Oslo teme che la sua produzione di petrolio possa diminuire di oltre il 70% in 20 anni senza nuove scoperte offshore.
Transizione energetica e tradizione petrolifera
Nonostante l’impegno sociale a favore di uno sviluppo più sostenibile, la Norvegia punta a nuove scoperte offshore nel settore petrolifero. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, sono state otto le nuove aree ricche di idrocarburi trovate al largo delle coste norvegesi, per una quota di materiale equivalente a circa 60 milioni di metri cubi di petrolio.
Il Norwegian Petroleum Directorate afferma in una nota che i rilievi sono stati effettuati su tutta la piattaforma continentale norvegese, compreso il Mare di Barents. Nei prossimi mesi, inoltre, verranno perforati altri 40 pozzi esplorativi, con un incremento di circa il 25% rispetto al 2020.
“L’aggiunta di risorse di petrolio e gas da nuove scoperte è necessaria per prevenire un brusco calo dell’attività dell’industria petrolifera dopo il 2030″, ha affermato Torgeir Stordal, direttore del settore “Technology and Coexistence” presso il NPD. “Senza nuove scoperte, la produzione potrebbe diminuire di oltre il 70% nel 2040 rispetto al 2020″.
Critiche e investimenti
L’istituzione che gestisce le capacità petrolifere nazionali stima che petrolio e gas siano ancora presenti in abbondanza, sulla piattaforma norvegese. Ad oggi, nel Mare del Nord sono stati perforati circa 1.250 pozzi esplorativi, nonostante più della metà dei pozzi siano asciutti.
“Rilasciando le analisi e i dati alla base degli studi effettuati vogliamo sfidare l’industria a utilizzarli per scoprire nuove risorse e acquisire nuove conoscenze geologiche”, afferma Torgeir Stordal, commentando il nuovo utilizzo dell’intelligenza artificiale e degli sviluppi tecnologici interni all’NPD.
Le analisi dei pozzi possono richiedere molto tempo e vengono quindi condotte solo in aree di particolare interesse. Con i nuovi strumenti digitali che utilizzano algoritmi di apprendimento automatico, gli operatori del settore possono ora condurre analisi approfondite per grandi volumi di dati in un breve lasso di tempo.
Il mondo ambientalista si è subito schierato contro la decisione norvegese di proseguire con l’esplorazione alla ricerca di idrocarburi, ma Oslo non ha nessuna intenzione di tornare sui suoi passi. Gli investimenti totali stimati per i progetti in essere sono di circa 43 miliardi di dollari, e vanno di pari passo con un sistema di transizione energetica di lungo periodo.
Il futuro dell’energia
Lo scorso 11 Agosto le autorità norvegesi hanno concesso a Repsol il consenso per un nuovo avvio del giacimento Yme nel Mare del Nord. Yme tornerà a produrre petrolio, 20 anni dopo l’ultima accensione. L’avvio è previsto nella seconda metà del 2021. Le stime parlano di circa 63 milioni di barili di petrolio estraibili dal pozzo, sebbene nel 2001 il sito fosse stato abbandonato in quanto ritenuto “non redditizio”.
Come noto, la produzione di petrolio e gas ha portato grande ricchezza alla Norvegia nel corso degli ultimi decenni. Il Government Pension Fund Global nazionale detiene più di 1.300 miliardi di dollari, ma il sentimento globale nei confronti delle trivellazioni è radicalmente cambiato rispetto al passato.
Oslo si è da sempre impegnata a rispettare gli Accordi di Parigi sul clima, cercando soluzioni di lungo termine coniugando benefici sociali e ambientali con il mantenimento dell’alto standard di vita norvegese. Un’operazione tutt’altro che semplice, che richiede una larga condivisione di intenti. Eolico, idrogeno e gas sono le chiavi di volta per raggiungere tale risultato, pur non smettendo affatto di cercare nuovi siti estrattivi petroliferi.
Following the pandemic, we want to speed up the economic activity. To do so, we need more profitable jobs. We must capitalise on the vast opportunities our energy resources offer. The electrification strategy presented in the White Paper provides a framework for making Norway greener and better. The White Paper also presents a roadmap for hydrogen, featuring specific ambitions for maritime hubs, industrial production, and multiple pilot projects to develop new and more cost efficient solutions and technologies in Norway. Together with the government’s comprehensive climate action plan, the White Paper demonstrates that it is possible to cut emissions while maintaining economic activity.
Le parole della premier Erna Solberg, in occasione della pubblicazione del Libro Bianco sull’energia, lo scorso Giugno, riepilogano al meglio le intenzioni della Norvegia.
Leonardo Parigi
Osservatorio Artico © Tutti i diritti riservati