Groenlandia

La Groenlandia vale il suo tesoro?

Ricchezza geologica, caratteristiche costiere, demografiche e di governance fanno ben sperare. Ma il fattore umano va migliorato. Un’analisi approfondita delle terre rare e del sistema minerario in Groenlandia, fra economia e frizioni politiche.

Risorse minerarie e sfruttamento in Artico

In Groenlandia esiste un ampio consenso politico per sviluppare il settore delle risorse minerarie in un’industria leader. Non solo per creare nuovi posti di lavoro, sviluppare competenze e implementare il settore secondario, ma anche per aiutare le finanze del grande territorio autonomo ad emanciparsi dal vitale sussidio erogatogli annualmente dalla madrepatria danese.

È solo dal 21 Giugno 2009 (data di applicazione del referendum sull’Autonomia del 2008) che il paese è nel mining e, by trial and error, sta maturando una propria consapevolezza nel dotarsi di processi di governance industriale sempre più affinati. Le attività estrattive sono associate a costi elevati e ad alti rischi. Pochissimi progetti di esplorazione si trasformano in miniere poiché molti parametri devono essere soddisfatti prima che l’investimento diventi redditizio. I fattori chiave nella valutazione degli investitori sono:

• Geologia 

• Processi amministrativi 

• Stabilità politica 

• Sistema di tasse e royalty

• Infrastrutture

Imparare dai propri errori

La precedente strategia petrolifera e mineraria 2014-2018 aveva un orientamento prevalentemente quantitativo, includendo obiettivi specifici per un numero di miniere di produzione e progetti offshore di petrolio e gas da istituire. Purtroppo, le cose non sono andate come previsto, e Nuuk ha appreso una fondamentale lezione: gli investimenti nelle commodities estrattive risentono dei movimenti dei prezzi mondiali, una variabile non influenzabile dall’acerbo comparto industriale groenlandese.

Grazie alla crescente domanda cinese, i prezzi dei minerali, e i relativi impieghi aziendali nella esplorazione, erano aumentati a livello locale e globale fino al 2011-2012. Dopodiché, era seguita una generale diminuzione fino al 2016, per poi ritornare il trend positivo.

Nel 2015-2017, l’autorità preposta, la Mineral License and Safety Authority (MLSA), cercò di tamponare la recessione rilassando straordinariamente i requisiti per gli obblighi di esplorazione delle società, pur di evitare il ritiro obbligatorio delle licenze a causa degli scarsi finanziamenti dei concessionari. Nei due grafici in basso si può notare il collegamento tra le fluttuazioni dei prezzi internazionali dei metalli base con il numero di licenze e il volume degli investimenti nell’exploiting.

Al momento, si hanno solo due miniere di produzione in Groenlandia: quella di anortosite di White Mountain di Hudson Greenland A/S a Qaqortorsuaq, e il sito di rubini e zaffiri della Greenland Ruby A/S in Aappaluttoq. Il nuovo piano minerario, memore dei recenti insegnamenti, ha invece un afflato qualitativo, puntando a migliorare il quadro giuridico, politico e fiscale, per agevolare gli investitori esteri aldilà della ciclicità delle quotazioni dei listini.

La Greenland’s Mineral Strategy 2020-2024

Punto di partenza della nuova strategia mineraria è stabilire il framework per attrarre le società di esplorazione e razionalizzare le procedure amministrative per velocizzare i progetti. A tal scopo, un elemento importante è l’approccio one-door per le domande di licenze minerali, cioè una sola autorità con cui interfacciarsi.

Inoltre, il Governo desidera mantenere l’espansione del settore su piccola scala: la speranza è che in tal modo si radichi nel territorio, con benefici di lungo periodo sia per l’ecosistema sociale sia per quello ambientale. Lo Sviluppo Sostenibile è un concetto ben chiaro a queste latitudini, tanto che il Ministro della Natura e dell’Ambiente ha definito i relativi obiettivi strategici in un apposito memorandum strategico.

La Greenland’s Mineral Strategy 2020-2024 è suddivisa in cinque aree prioritarie, comprensive di 13 obiettivi che il Ministero delle Risorse Minerarie cercherà di raggiungere lanciando 34 iniziative. Eccone il sunto:

1. Migliore condivisione delle conoscenze geologiche ❑ Fornire dati geologici di alta qualità, nuove mappe implementate, ulteriori studi sul campo e l’ottimizzazione dei dati esistenti. ❑ Ampliare l’accesso ai dati, mediante condivisione online, e l’espansione del database delle pietre preziose. ❑ Incentivare una cooperazione delle informazioni, tramite feedback degli utenti e partnership locali e internazionali

Un database geologico preliminare a disposizione del compagnie contribuirà a ridurne il rischio finanziario connesso all’esplorazione. La maggior parte dei dati può essere scaricata gratuitamente, altri vengono forniti a un costo minimo. Il portale è un progetto di collaborazione in corso tra il Dipartimento di Geologia all’interno della Mineral Resources Authority e il Geological Survey of Denmark and Greenland (GEUS).

2. Amministrazione efficiente, prevedibile e trasparente ❑ Rafforzare la coesione nella gestione, mantenere un funzionario unico e un approccio one-door e istituire una task force di controllo; ❑ Pubblicizzare le info su procedure e processi e le linee guida per le concessioni; ridurre i tempi di consegna, tramite un portale di applicazioni e semplificando e aggiornando la legislazione sulle risorse minerali ❑ Rivedere il reporting per le licenze di sfruttamento, riducendo i requisiti e agevolando la modulistica, soprattutto per quelle su piccola scala; organizzare corsi e workshop per piccoli licenziatari.

 3. Transizione semplificata dall’esplorazione allo sfruttamento ❑ Snellimento dei titoli necessari per le licenze ❑ Possibilità per i richiedenti di valutare la redditività di progetti di sfruttamento

4. Sviluppo sostenibile dell’industria minerale ❑ Massimizzare i vantaggi socio-economici delle attività estrattive ❑ Chiarire i requisiti per la sostenibilità sociale e i benefici ❑ Garantire il reclutamento locale per quanto possibile ❑ Sostenere la partecipazione delle imprese groenlandesi nei progetti ❑  Migliorare le informazioni nei processi di consultazione di tutte le parti

5. Modello competitivo di tasse e royalty ❑ Effettuare un’analisi approfondita del sistema fiscale e delle royalties ❑ Avviare l’analisi della quota di tasse della comunità locale sui ricavi da attività estrattiva ❑ Monitorare la competitività della Groenlandia a confronto con altri paesi minerari

La Governance delle concessioni

Le autorità coinvolte nel processo di autorizzazione e controllo del settore minerario sono il Ministry of Mineral Resources (MMR), la Mineral Licence and Safety Authority (MLSA), la Environment Agency for the Mineral Resources Activities (EAMRA) e il Ministry of Industry, Labour and Trade (MILT). I riferimenti giuridici sono:

  • Il Mineral Resources Act del 2009 è la legislazione quadro per tutte le attività relative all’esplorazione e allo sfruttamento di minerali e idrocarburi, volta a garantire che le attività siano svolte in modo corretto per quanto riguarda la sicurezza, la salute, l’ambiente, l’exploiting, la sostenibilità sociale e che tutto sia condotto in conformità con le migliori pratiche internazionali riconosciute.
  • Il Large Scale Act del 2012 sull’edilizia e la costruzione in relazione a progetti di grandi dimensioni.

La MLSA è l’autorità amministrativa one-door per licenze e le attività, nonché per le questioni di sicurezza, la supervisione e le ispezioni. Le licenze vengono generalmente accordate entro 3 mesi dalla domanda. L’attività concessoria è tripartita in prospezione, esplorazione e sfruttamento.

Tutti i licenziatari di exploration e prospecting sono tenuti a inviare dei report sul campo (materiali, attrezzature, costruzioni, macchinari, depositi, contenitori di carburante, gestione dei rifiuti), sui consumi energetici, su tutti i dati geologicigeochimici e geofisici, un rendiconto finanziario ed eventuali rapporti speciali (studi metallurgici, ambientali, di fattibilità, geofisici, batimetrici, di ingegneria mineraria).

Quando il titolare di una licenza di esplorazione desidera richiedere quella di sfruttamento deve fornire una Environmental Impact Assessment (EIA) all’EAMRA, l’agenzia del Ministero di Natura, Ambiente e Giustizia preposta alle protezione ambientale. Il numero di anni necessari per condurre gli studi ambientali dipenderanno dal progetto e dal sito (spesso 2-3 anni).

Ove si ritiene che il progetto abbia ricadute materiali sulle condizioni sociali, l’impresa deve fornire anche un Social Impact Assessment (SIA), in cui si comunica agli stakeholder coinvolti come mitigare eventuali effetti negativi. Il SIA costituisce la base per l’Impact Benefit Agreement (IBA), che viene stipulato tra il richiedente, i comuni interessati il Governo.

Per il SIA e per l’IBA i destinatari sono l’MMR, responsabile dell’intero quadro (strategia, politiche, aspetti legali, commercializzazione e schemi di royalty) e il MILT, garante della tutela dei diritti economici delle comunità indigene. Infine, essendo i siti minerari esclusivamente sulla costa, il richiedente deve condurre un Navigational Safety Investigation (NSI) da presentare alla Danish Marittime Authority.

Piano di sfruttamento e chiusura. Quando la SIA e la VIA sono finalizzati e l’IBA concordato, il progetto riceve l’approvazione politica e la licenza di exploiting viene rilasciata. A questo punto rimane soltanto la presentazione del piano di sfruttamento e di quello di chiusura.

Il piano di sfruttamento è una descrizione generale della gestione del giacimento minerario, compresi gli aspetti dell’infrastruttura, geologia, ambiente, fiscale, socioeconomico, salute e sicurezza. Il piano di chiusura è un progetto tecnico che tratta della rimozione di attrezzature e impianti, deve includere uno schema di ripristino della natura e dell’ambiente interessati e prevedere dei costi di chiusura in base allo scenario peggiore.

Punti di forza e criticità

Solo dal 2009 sono state trasferite al governo locale le competenze in ambito legislativo, giudiziario e nella gestione delle risorse naturali, mentre la Danimarca mantiene il controllo su finanze, politica estera e difesa militare, provvedendo ad erogare un importante sussidio annuale.

La Groenlandia ha un potenziale geologico enorme, ma è ben conscia di non avere la tradizione mineraria canadese, scandinava o russa, con tutto ciò che ne consegue in termini di carenza di infrastrutture e know-how maturato. Eppure, la grande isola ha dalla sua delle caratteristiche che incidentalmente la rendono interessante per gli investitori.

❑ Bassa popolazione. Ciò che comunemente è un punto debole per una comunità diventa un vantaggio di non poco conto quando si tratta di costruire infrastrutture (e la Groenlandia è letteralmente da “evangelizzare” in tal senso): la presenza di poche centri abitati (appena 55 mila anime) diminuisce, infatti, le possibilità del sorgere di movimenti NIMBY, terrore di costruttori e industriali.

❑ Acque profonde. Il deficit infrastrutturale si azzera fintanto che, per evidenti motivi climatici, il mining si concentra sulle coste, le quali, in più, godono di acque profonde, ideali per qualsiasi tipo di nave portarinfuse: ciò permette di caricare subito i materiali estratti e prelavorati, abbattendo i costi di movimentazione.

❑ Assenza di proprietà fondiaria. In Groenlandia non ci sono terreni di proprietà privata, tutti i diritti su qualsiasi uso della terra sono amministrati dal Governo. Questi può avallare più attività nella stessa area territoriale. I titolari di licenze di esplorazione devono rispettare il principio “first in time, first in right“, applicabile in caso due operatori intendano lavorare la stessa risorsa nella medesima zona: sarà il licenziatario più anziano ad avere il primo diritto.

❑ Autonomia limitata e recente. La giovane età della burocrazia locale – appena 11 anni – ne evita l’ipertrofia  – solo 5 comuni –  senza limitarne il pragmatismo: i processi autorizzativi sono molto più snelli – l’unica one-door responsabile della gestione delle concessioni è la MLSA – rispetto a paesi concorrenti come il Canada, ove i livelli di governo sono addirittura quattro (federale, territoriale, provinciale, infine, quello degli aborigeni). Non avere poteri su Difesa e Ordine Pubblico e Sicurezza, inoltre, consente a Nuuk di risparmiare sulla spesa pubblica improduttiva, ottimizzando i trasferimenti.

Inoltre, la fiscalità agevolata e le royalties richieste costituiscono altre due leve per calamitare gli investimenti diretti esteri. ❑ Le imposte sulle società ammontano al 25%, quelle sui dividendi al 36%, totalmente detraibili. Il valore di acquisto della licenza mineraria è interamente ammortabile nei primi quattro bilanci (25% di valore annuale ascrivibile), così per i costi sostenuti per le attrezzature operative.

❑ Le royalties sono un modestissimo 2,5% sulla vendita dei minerali estratti. Per i REE e l’Uranio il valore sale al 5%, per le pietre preziose al 5,5%. Le Terre Rare godono di un occhio di riguardo, in quanto la loro aliquota può essere compensata nelle imposte sulle società e sui dividendi.

Istruzione e formazione

La vera sfida per la Groenlandia è formare una forza lavoro locale competente e in numero sufficiente per supportare l’evoluzione del settore. L’educazione tecnica è sovraintesa dal KTI Tech College Greenland a Nuuk e Sisimiut, che conta circa 650 studenti.

Nei quattro dipartimenti (Iron e Metal, Edilizia e ingegneria civile, Greenland School of Minerals and Petroleum, High School Education) la didattica è sia universitaria sia incentrata sulla formazione professionale mineraria. Nello specifico, la Greenland School of Minerals and Petroleum collabora con vari partner esterni, come Colorado School of Mines, College of North Atlantic, Canadian Diamond Drilling Association, ecc. L’intermediazione, infine, è svolta dai centri per l’impiego e il portale per il lavoro (Suli).

Il vero vulnus della Groenlandia è nel valore insufficiente del capitale umano medio. Molti non hanno un’istruzione. Più della metà dei 25-64enni (54%) ha solo l’istruzione di base obbligatoria di 10 anni. In particolare numerosi giovani non seguono l’istruzione secondaria. Uno dei motivi è che potrebbe significare trasferirsi in un’altra città.

In più, i lavoratori non qualificati si spostano verso il settore della pesca, áncora di salvezza della Groenlandia, settore che prospetta buoni guadagni a breve termine e che non necessita di competenze linguistiche e tecniche come, invece, quello turistico e minerario La carenza di manodopera qualificata e non viene affrontata attirando lavoratori stranieri, preferibilmente da Paesi con basso costo del lavoro.

“Non basta importare manodopera da Danimarca ed Europa; è divenuto, inoltre, troppo costoso utilizzare lavoratori temporanei danesi su grande scala”Erik Jensen, Ministro delle risorse minerarie e del lavoro della Groenlandia

I cittadini stranieri al di fuori della regione nordica costituiscono il 2% della popolazione e il loro numero è in crescita. La maggior parte proviene da Filippine, Thailandia e Cina. Le società di esplorazione possono ingaggiare personale estero ma con dei precisi limiti.

Un legge del 1992 regola l’importazione di lavoratori stranieri garantendo la preferenza per la manodopera locale. Il permesso di lavoro è rilasciato solo se la mansione della richiesta non è reperibile in Groenlandia, non richiede alcuna formazione professionale o richiede una formazione equivalente ad un apprendistato o ad una formazione professionale di base.

Ulteriore ostacolo sul miglioramento qualitativo dell’istruzione è l’insoddisfazione maggioritaria per il livello dell’offerta formativa. Una recente indagine sull’istruzione della GE, la Greenland Business Association, ha registrato che tra gli intervistati:

❑ il 50% ritiene basso il livello accademico della scuola elementare ❑ il 70% pensa che i bambini non siano ben “attrezzati” per il futuro dalla scuola primaria e secondaria inferiore ❑ l’85% dei genitori è preoccupato per l’inserimento dei propri figli nel mondo del lavoro ❑ l’80% imputa ai politici di non fare abbastanza per migliorare il quadro generale ❑ l’80% accusa, addirittura, che la scuola elementare non aiuti né gli studenti più deboli né incentivi quelli migliori. In tutti i dati raccolti, la popolazione di origine danese è quella più critica, avendo potuto raffrontare il sistema scolastico locale dei propri figli con quello della propria infanzia in madrepatria.

Scenari

La più grande isola del Mondo sta scongelando i propri tesori. Trovarsi nel mezzo delle potenziali future rotte della globalizzazione Asia-Europa-Nord America è un’ulteriore volàno di sviluppo. Il vigile sguardo statunitense, di cui la Groenlandia finora era il tranquillo quadrante settentrionale, è pronto a subordinare le motivazioni economiche locali ai propri interessi geopolitici, qualora sgradite influenze estere si affaccino pericolosamente nella regione.

Nuuk, comunque, deve provare a giocare la propria partita, per farsi trovare pronta all’occasione storica di entrare nei circuiti dei mercati internazionali. Ma, più del clima estremo, più delle congiunture economiche internazionali, più dell’essere una potenziale faglia tra le sfere d’influenza statunitensi e cinesi (senza dimenticare la Russia, troppo vicina per essere considerata fuori gioco), la principale minaccia allo sviluppo è dentro casa: il fattore umano, per migliorare il quale la Groenlandia ha tempo fino al 2040, anno indicativo della scomparsa della banchisa e, dunque, della conseguente libera navigabilità del Mar Glaciale Artico. Vent’anni. Giusto una generazione di studenti.

Marco Leone

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Marco Leone

Relazioni Internazionali, Studi Artici. Dirottato dalla vita verso lidi ameni, dopo l'ennesimo naufragio decide di prendere saldamente il timone in mano e di puntare il Parallelo Zero. Verso il Nord più futuribile che esploratore ricordi

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