Conversazione con Paolo Venturini (classe 1968), viceispettore di Polizia di Stato di Padova e ultramaratoneta con all’attivo diversi record mondiali.
Paolo Venturini è conosciuto per aver corso per 50 chilometri nel luogo più caldo del mondo, nell’altopiano del Goldon Beryan (Iran) con picchi di temperatura a 70,7 gradi (luglio 2017), e per aver affrontato la sfida del freddo estremo, correndo da Tomtor a Oymyakon, in Siberia (Repubblica di Sacha-Jacuzia, Federazione Russa, gennaio 2019) attraversando di corsa i 39 km che separano le due città con temperature fino a -52,6°.
La preparazione per questa impresa, chiamata “Monster Frozen”, è durata circa un anno e mezzo fra sopralluoghi in Jacuzia e allenamenti in Italia. Per abituarsi alle temperature estreme, Venturini si è allenato in celle frigorifere e abbattitori professionali fra i -25° e i -50°.
Costantemente monitorato dal Dipartimento di Medicina dello Sport dell’Università di Padova, Venturini ha sottolinea sempre come le sue imprese siano volte alla ricerca del limite umano, e non abbia mai assunto farmaci o beneficiato di supporto medico durante gli allenamenti e le prove.
Per compiere questa impresa, il gruppo di supporto ha dotato l’atleta di abbigliamento tecnico specificatamente sviluppato, e ha monitorato il suo stato di salute durante tutta la corsa, rilevando dati inediti sulle sue condizioni fisiche e sulle reazioni del suo corpo allo sforzo.
Paolo Venturini ha deciso di compiere questa impresa anche per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del riscaldamento globale. Le temperature proibitive che si registrano oggi in Siberia, fra qualche anno potrebbero non essere più così basse, e questo creerà (e sta già creando) scompensi disastrosi all’equilibrio della regione siberiana come di tante altre regioni artiche e subartiche del mondo.
Scioglimento del permafrost, crollo delle case e delle industrie che vi sono state costruite, liberazione di virus e batteri da tempo dormienti, incendi estivi e innalzamento del livello del mare. Sono solo alcuni dei risultati che stiamo iniziando ad osservare in questi anni, e che influenzeranno la nostra vita da qui in avanti.
Per questo motivo, durante uno dei sopralluoghi in Jacuzia, Venturini ha anche girato due episodi di Running Scenery, un programma di Sky Sport, per far conoscere un territorio nascosto e sensibilizzare il pubblico alle problematiche ambientali.
Durante la sua permanenza in Jacuzia, Venturini ha avuto occasione di conoscere molte importanti personalità del panorama politico della Repubblica, e la risonanza della sua impresa è stata tale che è stato nominato Goodwill ambassador del Northern Forum per essere stato l’atleta con la maggiore escursione termica al mondo.
Invitato in Russia nel settembre 2021 con autorizzazione della Farnesina e del Viminale proprio in qualità di rappresentante per l’Italia, il riconoscimento istituzionale è stato ampio, visto che per la prima volta in 30 anni un italiano è stato posto a capo di progetti mirati alla salvaguardia dell’ambiente nordico e artico, con programmi indirizzati ai giovani, in particolare alle popolazioni native delle regioni artiche.
Infatti, i gruppi etnici principali che abitano l’Artico (fra cui Ciukci e Inuit) pur essendo quelli che stanno risentendo di più dei cambiamenti climatici, sono quelli che hanno meno possibilità di far sentire la loro voce. Nel suo progetto, Venturini ha portato progetti concreti per dare un’educazione e una formazione ambientale ai giovani di queste etnie, per far sì che siano loro stessi a diventare difensori del loro territorio e testimonial della loro cultura.
“La gestione dei rifiuti e il loro riciclo è uno degli elementi più importanti su cui si concentra il progetto“, racconta Venturini. “La sfida è entrare nella quotidianità di queste popolazioni tenendo in considerazione le loro diverse culture e stili di vita. Nel mio progetto anche lo sport gioca un ruolo fondamentale come strumento formativo: stiamo pensando ad eventi di plogging (raccogliere i rifiuti mentre si fa jogging, NdA) per avvicinare ulteriormente i giovani al tema.”
Il progetto successivo che Venturini aveva per la sua scalata dei record era quello di attraversare di corsa il Lago Bajkal ghiacciato, la riserva di acqua dolce più grande del pianeta con i suoi 636 km di lunghezza e i 79 di larghezza. Questo lago è di importanza fondamentale per la regione circostante, che vive in un vero e proprio ecosistema intorno ad esso.
Il lago non solo rappresenta una riserva d’acqua fra le più pure del pianeta, ma anche una via di comunicazione e una sorta di divinità secondo la pratica sciamanica degli abitanti della regione. Il progetto è attualmente rimasto in sospeso a causa della situazione politica precaria.
“Il progetto avrebbe dovuto aver luogo nel marzo 2022 in un posto pazzesco: ho visitato il Bajkal dalla sponda della Buriazia, una delle province più estreme della Federazione Russa. Il capoluogo è Ulan Ude e la Repubblica confina direttamente con la Mongolia. Qui l’etnia prevalente è quella asiatica e la popolazione è caratterizzata da un approccio animista nei confronti della natura: l’amore per il territorio di questi popoli si rispecchia nella loro religione ma soprattutto nelle loro pratiche quotidiane.
Per me è stato impressionante visitare la Buriazia dopo il Daghestan (anch’esso provincia della Federazione Russa, di religione musulmana, al confine sud/Caucaso). Qui la sporcizia e spazzatura in giro per le campagne mi hanno molto rattristito e l’insensibilità nei confronti della natura qui mi ha fatto percepire ancora di più il contrasto”.
Durante la sua impresa in Jacuzia, Venturini è stato accolto da diversi personaggi di spicco della Repubblica, stringendo sincere amicizie con molti di loro. “Sono stato ricevuto dal Governatore della repubblica di Sakha Jakutia Aisen Nikolaev, dal Ministro delle Relazioni Estere e delle Questioni Etniche Gavril Kirillin, e da Semyon Dyachkovskiy, Ministro della Cultura e dello Sviluppo Spirituale.
Quest’ultimo ha decretato il film documentario Monster Frozen patrimonio audiovisivo della Repubblica per il significato che ha avuto per la popolazione locale. Inoltre, ho costruito un rapporto di amicizia con Vladimir Vasilev, Direttore Esecutivo del Northern Forum e Presidente della Northern Forum Academy”.
L’impresa di Venturini e la sua personalità hanno lasciato un segno profondo nella comunità che lo ha accolto. Quello yakuto è un popolo che molto raramente si mette in mostra, sul piano internazionale quasi non si conosce. Per cultura rimangono nascosti, godono della loro particolare gestione autonoma e sono molto fieri della loro lingua e della loro tradizione, che si discosta molto da quella russa.
“Gli jakuti sono ancora oggi un popolo di cacciatori e hanno tradizioni molto legate al loro territorio”, conferma l’atleta della Polizia di Stato. “Ad esempio durante un lungo viaggio si fermano a omaggiare la natura con delle frittelle che offrono agli elementi naturali, e questo è solo uno dei loro molti riti quotidiani. Il loro amore per l’ambiente si dimostra anche quando cacciano (uccidono solo quello che serve al fabbisogno familiare immediato) e con cui cercano sempre di restituire alla natura una parte di quello che hanno preso”.
“Quando, nel 2021, abbiamo fatto vedere il film per la prima volta a Jakutsk, l’entusiasmo della gente è stato tale che sono dovute intervenire le forze d’ordine pubblico per gestire la situazione: tutti volevano fare foto con me e parlarmi. Ovviamente a me faceva piacere, ma la situazione stava diventando ingestibile. Questo è un segnale molto forte per un popolo che solitamente vive nascosto e secondo i valori della modestia e della semplicità. Si sono sentiti fieri ma soprattutto volevano condividere la loro gioia con me.”
I locali hanno contribuito alla riuscita del progetto di Venturini in prima battuta, fornendogli del prezioso grasso d’orso, con il quale si è cosparso prima di indossare gli indumenti tecnici per la corsa. Questo ha impedito le scottature cutanee dal freddo, visto che il grasso d’orso e di foca e uno dei pochi materiali che non ghiaccia a temperature estreme.
“Ancora oggi sono in continuo contatto con molti di loro, che mi chiedono della situazione internazionale, mi raccontano le condizioni atmosferiche. In questi giorni le temperature sono scese sotto i -50°C, e questo è un dato positivo. Ma le altissime temperature che hanno superato i 40°C e la siccità della scorsa estate non hanno consentito la normale raccolta del fieno, quindi hanno dovuto abbattere molte vacche che non potevano sfamare.
È un mondo d’altri tempi. Ad esempio, un ragazzo di 30 anni con il quale avevo fatto amicizia l’anno scorso è stato ucciso da un orso: i suoi familiari hanno voluto subito comunicarmelo.” Chiaramente non tutti gli jakuti sono cacciatori, anzi la maggior parte della popolazione vive nella capitale, in cui continuamente si costruiscono nuovi quartieri residenziali.
Qui ci sono molte aziende per l’estrazione e la lavorazione di minerali preziosi, come i diamanti (Alrosa), l’uranio e il plutonio. Questa terra è naturalmente ricca e anche per questo le è stata concessa una relativa autonomia amministrativa da Mosca, da cui comunque dista 7 ore di volo. La capitale non è sentita dai locali come un punto di riferimento, sia per la distanza fisica che per quella culturale.
La maggior parte della popolazione qui è jakuta o proviene dall’Asia Centrale, da cui molti uomini si trasferiscono per mantenere le famiglie con le rimesse. Infatti, coloro che vivono a Jakutsk godono di stipendi fra i più alti della Russia, anche per una sorta di compensazione per le condizioni disagevoli e per i lavori usuranti che molti di loro praticano.
Il nuovo progetto di Venturini avrà luogo in India a luglio 2023. Qui correrà sul valico stradale più alto del mondo (il Khardung La, a 5603 m di quota) e, sempre seguito dall’equipe dell’Università di Padova, sarà oggetto di ricerche medico-scientifiche sull’endurance continuativa in altissima quota e sulla corsa in ipossia.
“Anche questo progetto è fortemente legato alla drammatica situazione climatica attuale. Siamo stati a fine Novembre 2022 nel Ladakh, e siamo rimasti sconcertati: a 5000m di quota, dove di solito ci sono 5 metri di neve, non pioveva da agosto e non c’era quasi neve”.
Questo progetto si colloca anche in una regione geografica molto particolare e sensibile, al confine con il Tibet, che rappresenta una zona politicamente molto calda. “Non mi sono prestabilito un chilometraggio per questa sfida, visto che lo spazio sarà ridotto e dovrò fare avanti e indietro di corsa per un tratto di soli 200 metri. Quello che mi importa di più sono i risultati scientifici che darà il test, visto che a questa quota si fa molta fatica a respirare.
Arrivare così in alto senza acclimatazione è fortemente sconsigliato dagli stessi locali (che abitano a 3000 m circa), che quando siamo andati sul passo per il sopralluogo ci hanno avvisato che non saremmo resistiti più di 5 minuti. Siamo rimasti su circa un’ora. La sfida è prevista per luglio 2023”.
Corinna Ramognino
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