La Fase Due ormai avanza, e andiamo diretti verso l’estate. E se andassimo a prendere il sole sulle coste della Siberia? Fino a qualche anno fa sarebbe stato folle affermarlo, ma le temperature della regione destano grande preoccupazione.
La Fase Due ormai avanza, e andiamo diretti verso l’estate. E se andassimo a prendere il sole sulle coste della Siberia? Fino a qualche anno fa sarebbe stato folle affermarlo, ma le temperature della regione destano grande preoccupazione.
La temperatura media nell’Artico siberiano si è pericolosamente innalzata, negli ultimi giorni. Un’ondata di calore senza precedenti per la stagione, spiegano i meteorologi, che sta anticipando la stagione del disgelo.
L’aria calda sopra le coste settentrionali della Federazione Russa sta portando verso il Polo Nord le temperature record di questi giorni. Secondo quanto osservato, la Siberia occidentale sta vivendo una specie di primavera mediterranea – come riportato dal Washington Post.
Gli esperti affermano che le temperature medie nella regione sono state più alte di 3-6 gradi rispetto al solito. Un innalzamento preoccupante per la regione, che ha già decretato il 2020 come anno record per le temperature della zona.
«Questa non è solo una nuova anomalia da record per la Russia», ha dichiarato Robert Rohde, di “Berkeley Earth”, «è la più grande anomalia da gennaio ad aprile mai vista nella media nazionale di qualsiasi Paese». A Novosibirsk, Krasnoyarsk e nelle regioni di Omsk, Tomsk e Kemerovo le temperature hanno raggiunto i 30 gradi e oltre.
Chatanga è un piccolo insediamento nella parte settentrionale del Territorio di Krasnojarsk, a Nord del Circolo Polare Artico. Logico immaginarlo innevato. Ma le temperature di oggi mutano profondamente le medie climatiche classiche della piccola cittadina.
Se la temperatura media di Chatanga è di -12,4°, con punte di -35° durante febbraio, immaginatevi lo choc per gli abitanti quando, lo scorso sabato, hanno visto schizzare i termometri a 25,4°.
Secondo il Barents Observer:
L’ondata di calore continua. Le mappe di temperatura di Roshydromet mostrano che un’altra ondata ha investito la regione a metà maggio. In alcune parti della Siberia settentrionale, comprese le remote penisole artiche di Yamal, Gydan e Taymyr, la temperatura media del 23 maggio era di ben 16 gradi Celsius superiore al normale.
Inutile dire che una vampata di calore di tale portata ha effetti devastanti sull’ecosistema e sull’equilibrio faunistico e ambientale. Alcuni laghi della tundra, nelle aree di Yamal-Nenets, si stanno trasformando in zone umide. Un processo che solitamente impiega decenni, che oggi viene invece alimentato nel giro di pochi anni. Secondo i ricercatori dell’Università di Tomsk è stato il 2016, l’anno dei record. E il 2019 si è posizionato al secondo posto, in una classifica che è iniziata nel 1936.
Nel frattempo gli incendi rischiano di dare il colpo di grazia alla regione. Se ci ricordiamo tutti delle impressionanti immagini dell’estate 2019, quest’anno rischiamo di rivederli. Anche perché non si sono mai del tutto estinti. In un’analisi pubblicata su New Scientist si legge che alcuni di questi incendi non hanno mai smesso di bruciare, covando tra la brace per tutto l’inverno. E ovviamente adesso ritornano in scena.
Leonardo Parigi
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