Novità internazionali e nuove regole per la navigazione artica, anche se le misure ambientali risultano troppo permissive secondo il mondo green.
Lo scorso 20 novembre le Nazioni Unite, tramite l’agenzia dedicata al mondo marittimo – IMO – hanno approvato un nuovo bando sull’utilizzo di olio combustile pesante per le navi che solcano le acque artiche. Una buona notizia in teoria, che ha però suscitato le ire del mondo ambientalista.
Le organizzazioni internazionali, da Greenpeace al WWF, hanno criticato le nuove indicazioni dell’IMO a causa di “notevoli scappatoie”, che continuerebbero a lasciare mano libera all’inquinamento fino alla fine del decennio. Il Comitato per la protezione dell’ambiente marino dell’IMO – il MEPC (Marine Environment Protection Committee) – ha infatti posto come data di scadenza per l’utilizzo dell’olio combustibile pesante (HFO) nell’Artico il 1 luglio 2024.
La controversia sul nuovo regolamento deriva da diverse disposizioni. Le acque dell’Antartide sono protette da rigorose normative in materia, tra cui il divieto di utilizzo di HFO – adottato nel 2011. Eppure, il trasporto marittimo non è presente a quelle latitudini. Per l’Artico, invece, le regole sono più flessibili, e cambiano a seconda del momento storico.
La Clean Arctic Alliance è un network internazionale composto da 21 organizzazioni senza scopo di lucro impegnate a vietare l’uso di HFO come carburante marino nell’Artico. La coalizione ha descritto i recenti regolamenti dell’IMO come “oltraggiosi”, in quanto inclusivi di deroghe e scappatoie in grado di dare completo divieto all’uso del carburante solo a metà del 2029.
Sian Prior, della Clean Arctic Alliance, ha affermato che l’IMO e i suoi Stati membri “Must take collective responsibility for failing to put in place true protection of the Arctic, indigenous communities and wildlife from the threat of heavy fuel oil“. Secondo il Libro Bianco dell’ICCT, pubblicato lo scorso settembre, l’uso di HFO nell’Artico è aumentato del 75% tra il 2015 e il 2019.
Results show that the proposed ban would have eliminated only 30% of HFO carriage and 16% of HFO use in 2019, and this would have reduced BC emissions by only 5%, as shown in the bottom bar of the figure below. This is important because HFO use in the Arctic is increasing—it grew 75% between 2015 and 2019. As newer ships enter the Arctic fleet, especially oil tankers and bulk carriers, more ships will qualify for exemptions. Additionally, if ships reflag to Arctic states, more could qualify for waivers and the effectiveness of the ban would be further eroded.
La battaglia per la salvaguardia delle acque artiche è appena iniziata.
Leonardo Parigi
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