A Oslo si trova un museo interamente dedicato alla storia delle esplorazioni polari norvegesi e alla Fram, la nave che le ha rese possibili. Dal nostro inviato Tommaso Bontempi.
Oslo – La Norvegia è sempre stata una terra di navigatori, pionieri ed esploratori. Tutti ormai sappiamo che la scoperta del continente americano non avvenne a opera del nostro Cristoforo Colombo nel 1492, bensì dei Vichinghi norvegesi, che attraversarono l’Oceano Atlantico centinaia di anni prima delle Caravelle.
Da Erik il Rosso, il re vichingo che secondo la leggenda fu il primo a calpestare il suolo della Groenlandia, passando per i grandi Roald Amundsen, Fridtjof Nansen e Otto Sverdrup e fino ai giorni nostri (nel 1994 Børge Ousland attraversò l’intero continente antartico in solitaria) i norvegesi hanno sempre abbracciato le sfide del freddo e del ghiaccio, hanno sempre voluto essere i primi a raggiungere luoghi dove nessun essere umano aveva mai osato mettere piede.
Ed è di questo spirito di esplorazione, della volontà di affrontare l’ignoto e di scoprire lo sconosciuto che racconta il Frammuseet di Oslo, il museo Fram dell’esplorazione polare, che abbiamo avuto il piacere di visitare ad aprile.
Ogni anno, il museo Fram attira quasi 400.000 visitatori e nel 2021 è stato riconosciuto da Tripadvisor come la migliore attrazione di tutta la Norvegia, inclusi i fiordi e le montagne. Il museo si trova su Bygdøy, la penisola di Oslo che da occidente guarda verso l’Oslofjord e il centro della città, conosciuta anche come “penisola dei musei”, data la sua ricchezza di attività culturali. Il museo prende il nome dalla Fram, il veliero in legno più resistente che sia mai stato costruito, che in vent’anni compì diverse missioni in direzione di entrambi i Poli.
Il museo Fram si sviluppa su tre livelli, offrendo una vasta esposizione di diorami, pannelli informativi, fotografie e oggetti risalenti alle spedizioni polari, tra cui strumenti scientifici, pellicce e bandiere. Grande attenzione è stata dedicata all’interattività, con una serie di giochi progettati per simulare le sfide che l’Artico presenta a chi osa avventurarvisi.
Tra le attività proposte possiamo menzionare la riproduzione di un iglù visitabile, un simulatore di tiro a segno con fucile (il pericolo di incontrare un orso polare è più che reale, e bisogna sapersi difendere) e un sistema di contrappesi che permette ai visitatori, legandosi in vita una cintura collegata a un sensore, di valutare la forza necessaria per trainare una slitta. Il peso delle slitte, cariche di provviste, combustibile e strumenti poteva arrivare fino ai 300 chilogrammi! Solo i più forti possono sperare di sopravvivere.
La vera attrazione del museo è però la Fram restaurata. La nave è stata posta all’interno del museo sin dal 1935 ed è quasi interamente visitabile, anche all’interno: dal ponte alla sala macchine, passando per le cucine, le cabine e la sala da pranzo, dotata addirittura di un pianoforte automatico con un centinaio di melodie a disposizione. I visitatori possono quindi immergersi nei locali dove si è svolta la vita in mare dei grandi esploratori norvegesi e dei marinai che li accompagnarono nei loro viaggi allo studio e alla conquista dei Poli.
In conclusione, non possiamo che consigliare la visita del museo Fram dell’esplorazione polare di Oslo, raggiungibile in poco più di mezz’ora dal centro città via autobus o traghetto e visitabile al prezzo di 140 corone norvegesi. Senza dubbio, è un’esperienza che vale assolutamente la pena fare, soprattutto se, come noi, siete appassionati di tutto quello che riguarda il nostro amato Polo Nord.
Tommaso Bontempi
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