonia e Lettonia.
Con la vittoria nella Grande guerra del Nord, il nuovo Senato, istituito da Pietro nel 1711, lo proclamò “il Grande” e “imperatore di tutte le Russie”. La Moscovia diventava così una nuova Potenza di rango europeo, cosa che creò non pochi fastidi tra i tradizionali Stati dell’Europa occidentale, che impiegarono diversi anni a riconoscere ufficialmente l’Impero russo.
Tommaso Bontempi