Dopo la strategia del 2016, l’Unione Europea rimette mano alla sua visione per l’Artico, dando alle stampe un nuovo documento in cui si ritaglia un posto nella partita geopolitica.
Ci sono voluti molti mesi, ma la nuova strategia artica europea è realtà. Intitolata “A stronger EU engagement for a peaceful, sustainable and prosperous Arctic”, è stata data alle stampe lo scorso 13 Ottobre. Sarà la pietra angolare delle future azioni europee sul tema.
The European Union (EU) is in the Arctic. As a geopolitical power, the EU has strategic
and day-to-day interests, both in the European Arctic and the broader Arctic region. The EU
also has a fundamental interest in supporting multilateral cooperation in the Arctic and in
working to ensure that it remains safe, stable, sustainable, peaceful and prosperous. Being a
major economic player, it shares the responsibility for global sustainable development,
including in the Arctic regions, and for the livelihood of inhabitants, including Indigenous
Peoples. The EU exerts a significant impact on the Arctic through its environmental footprint
and demand for resources and products originating there.
Già dalla premessa si intuisce chiaramente il forte impulso dato da Bruxelles per un cambio di passo deciso. Con una Russia sempre più presente nell’area, una Cina che inserisce l’Artico nel suo ultimo Piano Quinquennale, e un nuovo interesse statunitense sulla materia, anche la UE decide di ergersi a protagonista.
The EU is a global leader in these efforts, and is ready to play its full part and assume its global
responsibility, through its new climate law and the “Fit for 55” package, ahead of COP26.
Climate action is of particular importance to the Arctic, given the immense knock-on effects
of Arctic warming. The legislative proposals under the European Green Deal (EGD), will be
at the heart of the EU’s Arctic engagement, together with the EU’s new approach for a
sustainable blue economy, supported by science, innovation and regional investment.
Grande risalto, chiaramente, viene dato alle problematiche ambientali e climatiche. Ma l’Unione Europea sa perfettamente che ciò che accade nell’Artico non riguarda solamente questioni scientifiche.
“Queste sfide e opportunità sono interconnesse, e molte di esse possono essere affrontate al meglio in modo coordinato e in stretta cooperazione con gli Stati artici, le autorità regionali e le comunità locali. Il pieno impegno dell’UE nelle questioni artiche è una necessità geopolitica.
L’azione dell’UE deve basarsi sui suoi valori e principi, compresi lo Stato di diritto, i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, l’uguaglianza di genere, la diversità e l’inclusione, il sostegno al multilateralismo basato su regole e il rispetto del diritto internazionale, in particolare la Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diritto del mare (UNCLOS)”.
Bruxelles punta a un pacchetto di diversi obiettivi congiunti. Basandosi sulla sua politica artica, definita nelle precedenti comunicazioni congiunte e sulla base della strategia globale 2016 per la politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, l’UE conferma che rafforzerà il suo impegno nell’Artico.
Questo avverrà tramite uno sforzo diplomatico di ampia visione, per mantenere la zona “ad alta cooperazione e bassa tensione”, lavorando sulla cooperazione e sul lavoro congiunto in determinate materie. Tramite l’intensificazione dello sviluppo di azioni di sicurezza comune.
Ma anche lavorando per stimolare e sviluppare azioni, attività e programmi per la salvaguardia ambientale, per la protezione della flora e della fauna; lavorando sulla ricerca scientifica, sulle normative in campo ambientale e sulla decarbonizzazione. E supportando le popolazioni indigene.
Ambiente e società utilizzate quindi come leva di pressione, se vogliamo, per far sì che Bruxelles possa dire la sua in un contesto estremamente vicino. Ma anche molto diverso e distante. Se uno dei suoi stati membri (la Danimarca) è uno dei 5 “Arctic Five” (insieme a Norvegia, Russia, Stati Uniti e Canada), solo pochi altri sono inclusi nella lista dei Paesi più esposti al tema.
Finlandia, Svezia e Islanda possono certamente essere protagonisti diretti, e di conseguenza anche l’UE (per certi versi). Ma va considerato che i grandi player politici sono a tutti gli effetti Stati artici, mentre Bruxelles è più sullo sfondo. Una dinamica quindi complessa, che la Commissione cerca di sanare attraverso anche questo documento.
“Military build-up across the Russian Arctic seems to reflect both global strategic positioning and domestic priorities, including dual use of infrastructure. In addition to increasing security challenges, it could also further aggravate the consequences of climate change.
It is likely taking place partly because the long northern coastline is becoming much more accessible, but is largely related to non-Arctic issues. Many countries, including the US, Norway, UK, Denmark, Canada and Iceland are following these developments closely, as is the North Atlantic Treaty Organisation (NATO), with a view to responding to Russia’s increased assertiveness in Arctic waters and airspace.
There has also been an upturn in the activities of other actors, including China, and growing interest in areas like ownership of critical infrastructure, the construction of sea cables, global shipping, cyberspace and disinformation.”
L’UE potenzierà le sue capacità di previsione strategica, in linea con i vari settori d’azione della relazione sulla prospettiva strategica del 2021, per comprendere meglio le implicazioni per la sicurezza dei cambiamenti climatici nella regione artica e il loro impatto sull’ambiente di sicurezza globale.
Lavorerà con i suoi partner, tra cui Stati Uniti, Canada, Norvegia e Islanda, e coopererà anche con la NATO sulla previsione strategica, esaminando l’impatto sulla sicurezza a medio e lungo termine dei cambiamenti climatici e condividendo studi e dati, come parte del più ampio scambio in corso con la NATO sui cambiamenti climatici e la sicurezza.
La comunicazione congiunta impegna l’UE a un maggiore impegno all’interno e intorno alla regione artica, in risposta alle sfide geopolitiche, ambientali, economiche, di sicurezza e sociali che devono affrontare.
La Commissione e l’Alto rappresentante collaboreranno con il Parlamento europeo, il Consiglio e altre istituzioni per attuare queste azioni e prenderanno atto della relazione del Parlamento sulle opportunità, le preoccupazioni e le sfide alla sicurezza nell’Artico.
L’UE estenderà la sua cooperazione con tutti i principali partner e parti interessate nell’Artico e oltre, tenendo conto della responsabilità condivisa di lavorare per una regione sicura, sostenibile, prospera e pacifica, nell’interesse del mondo intero.
Il documento completo: Strategia Artica Europea
Leonardo Parigi
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