Canada

La storia del Passaggio a Nord Ovest

La regione artica è sicuramente una della aree del pianeta protagoniste di grandi avventure ed epopee.

La storia della navigazione e dell’esplorazione marittima, nella poesia delle avventure del Quattro-Cinquecento, si è sviluppata più tardi anche a queste latitudini.

E la ricerca del Passaggio a Nord Ovest è certamente una delle storie più affascinanti.

 

 

Che cos’è il Passaggio a Nord Ovest

Rotta navale che collega l’Oceano Pacifico all’Oceano Atlantico, a Nord delle coste canadesi, il Passaggio a Nord-Ovest passa attraverso il Mar Glaciale Artico e l’arcipelago artico canadese. Ma questo è ciò che sappiamo ora, e che solo si era ipotizzato per secoli. In seguito alla scoperta del continente americano e alla conseguente prima colonizzazione, nel XVI secolo, gli europei cercarono di capire, prima di tutto, se la terra dove si stavano insediando fosse circumnavigabile.

 

Le spedizioni più importanti

Quali sono state le spedizioni più famose? E, soprattutto, chi ha scoperto il Passaggio a Nord Ovest?

 

La prima esplorazione: Giovanni Caboto

Giovanni Caboto, il grande navigatore veneziano, fu il primo europeo direttamente incaricato di esplorare l’area, nel 1497. Salpato da Bristol, in Inghilterra, approdò sulle coste canadesi con soli 18 uomini di equipaggio, pensando erroneamente di aver raggiunto le sponde asiatiche. L’esploratore italiano sbarca sull’isola di Capo Bretone il 24 giugno, prendendone possesso in nome del sovrano inglese.

Dopo circa tre mesi, il “Matthew” – l’imbarcazione della spedizione di Caboto – torna in Europa, con grande gioia della Corona e della popolazione. La scoperta del Canada tracciava infatti grandi possibilità di crescita per le esplorazioni britanniche a livello oceanico. L’anno seguente, nel 1498, viene finanziata una nuova spedizione per Caboto. Cinque navi e oltre 200 uomini vengono inviati nuovamente in Canada, per migliorare le conoscenze della regione e per l’esplorazione della costa. Oltre che per verificare la storia del Passaggio a Nord Ovest. La spedizione, tuttavia, non farà mai ritorno.

 

Le spedizioni del Cinquecento

Nel 1539 Hernan Cortés, il famigerato militare e condottiero spagnolo che sottomise l’impero azteco, incaricò Francisco de Ulloa di navigare lungo quella che è oggi la Baja California, alla ricerca dello Stretto di Anián, che si credeva fosse un passaggio marittimo particolarmente ravvicinato fra America e Asia. Nel 1523, invece, il monarca francese Francesco I aveva dato incarico a Giovanni da Verrazzano di esplorare le coste nordamericane conosciute, ovvero dalla Florida fino alle più remote coste di Terranova, ben più a Nord.

Durante la spedizione, Jaques Cartier riuscì a esplorare gran parte della costa di Terranova, entrando nel fiume San Lorenzo, il cui corso è lungo circa 1.200 km. La sua spedizione era composta da due navi e 61 uomini di equipaggio. Il San Lorenzo delimita la frontiera fra Canada e Stati Uniti per una prima parte, attraversando la regione dei Grandi Laghi, il Québec, l’Ontario e terminando nell’Atlantico.

Le esplorazioni nella regione proseguirono, e iniziarono a diventare più intense sul finire del secolo. Nel 1585 John Davis entra nello Stretto di Cumberland, presso l’Isola di Baffin, mentre nel 1609 è Henry Hudson a navigare lungo il fiume che oggi porta il suo nome (il celebre “Fiume Hudson”, che arriva a New York). Hudson riuscì anche a battezzare una baia nella regione artica canadese, spostando ancora più a Nord la serie di esplorazioni geografiche e commerciali della madrepatria britannica. La storia del Passaggio a Nord Ovest inizia a diventare leggendaria.

La mappa di Vaugondy-Diderot del Nord America del 1772

Bisognerà aspettare il 1789, però, per avere una spedizione più attrezzata per l’esplorazione delle regioni più remote e non ancora cartografate del continente americano. Il 30 luglio 1789 parte da Cadice la “Spedizione Malaspina”, con il compito di svolgere un programma di determinazioni magnetiche, ottenendo informazioni politiche ed economiche. E per cercare specificatamente il Passaggio. La spedizione, composta da due corvette, passa Capo Horn costeggiando il Nord Africa e poi la punta meridionale del Sudamerica, risalendo poi sulla costa pacifica del continente fino all’Alaska.

 

Erebus e Terror: la spedizione perduta di Franklin

Un’impresa eccezionale, considerando la tecnologia dell’epoca e la tremenda vita di bordo. Un secolo più tardi, nel 1845, una spedizione ben equipaggiata tenta di forzare il passaggio attraverso i ghiacci artici fra la Baia di Baffin e il Mare di Beaufort. L’impresa, composta dalle navi “Erebus” e “Terror“, era guidata da Sir John Franklin, ed è tornata recentemente alla ribalta grazie al ritrovamento della “Erebus” (nel 2014) e della “Terror” nel 2016 (Qui la puntata di “Passaggio a Nord Ovest” di Alberto Angela sul ritrovamento della Erebus).

Quando le due navi scompaiono vengono inviate delle missioni di soccorso, ma i relitti non verranno ritrovati per, appunto, quasi due secoli. Ma le spedizioni di ricerca esplorano l’artico canadese, producendo una carta nautica di un possibile passaggio. La spedizione di Franklin rimase probabilmente intrappolata fra i ghiacci, e non riuscì a disincagliarsi neanche durante l’estate successiva. I ricercatori e gli scienziati che hanno ritrovato i corpi e le imbarcazioni sono giunti alla conclusione che l’equipaggio morì probabilmente per… una gara al ribasso.

Nonostante fosse infatti ben equipaggiata di viveri e scorte, la spedizione morì probabilmente a causa del piombo rilasciato dai contenitori metallici contenenti le stesse derrate alimentari che avrebbero dovuto tenere in vita i 129 sudditi di Sua Maestà, soprattutto mentre – dopo aver abbandonato le navi – cercavano la salvezza percorrendo le 900 miglia che li avrebbero dovuti condurre in salvo a Fort Providence. 

Nel 1849 Robert McClure si mette in mare per attraversare lo Stretto di Bering con l’intenzione di navigare fino all’Atlantico. La sua nave era intrappolata nel ghiaccio non lontano dal raggiungere il Viscount Melville Sound e il probabile passaggio verso l’Atlantico. Alla fine, dopo aver trascorso tre inverni sul ghiaccio e morendo di fame, McClure e l’equipaggio furono salvati da una slitta da una delle navi di Sir Edward Belcher e trasportati in slitta al Sound. McClure e il suo equipaggio divennero i primi a sopravvivere a un viaggio attraverso il Passaggio a Nord Ovest.

 

Chi ha scoperto il Passaggio a Nord Ovest: la svolta di Amundsen

L’impresa diventa quindi uno dei miti assoluti delle esplorazioni, e il passaggio verrà conquistato solo nel 1906 dal norvegese Roald Amundsen, salpato su un peschereccio per la pesca delle aringhe di 47 tonnellate di stazza. La storia del Passaggio a Nord Ovest ha finalmente un vincitore. Alla fine del viaggio, Amundsen invierà un telegramma dalla città di Circle, in Alaska, annunciando il suo successo. Un traguardo fenomenale, considerando per quanto tempo si fosse cercata una strada marittima a queste latitudini.

Il viaggio, tuttavia, era durato 3 anni. La prima volta che si riuscì a completarlo in una sola stagione fu nel 1944, quando la St. Roch – uno schooner della Reale Polizia a Cavallo canadese – riuscì a stabilire il traguardo.

Da allora, si sono moltiplicate le spedizioni e i tentativi di rendere il Passaggio una rotta marittima commerciale più semplice. Navi commerciali e imbarcazioni militari tentarono per decenni di renderlo più praticabile e facile. Nel 1969 fu la volta della SS Manhattan, accompagnata dal rompighiaccio canadese CCGS John A. Macdonald e dalla CCGS Louis S. St-Laurent, supportati da altri due rompighiaccio statunitensi.

La Manhattan era una grande petroliera, appositamente rinforzata per resistere alla pressione dei ghiacci. Nonostante la nave riesca effettivamente a compiere il viaggio dall’inizio alla fine, la rotta non fu ritenuta praticabile in termine di costi e tempi, preferendo alla via marittima la costruzione del Trans-Alaska Pipeline System.

Svariate imbarcazioni da diporto riescono negli anni a compiere il tragitto in maniera sempre più rapida, finché nel 1984 la nave passeggeri MS Explorer –  che affonderà poi nel 2007 nell’Oceano Antartico – diventa la prima nave da crociera a compiere il Passaggio a Nord Ovest.

 

Il futuro della rotta canadese

Nel 2008, per la prima volta da secoli, il Passaggio a Nord Ovest si apre in maniera naturale, risultando completamente sgombro dalla presenza di ghiacci. Nell’autunno del 2013 la Nordic Orion, con i suoi 225 metri di lunghezza, è la prima grande nave a percorrere il Passaggio per scopi commerciali, lanciando effettivamente la rotta commerciale cercata per secoli.

Ad oggi il Passaggio a Nord Ovest rappresenta anche motivo di frizione fra gli Stati Uniti e il Canada, dal momento che Washington ritiene la rotta in acque internazionali, mentre il Canada la considera parte delle acque territoriali. La differenza non è così sottile, poiché la rotta dall’Europa all’Asia potrebbe risparmiare circa 4000 km attraverso il passaggio, rispetto alle attuali rotte che attraversano il Canale di Panama.

Leonardo Parigi

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Leonardo Parigi

Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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