La Russia ne combina un’altra delle sue, mettendo in scena una breve coreografia di ballo in un contesto davvero particolare: il Polo Nord.
Tante volte sulle pagine di questo giornale sono apparsi i resoconti delle bislacche azioni della Russia al Polo Nord geografico o intorno a esso. Come dimenticare l’emersione simultanea dei tre sottomarini lanciamissili balistici nucleari attraverso un metro e mezzo di ghiaccio? O il compianto Artur Čilingarov e il tricolore russo in titanio da lui piantato sul fondale marino nel 2007 e oggi ancora lì a sventolare simbolicamente?
La Russia ha quella che potremmo definire una passione per queste coreografiche trovate propagandistiche aventi il solo scopo, lo ribadiamo ancora una volta, di rendere chiaro a tutti, cittadini, amici e nemici, che l’Artico è inequivocabilmente cosa russa.
L’ultima di queste trovate risale a quest’estate. Alla fine di luglio (anche se il video è stato pubblicato intorno alla metà di agosto, NdA) una ballerina in tutù bianco ha sfidato le gelide temperature del Polo per danzare, proprio a due passi del segnale dei 90 gradi di latitudine, sulle celeberrime note del finale del Lago dei Cigni, uno dei balletti più belli e famosi di Pëtr Čajkovskij.
La ballerina in questione, protagonista di questa impresa così particolare, una certa Darija Pančenko, è tutt’altro che una professionista. Si tratta infatti di una cliente, di un’ospite di una crociera organizzata dal Polar Travel Club, un operatore turistico attivo in Russia da ormai 25 anni avente come unico interesse geografico i Poli, Nord e Sud. Secondo quanto indicato sul sito ufficiale della compagnia:
Il Polar Travel Club è uno dei leader mondiali nel mercato delle crociere nelle regioni polari. In Russia, è l’unico organizzatore di viaggi nell’Artico, in Antartide e al Polo Nord attraverso l’impiego di una rompighiaccio e di navi da spedizione.
La parola “rompighiaccio”, in questo caso, è di fondamentale importanza. Non bastava infatti mostrare il balletto al Polo Nord, il candore dei ghiacci e il biancore della ballerina danzante sulle note del Lago dei Cigni. Una connessione perfetta e musicale tra due delle anime che la Russia reputa più importanti per la sua identità: quella polare, artica in particolare, e il balletto classico. Alle spalle di Darija, infatti, si stagliava, imponente e incombente, la 50 Let Pobedy, una delle rompighiaccio che costituiscono il fiore all’occhiello della cantieristica navale russa e di Rosatomflot, dedicata ai 50 anni dalla vittoria nella Seconda guerra mondiale.
La presenza della nave in questo contesto, tuttavia, non risulta assolutamente sgradevole o minacciosa, nonostante il suo colore rosso sgargiante, la sua stazza di 23mila tonnellate e il reattore nucleare che le consentirà di navigare virtualmente all’infinito. D’altra parte, si trova nel suo ambiente naturale, è stata costruita proprio per questo.
È facile dire che questa mossa non avrà alcun tipo di risvolto politico anche perché, come abbiamo detto, sono già trascorsi quasi due mesi dalla performance. Tuttavia, agli occhi degli appassionati e degli esperti, questa operazione è tutt’altro che banale. Non è soltanto l’esibizione di un balletto al Polo Nord ma una mossa di soft power che fonde tradizione e tecnologia in un contesto estremo, creando un’immagine unica che parla della grandezza e della bellezza della Russia.
La ballerina, il Lago dei Cigni e l’imponente rompighiaccio nucleare, tutti insieme offrono una coreografia che non è solo simbolica, ma che dimostra una padronanza culturale e tecnologica sulla regione condita da una buona dose di eleganza. La Russia danza su un ghiaccio che sa rompere e non rompere e, quindi, dominare.
Tommaso Bontempi
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