Nonostante la guerra in atto in Ucraina, Mosca punta ancora forte sullo sviluppo della regione artica, tra energia, crescita economica e avamposti strategici.
Il proposito di sviluppo del Nord della Russia non cambia. Ad aprile, Vladimir Putin ha insistito sul fatto che i progetti artici non sarebbero stati ulteriormente ritardati a causa della situazione geopolitica. Subito due iniziative da parte di Rosatom a conferma dell’indirizzo.
Rosatom, la State Atomic Energy Corporation, e la società mineraria e metallurgica Norilsk Nickel (abbreviato, “Nornickel”) hanno stipulato un accordo di cooperazione. La firma contempla soprattutto l’attuazione di alcuni progetti congiunti per sviluppare il giacimento di litio di Kolmozerskoye nella regione di Murmansk, con un’ulteriore lavorazione approfondita delle materie prime di litio.
Il litio è vitale per la Russia anche perché il metallo è coinvolto nel ciclo di produzione delle centrali nucleari, da cui l’interesse di Rosatom. A metà aprile, il ministero dell’Industria e del Commercio ha annunciato una possibile carenza di litio a causa del fatto che alcuni fornitori del metallo – Cile e Argentina – hanno sospeso gli approvvigionamenti al Paese e la Cina, altro supplier russo, affronta anch’essa problemi di commodities.
L’unica opportunità per riceverlo è dalla Bolivia, ha affermato Vladislav Demidov, vicedirettore del dipartimento di metallurgia e materiali del Ministero dell’Industria e del Commercio. L’estrazione nel sito di Kolmozerskoye, che ancora non ha una licenza assegnabile, avverrebbe tramite un metodo complicato e piuttosto costoso.
Ma sullo sfondo degli attuali prezzi – nel 2021 il costo del litio è aumentato di quasi il 490%, ha scritto Bloomberg, citando i dati della società di analisi Benchmark Mineral Intelligence – le aziende lo stanno considerando come economicamente valido.
Il giacimento è il più grande (18,9% delle riserve nazionali) e il più promettente reservoir di litio a livello federale. È prevista la costituzione di una joint venture paritaria, ha annunciato il primo vicedirettore generale e Direttore del blocco per lo sviluppo e gli affari internazionali di Rosatom, Kirill Komarov.
Si tratterà del primo impianto domestico per la manifattura di prodotti contenenti litio e batterie agli ioni di litio da trazione. In questo modo, rafforzando le reciproche capacità e risorse, la sinergia tra Rosatom e Norilsk Nickel accelererà la creazione di un’industria di accumulo russa di energia integrata verticalmente.
Attualmente, il litio in Russia viene processato dall’installazione chimico metallurgica di Krasnoyarsk, dall’impianto di concentrati chimici di Novosibirsk (parte del gruppo Rosatom) e dalla casa commerciale Halmek nella regione di Tula.
Da notare che nella Federazione si sta creando una filiera tecnologica nell’electric automotive completa: da mining di materie prime al litio alla produzione di batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici e sistemi di accumulo di energia stazionari. Si prevede di sviluppare fonti di litio non solo nella regione di Murmansk ma anche in Siberia, in Daghestan e in Yakutia.
Una volta messe all’asta le licenze per lo sviluppo di Kolmozerskoye nel secondo e terzo trimestre del 2022, l’estrazione nella fase di operazione pilota sarà possibile in 7-8 mesi.
I rompighiaccio della FSUE Atomflot di Rosatom, peraltro, aiutano Nornickel ad espandere il corridoio di trasporto verso la penisola del Taimyr, così come si occupano di tenere libera la rotta ovest fino a Murmansk (è russa, tra l’altro, l’unica porta-container al mondo a propulsione nucleare, la Sevmorput, da 61 mila tonnellate).
L’attuazione dei progetti strategici nella Zona Artica della Federazione Russa (AZRF) sono volti allo sviluppo delle infrastrutture della rotta del Mare del Nord e della navigazione artica, compresa l’espansione della flotta di supporto commerciale. Rosatom, così, si è assicurata lo stanziamento di finanziamenti aggiuntivi per un importo di 118 miliardi di rubli per la costruzione di due nuovi rompighiaccio nucleari per la North Sea Route nel 2023-2030.
Si presume che le due navi saranno pronte rispettivamente entro il 2028 e il 2029. Altri 25 miliardi di rubli sono stati destinati alla realizzazione entro il 2028 di una nave di servizio, sempre a tecnologia atomica, che dovrebbe essere servire i nuovi rompighiaccio nella ricarica di combustibile nucleare.
Rosatom, congiuntamente al Ministero delle Finanze e il Ministero dell’Economia e il Ministero dei Trasporti, dovrebbe stanziare circa 7 miliardi di rubli per l’erezione di strutture di proprietà federale (muro di ormeggio, strutture di dragaggio e di protezione dal ghiaccio) nei porti di Taimyr “Bay Sever” (per l’esportazione di petrolio dal progetto Vostok Oil di Rosneft) e “Northern Star” (per il trasporto del carbone dal giacimento Syradasaysky del gruppo AEON di Roman Trotsenko).
Rosatom riceverà anche le funzioni di organizzazione della navigazione sulla rotta – in precedenza in capo al Ministero dei Trasporti. Il governo ha deciso di ridistribuire i poteri dopo che più di due dozzine di navi sono rimaste bloccate nell’autunno del 2021.
Come noto, nei piani delle autorità russe il fatturato del carico lungo la Rotta Artica dovrebbe raggiungere gli 80 milioni di tonnellate all’anno entro il 2024, e ben 150 milioni entro il 2035. Nel 2021, il volume del trasporto merci lungo la NSR è stato di 34,85 milioni di tonnellate, ovvero quasi 2 milioni di tonnellate in più rispetto al 2020.
A ciò sono necessari nuovi rompighiaccio, per sostenere le promesse del trend di esportazioni di merci dall’Artico verso l’Asia. E Atomflot mira ad averne altri otto entro il 2030. A causa delle sanzioni occidentali su larga scala, l’Asia diventerà la direzione più promettente, se non l’unica, per l’industria russa. E la Russia non si è fatta trovare impreparata.
Marco Leone
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