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Una nuova Arctic Policy per l’Europa

Il 21 luglio, il Dipartimento della U.S. Air Force ha pubblicato la sua prima Arctic Strategy, un documento che prevede anche una forte inclusione della U.S. Space Force, come abbiamo riportato qui. Lo stesso giorno, la Commissione Europea ed il Servizio europeo per l’azione esterna (EEAS) hanno lanciato una consultazione pubblica per aggiornare l’approccio dell’Unione nei confronti della regione artica, fermo al 2016 ed alla nota “Joint Communication on an integrated European Union policy for the Arctic”.

Due pesi ma una sola misura

Com’è evidente, la differenza tra Stati Uniti ed Europa nei rispettivi approcci strategici all’artico non potrebbe essere più marcata, ma allo stesso tempo non potrebbe essere altrimenti. Gli Stati Uniti sono uno Stato artico, con interessi strategici ed economici, una strutturata rete di relazioni e una silente ma acuta competizione con Russia e Cina. Dal canto suo, l’Unione Europea si è proiettata nella regione come una potenza benevola, con obiettivi di ricerca scientifica e di sviluppo sostenibile.

Eppure, nonostante includa 3 Stati artici, 6 Stati non-artici con status di Osservatore (erano 7 considerando il Regno Unito e soprattutto la Scozia) e abbia rapporti diretti con Norvegia e Islanda (e Svizzera, altro Paese Osservatore) all’interno dell’EFTA, l’Unione Europea ha ancora problemi ad ottenere riconosciuto ufficialmente lo status di Osservatore all’interno del Consiglio Artico.

Il “peso specifico” di Stati Uniti ed Europa in artico è dunque largamente diverso. Nondimeno, l’Europa dimostra un costante interesse per la regione, soprattutto ad essere un catalizzatore di cooperazione, dialogo e politiche di sviluppo. Perciò, l’apertura di una consultazione pubblica è un attento e potenzialmente efficace passo in avanti per migliorare il posizionamento dell’Unione nell’Artico, per avere un approccio completo e ottimizzare il ruolo degli asset tecnologici e scientifici.

Nuove proposte per il futuro

Infatti, alla base dei tre obiettivi della Joint Communication del 2016 che ora si vogliono aggiornare, Bruxelles non deve dimenticare di far valere il ruolo dei suoi programmi spaziali di bandiera: Copernicus e Galileo. In particolare, Copernicus riveste un ruolo indiscusso nel campo dell’Osservazione Terrestre e attraverso i suoi 6 servizi dedicati fornisce preziosi dati (peraltro pubblici) sull’ecosistema e la sicurezza nell’Artico, un tempo inimmaginabili e ad appannaggio sostanzialmente degli Stati Uniti per tramite della NASA e della Russia.

Nella Joint Communication del 2016, lo Spazio era menzionato attraverso Copernicus nel primo obiettivo, relativo al cambiamento climatico, ma anche nel secondo obiettivo focalizzato allo sviluppo sostenibile. Qui le tecnologie e le infrastrutture spaziali erano citate in un paragrafo dedicato (il §2.4), per esplicare la necessità di soluzioni spaziali per una regione remota come l’Artico, soprattutto relativamente alle telecomunicazioni.

Lo Spazio può avere dunque un ruolo importante nel delineare il nuovo approccio dell’Unione verso la regione polare, dove appunto l’Europa deve far valere il suo peso di grande potenza per tenere alta l’attenzione degli stakeholder sui vari temi relativi.

È importante però che l’Europa non paghi il prezzo dei ritardi nel sostanziare il suo impegno per l’Artico, e che di conseguenza ciò non passi per ingenuità e accondiscendenza. Commentando il lancio della consultazione, l’Alto Rappresentante Josep Borrell ed il Commissario per l’Ambiente Sinkevičius hanno sottolineato quanto sia necessaria una strategia chiara e coerente che permetta all’Europa di essere pronta a fronteggiare i cambiamenti della regione artica.

This animation shows the permafrost extent in the northern hemisphere from 2003 to 2017. The maps, produced by ESA’s Climate Change Initiative, are providing new insights into thawing permafrost in the Arctic. Continuous permafrost is defined as a continuous area with frozen material beneath the land surface, except for large bodies of water.

None-continuous permafrost is broken up into separate areas and can either be discontinuous, isolated or sporadic. It is considered isolated if less than 10% of the surface has permafrost below, while sporadic means 10%-50% of the surface has permafrost below, while discontinuous is considered 50%-90%. Credits: Permafrost CCI, Obu et al,. 2019 via the CEDA archive

La Space Diplomacy europea

“What happens in the Arctic, does not stay in the Arctic. It concerns us all. The EU must be at the forefront with a clear and coherent Arctic policy to tackle the challenges in the years ahead. Drawing on a wide spectrum of expertise and opinions through this consultation, will help us in preparing a strong strategy for the region”.

Legare le ambizioni della nuova Arctic Policy al Green New Deal e all’operato della Commissione potrebbe quindi risultare la mossa giusta da parte di Bruxelles, per dare continuità e valore alla strategia. In questa prospettiva di realizzazione, la scienza funge sicuramente da facilitatore. E la Space Diplomacy può rappresentare una nuova leva di cooperazione, tendendo agli obiettivi di sviluppo sostenibile e fornendo strumenti condivisi per trovare soluzioni comuni.

Nel documento del 2016, al già citato paragrafo sullo spazio 2.4, la Joint Communication spiegava che un futuro progetto europeo per le comunicazioni satellitari avrebbe potuto essere applicato anche all’Artico. Purtroppo, il budget del Multiannual Financial Framework 2021-2027 relativo ai programmi spaziali europei ha subito alcuni tagli – non sostanziali – ma che mettono a repentaglio il programma di comunicazione GovSatCom. In merito a ciò, l’Europa dovrebbe continuare a considerare una priorità la comunicazione satellitare sicura a livello governativo e applicabile in artico, dal momento che Russia e Stati Uniti la mettono in assoluta rilevanza. 

Nel contemplare la nuova strategia europea in Artico, non bisogna comunque tralasciare che la componente spaziale dell’approccio europeo all’artico è abbastanza diffusa e sparpagliata, tra diverse istituzioni e programmi. Basti pensare alla relazione con l’European Space Agency (ESA) che gestisce l’implementazione del programma Copernicus e Galileo, alla prossima EU Space Programme Agency (per il momento ancora “GSA”, incentrata solo su Galileo), così come ad EUMETSAT (European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites) ed al ECMWF (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, che gestisce alcuni servizi di Copernicus).

Lo Spazio è dunque componente non trascurabile dell’approccio dell’Unione Europea all’Artico, ed è auspicabile che la consultazione pubblica porti a rafforzare la posizione negoziale e strategica dell’UE nella regione, passando anche dalla Space Diplomacy.

Giancarlo La Rocca

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Giancarlo La Rocca

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