Stretta fra la Svezia e la Russia, la Finlandia è uno Stato artico a tutti gli effetti, ma rimane in una posizione più secondaria rispetto ai grandi player internazionali. Qual é la visione di Helsinki per l’Artico, e quali sono le strategie adottate per un futuro di crescita sostenibile?
L’intervista esclusiva a Petteri Vuorimäki
Per saperne di più abbiamo rivolto queste e altre domande a Petteri Vuorimäki, Ambasciatore per Artide e Antartide di Helsinki. Buona lettura!
La regione artica sta cambiando attraverso il graduale scioglimento dei ghiacci e non solo. Come si pone la Finlandia in questo scenario a livello di politica internazionale?
La Finlandia è una nazione artica e uno degli otto membri permanenti del Consiglio Artico. Il nostro Paese è anche un attore polare a livello globale, considerando il fatto che siamo un membro consultivo del Trattato Antartico.
Solo cinque nazioni al mondo sono contemporaneamente membri del Consiglio Artico e del Trattato Antartico, e la Finlandia è fortemente interessata a tutti gli sviluppi artici e polari. Sono convinto che possediamo una vasta esperienza per ciò che concerne la vita in un clima rigido, che potrebbe essere di grande interesse anche altrove. Questo si riferisce ovviamente ai nostri rompighiaccio, ma anche a materiali e tecniche di costruzione, di isolamento, di abbigliamento e molto altro.
Inoltre, la Finlandia è uno Stato membro dell’Unione Europea, e crede fermamente che l’Unione – che oggi è de facto un osservatore nel Consiglio Artico – sia anche un attore artico. Il nostro Paese ha promosso il concetto di avere più UE nell’Artico e viceversa, e siamo convinti che sia positivo un impegno più attivo con tutti gli Stati osservatori presso il Consiglio.
Per quanto riguarda l’Unione Europea, la Finlandia rimane dell’idea che le istituzioni dovrebbero iniziare un processo di revisione dell’Arctic Communication del 2016, alla luce delle nuove sfide e opportunità che si presentano. Questo passaggio è stato uno dei nostri punti-chiave durante la Presidenza del Consiglio Europeo nella seconda metà del 2019.
La Presidenza del Consiglio Artico ha influenzato la vostra visione nazionale per la regione? Cosa può fare attivamente la Finlandia per sostenere la cooperazione artica?
Penso che la credibilità della Finlandia sul tema e il suo ruolo attivo sulla materia siano ampiamente riconosciuti in tutto il mondo. La più recente strategia nazionale sull’Artico definisce l’intero territorio nazionale come “artico”, e tutti i finlandesi hanno capito senza dubbio cosa significhi abitare in questa regione.
Durante la Presidenza finlandese del Consiglio Artico sono state convocate numerose riunioni in diverse parti del Paese, cosa che ha inevitabilmente alzato il grado di attenzione della popolazione nei riguardi dell’organizzazione, rendendolo più popolare.
Per quanto riguarda la cooperazione, Helsinki continuerà ovviamente a promuovere una cooperazione costruttiva e continuerà a promuovere anche i vantaggi del dialogo, della condivisione e dei contatti fra i vari Stati, i vari network di persone e istituzioni. Cooperare a livello regionale, transfrontaliero e internazionale significa affrontare in maniera efficace le sfide che si manifestano davanti a noi.
Anche in Italia il tema dell’Artico si sta evolvendo. Da luogo remoto seppur affascinante, sta diventando un tema anche in Italia per i risvolti ambientali, politici ed economici. Come pensa che dovrebbe cambiare la comunicazione intorno a questa regione, a livello globale?
Certamente non posso commentare la realtà italiana, ma guardando più ad ampio spettro mi sembra evidente che tutti gli aspetti che riguardano Artide e Antartide stiano ottenendo una sempre maggiore attenzione e importanza. Il ritmo accelerato del cambiamento climatico pone serie minacce per ognuno di noi, e necessita di una risposta urgente e adeguata. Le regioni polari sono luoghi-chiave di questa sfida.
Qual è la posizione di Helsinki per quanto riguarda questioni come la cooperazione e la sicurezza, in uno scenario in cui nulla è dato per scontato?
Qualcuno potrebbe chiedersi cosa sia garantito nella vita… La questione più importante è che ognuno di noi si impegni a mantenere la regione artica come una zona di cooperazione costruttiva, dialogo aperto e bassa tensione. È essenziale per affrontare congiuntamente il futuro e le minacce ambientali che abbiamo di fronte a noi.
Pesca, attività di estrazione minerarie, di petrolio e gas, ma anche rotte commerciali e turismo. Cosa può fare la Finlandia per ottenere il massimo da un trend economico che appare florido, pur mantenendo alti standard di conservazione ambientale?
L’Artico è abitato da persone, e queste persone hanno bisogno di vivere e sperare in un futuro migliore, come tutti. Lo sviluppo sostenibile è la chiave per il successo, ed è importante che non sia perseguito in contraddizione con i migliori standard di sostenibilità. Voglio anche sottolineare che l’economia circolare è uno degli aspetti che promette il miglior ritorno economico agli operatori.
Credo che ciò offra ampie opportunità commerciali a coloro che sono pronti a progettare nuovi modi di operare, in linea con i principi di base dell’economia circolare. Sarebbe vantaggioso per tutti noi.
Cina, Stati Uniti e Russia sono i giganti che il mondo guarda, anche nell’Artico. Come può Helsinki bilanciare gli interessi di questi attori?
Gli Stati Uniti e la Federazione Russa sono, insieme a Finlandia, Svezia, Danimarca, Norvegia, Canada e Islanda, membri permanenti del Consiglio Artico. E questa cooperazione ha già dato i suoi frutti, nonostante tensioni e problemi in altri luoghi. Una cooperazione continua e stretta fra le otto nazioni artiche rimarrà una priorità, ma dobbiamo anche guardare fuori da questo contesto.
L’Artico è un ambiente estremamente fragile, e non deve diventare oggetto di alcuno scenario in cui ci sono vincitori e vinti, mettendo a repentaglio l’ambiente e il benessere delle persone che qui vivono. La cooperazione è la strada che abbiamo scelto e che intendiamo perseguire.
L’Unione Europea da una parte, i partner regionali dall’altra. Un contesto attivo ma fragile. Quali sono i punti in comune con gli altri Stati, e quali le differenze di visione?
La Finlandia è salda nelle decisioni comuni prese a livello regionale, prese congiuntamente nel contesto del Consiglio Artico e in altre sedi internazionali. Per quanto riguarda l’Unione Europea, noi chiaramente aderiamo alle decisioni che vengono prese congiuntamente in seno al Consiglio della UE. Consideriamo inoltre che la Finlandia rispetta tutte le norme, le decisioni e gli standard internazionali a cui ha aderito nel corso degli anni.
Come si riesce a gestire, a livello politico, un confine come quello con la Russia?
Da molti decenni cooperiamo senza problemi nella gestione del nostro confine, ed esiste un’eccellente visione congiunta su entrambi i lati. Non ho idea di cosa potrà accadere in futuro, se le evoluzioni possano mettere in crisi questa cooperazione o, invece, rafforzarla.
Una nazione, molte imprese e una comunità autoctona. Come possono lavorare insieme bilanciando interessi diversi nello stesso territorio?
Il Consiglio Artico è una struttura unica sulla scena internazionale. Al suo interno le organizzazioni delle comunità indigene sono direttamente rappresentate come Partecipanti Permanenti nel processo decisionale del Consiglio, fianco a fianco con i rappresentanti nazionali degli otto Stati membri.
Questa è chiara dimostrazione di come siano tenute in massima considerazione le intenzioni delle popolazioni autoctone. La conoscenza e le tradizioni di queste persone rappresentano una fonte di sapere fondamentale per prendere decisioni durevoli. Il rispetto reciproco, tenendo conto delle opinioni di tutti e cercando di mantenere un dialogo costruttivo, continuerà a costituire il cardine del continuo successo dell’interazione nella regione.
Negli ultimi anni la l’Europa del Nord e il mondo artico stanno vivendo un boom turistico, virus permettendo. Quali sono le azioni di Helsinki al riguardo, in un contesto così fragile?
Il turismo è certamente un settore in forte crescita, che sta diventando sempre più importante nella regione artica. Esso porta con sé benessere, network, contatti, infrastrutture e investimenti. Tutti questi aspetti sono positivi, ma certamente tali attività devono essere sviluppati in una cornice di sostenibilità, come tutti i settori economici regionali.
Pensa che organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite potrebbero dare un contributo significativo in termini di conservazione ambientale e stabilità?
Certamente, credo anche che molte agenzie delle Nazioni Unite, (come l’UNEP) siano state attivamente coinvolte nella cooperazione nell’Artico. E saranno sicuramente in grado di sostenere tali azioni anche nel lungo periodo.
La Finlandia potrebbe essere toccata dallo sviluppo marittimo commerciale nel futuro. Ma un incremento in questo settore potrebbe portare anche notevoli problemi, tra cui la necessità di maggiori investimenti in termini di infrastrutture e sicurezza. Quali sono le azioni messe in campo per il futuro?
È certamente vero che un incremento delle attività marittime richieda anche l’applicazione ferrea delle norme internazionali e degli standard dell’IMO, tra cui il Polar Code. Oltre a ciò dobbiamo considerare attività più efficaci di Search&Rescue, porti efficienti e nuove infrastrutture.
La Finlandia è parte attiva in vari forum internazionali dove vengono discusse tutte queste tematiche, e vorrei anche sottolineare il ruolo fondamentale svolto dall’Arctic Council EPPR (Emergency Preparedness, Prevention and Response) Working Group sulla materia. Anche su questo aspetto possiamo solo prepararci al meglio, cercando di lavorare tutti congiuntamente per uno sviluppo che sia positivo per l’intera zona.
Leonardo Parigi
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