A fine ottobre la fregata norvegese “KNM Thor Heyerdahl” ha solcato le acque dell’Isfjorden, innalzando la temperatura politica di confronto tra Norvegia e Russia.
Proiezione al Nord
Maria Zakharova, portavoce del Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, ha espresso un forte fastidio del ministero per le decisioni prese dalla Marina norvegese di estendere diverse leggi sui porti delle Svalbard. Le isole, che fanno parte del territorio norvegese, hanno una giurisdizione particolare.
Il Trattato delle Svalbard del 1920, firmato anche dalla Russia, non vieta la presenza militare norvegese alle Svalbard, ma limita l’uso dell’arcipelago per possibili scopi bellici. Durante la Guerra Fredda, le Svalbard furono principalmente visitate dalle navi della Guardia Costiera poiché la Norvegia non voleva provocare l’Unione Sovietica con la navigazione di navi da guerra pesantemente armate nella zona.
Negli ultimi anni, tuttavia, anche la Marina statunitense ha portato una propria fregata a navigare verso Longyearbyen, sottolineando la sovranità della NATO nell’area. Un movimento che ha certamente infastidito Mosca.
Una partita di scacchi
“La nave era in porto a Longyearbyen da venerdì sera a lunedì mattina, dal 22 al 25 ottobre”, afferma il capo delle comunicazioni con la marina norvegese, Torill Herland, in un commento al Barents Observer. Tra le obiezioni sollevate da Zakharova, il fatto che le stazioni satellitari Svalsat posizionate sulle colline oltre la città delle Svalbard siano “tecnicamente attrezzata per svolgere compiti a duplice scopo”.
Mosca si dice inoltre profondamente scontenta degli atterraggi all’aeroporto di aerei da trasporto militare norvegesi. Segnale inequivocabile del fatto che Oslo si stia muovendo per rafforzare una presenza militare che porterebbe anche a una proiezione nella regione.
«Tutti questi fatti indicano un’intensificazione della tendenza alla militarizzazione nascosta dell’arcipelago da parte norvegese», ha affermato Zakharova. «È anche in contraddizione con l’obiettivo dichiarato di Oslo di mantenere una bassa tensione alle alte latitudini».
Nuove basi, nuove visioni
Nell’agosto di quest’anno, il cacciatorpediniere antisommergibile russo “Severomorsk” ha fatto un cambio di direzione a sorpresa, dopo aver navigato intorno alla Terra di Francesco Giuseppe. Seguito da altre navi della marina, il cacciatorpediniere salpò verso Nord lungo la costa occidentale di Spitsbergen, l’isola più grande dell’arcipelago delle Svalbard.
La Russia negli ultimi anni ha ricostruito la sua base militare nell’isola, a Est dell’arcipelago nell’Artico europeo. Nell’aprile dello scorso anno, il ministero della Difesa di Mosca ha dichiarato operativa la base aerea di Nagurskoye. La base ha messo in standby il MiG-31BM nel febbraio di quest’anno.
Nel frattempo, la Norvegia dà il via a un nuovo step di sorveglianza regionale con i nuovi P-8A Poseidon. Cinque nuovi aerei di sorveglianza che andranno a sostituire gradualmente i P-3 Orion, che garantiscono la sicurezza sui mari norvegesi. Entro la fine dell’anno Boeing andrà a consegnare i nuovi aeromobili alla Norwegian Defense Materiel Agency (NDMA).
L’aereo dovrebbe volare sui cieli della Norvegia all’inizio del 2022, mentre i prossimi quattro aerei saranno consegnati tra il 2022 e il 2023. Ma non è l’unica novità per quanto riguarda Oslo, perché lo scorso 11 Agosto la Marina Militare nordica ha dato notizia dell’avvio della fase di allestimento del nuovo pattugliatore della Guardia Costiera.
Saranno tre le nuove imbarcazioni in dotazione, che saranno varate nel 2022, 2023 e 2024. Lunghi 136 metri, i nuovi pattugliatori classe “Jan Mayen” avranno compiti di sorveglianza sulla pesca, Search&Rescue, salvaguardia del territorio e monitoraggio delle coste. Le tre nuove navi prenderanno il nome dalle isole dell’Artico norvegese: “KV Jan Mayen”, “KV Bjørnøya” e “KV Hopen”. Ognuna di esse potrà ospitare fino a 100 persone.
Leonardo Parigi
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