L’isola artica che scompare

All’inizio del XX° secolo viene registrata la scoperta di una nuova isola, che prende il nome di Perlamutrovy Island, e la sua forma inizia a disegnarsi su tutte le cartine dell’Artico. Nulla di strano, se non fosse che l’isola oggi è svanita nel nulla.

L’isola era situata vicino all’isola di Graham Bell in Franz Josef Land, il remoto arcipelago russo artico, e il suo nome significava “Madreperla”. Perlamutrovy Island ha (aveva?) una forma rotonda e un diametro di 1,5 km. Il suo punto più alto era 22 metri sopra il livello del mare. Ed era tutto coperto da un ghiacciaio.

Aleksandr Kiriolov

Ricercatori russi sospettarono della scomparsa già nel 2017, quando non riuscirono a scoprirla sulle foto satellitari. Nell’estate del 2018 gli idrografi della flotta nordica russa durante una spedizione confermarono che l’isola non c’era più. «È molto importante capire le ragioni per cui l’isola sia scomparsa», afferma Aleksandr Kiriolov, direttore del parco nazionale russo Arktika.

«Sull’isola di Graham-Bell vediamo processi di erosione costiera, e forse la piccola isola vicina è stata spazzata via, dato che le correnti sono cambiate e che il fondo marino è entrato in un periodo di “movimento”». Non è l’unico notevole cambiamento geologico che si sta svolgendo ora nella terra di Franz Josef, chiarisce il ricercatore.

Negli ultimi due anni sono state scoperte diverse nuove isole nella zona. Solo nel corso delle spedizioni organizzate dalla Flotta del Nord, sono state registrate 12 nuove isole, uno stretto e sei baie, secondo il Ministero russo delle risorse naturali.

«Per l’Artico, questo tipo di scomparsa e apparizione delle isole è un processo naturale, è legato ai cambiamenti climatici sul pianeta», continua Kiriolov. «Ci sono molte nuove scoperte fatte mentre i ghiacciai scompaiono, è abbastanza probabile che i contorni della Terra di Franz Josef siano in realtà lontani da quelli rappresentati sulle mappe».

La Terra di Franz Josef si trova nella parte settentrionale del Mare di Barents, un’area che sta vivendo alcuni dei più grandi cambiamenti climatici del pianeta. Le temperature medie nella zona sono aumentate in pochi anni. Secondo Roshydromet, l’istituto meteorologico russo, il vicino Mare di Kara ha registrato negli ultimi 30 anni un aumento della temperatura media dell’aria di 4,95 gradi centigradi.

Un simile riscaldamento si sta svolgendo nel mare. Un documento di ricerca pubblicato la scorsa estate mostra come il Mare di Barents settentrionale stia per passare da un clima artico a uno atlantico. «Vediamo una simile atlantificazione del mare a nord e ad est delle Isole Svalbard; meno ghiaccio marino nell’Oceano Artico porta a meno acqua di fusione e quindi l’acqua calda dell’Atlantico rimane interamente in superficie», afferma Arild Sundfjord, un oceanografo del Norwegian Polar Institute.

Fonti: The Barents Observer | Eye on the Arctic

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Leonardo Parigi

Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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