La regione artica ha suscitato nel corso degli anni una limitata attenzione da parte delle amministrazioni statunitensi. Al contrario, la nuova strategia vuole sottolineare la rilevanza della regione artica e la sua rapida evoluzione nel contesto internazionale.
L’amministrazione Biden ha pubblicato il 7 ottobre la nuova strategia nazionale per la regione artica andando a rinnovare quella rilasciata dalla seconda amministrazione Obama nel 2013. La funzione della strategia è quella di dare delle linee guida per “guidare l’approccio del governo degli Stati Uniti nell’affrontare le sfide e le opportunità emergenti nell’Artico”. Il documento, rispetto all’ultima strategia, pone un accento più marcato sul ruolo del cambiamento climatico, prendendo in considerazione le conseguenze sugli equilibri geostrategici internazionali, l’impatto sulle comunità locali, ma anche le possibili opportunità economiche.
Al centro della strategia, che si sviluppa su 4 differenti “pilastri”, viene evidenziato in maniera generale come i cambiamenti ambientali dell’Artico e gli stravolgimenti politici a livello internazionale stiano modificando gli equilibri della regione. Cambiamento climatico e competizione strategica per un Artico sempre più accessibile, oltre che sempre più rilevante nel contesto internazionale, pongono in uno stato di maggiore insicurezza la regione polare. Situazione resa ancora più complessa a causa dell’invasione russa dell’Ucraina e il conseguente inasprimento nelle relazioni tra Federazione Russa e altri Stati artici.
Nella sua impostazione generale, la strategia ha un taglio totalmente nuovo rispetto a quella rilasciata nel 2013. Mentre nel vecchio documento i conflitti geopolitici erano solo parzialmente citati, la nuova strategia evidenzia subito come Russia e Cina rappresentino una minaccia allo status quo della regione e agli interessi statunitensi.
Altri due importanti fattori presi in considerazione riguardano le comunità dell’Alaska, che vengono in questo documento poste al centro delle tematiche economiche della regione, e l’attenzione verso lo sviluppo economico sostenibile attraverso il finanziamento di infrastrutture e progetti industriali.
Il primo pilastro si pone come obiettivo ridurre le minacce nei confronti degli Stati Uniti e dei suoi alleati, implementando le capacità per difendere gli interessi nazionali nell’Artico. A tale scopo, la strategia propone di potenziare le proprie capacità militari e civili nella regione per ridurre le minacce e anticipare, prevenire e rispondere in maniera efficace agli incidenti naturali di origine umana. Inoltre, il pilastro mira a migliorare la cooperazione con gli alleati e i partner artici.
Il primo degli obiettivi strategici all’interno del pilastro della sicurezza è il “miglioramento della comprensione dell’ambiente operativo artico”. A tale scopo, gli USA prevedono di investire nella modernizzazione della consapevolezza del dominio operativo per rilevare e tracciare potenziali minacce aeree e marittime e migliorare le capacità di rilevamento e osservazione.
Il secondo obiettivo mira a mantenere e, ove necessario, perfezionare e implementare la propria presenza militare nell’Artico. La chiave è continuare gli addestramenti, i dispiegamenti e le esercitazioni su base regolare sia con i propri partner ed alleati che in modo indipendente. Non mancano ingenti investimenti per migliorare le infrastrutture di sicurezza, ampliare la flotta delle rompighiaccio della Guardia Costiera statunitense e aumentare la resilienza delle infrastrutture critiche.
Infine, si mira a massimizzare la coesione con alleati e partner al fine di approfondire una comprensione delle sfide alla sicurezza artica e migliorare la capacità di rispondere a sfide e minacce alla sicurezza attraverso una maggiore condivisione delle informazioni. Infine, il documento evidenzia come verrà portata avanti una stretta collaborazione con lo Stato dell’Alaska e con le comunità rurali e native in attività quali esercitazioni combinate e addestramento sulle operazioni in condizioni di freddo.
Nel secondo pilastro della strategia l’amministrazione statunitense sottolinea come l’impatto del cambiamento climatico abbia effetti rilevanti su tutto l’ecosistema naturale e socio-politico della regione artica. La protezione ambientale e il cambiamento climatico sono contestualizzati all’interno della necessità di migliorare l’adattamento delle popolazioni che abitano i territori dell’Alaska supportando progetti che siano in grado di costruire resilienza climatica per queste comunità.
Viene poi posto l’accento in maniera più generale sulla necessità di ridurre e mitigare le emissioni di diossido di carbonio, metano e black carbon, insieme all’obiettivo di espandere la ricerca scientifica coinvolgendo le comunità locali in questa attività.
Il terzo pilastro si sviluppa intorno alla consapevolezza della drastica diminuzione dei ghiacci nella regione come drammatico effetto del cambiamento climatico. Pertanto il paese mira a sfruttare la conseguente maggiore accessibilità alla regione. Per raggiungere tale obiettivo gli Stati Uniti intendono sostenere investimenti economici di alto livello in linea con i principi della sostenibilità e la salvaguardia della regione artica. La strategia propone di avviare una stretta collaborazione con le popolazioni locali ed indigene al fine di non compromettere i delicati ecosistemi artici.
Uno dei fattori cruciali di questa sezione della strategia giace nell’idea di diversificare l’economia dell’Alaska, ancora strettamente dipendente dall’estrazione di idrocarburi. In aggiunta la strategia ambisce a migliorare l’accesso delle popolazioni locali ai servizi come sanità, istruzione, energia, alloggi, acqua e servizi igienici e sicurezza pubblica. Il documento ricorda infatti come 31 comunità indigene dell’Alaska vivano ancora senza acqua corrente potabile in casa.
Inoltre, all’interno dello sviluppo economico sostenibile gli USA sottolineano la necessità di lavorare per migliorare l’accesso all’energia con prezzi accessibili, sviluppando energia rinnovabile, l’immagazzinamento, la trasmissione e il trasporto.
Nell’ultima sezione, la strategia prende in considerazione il ruolo della cooperazione internazionale, in un Artico che risulta ormai nettamente diviso tra blocco NATO e Russia. Dal punto di vista statunitense, ad oggi, l’invasione russa dell’Ucraina ha di fatto reso impossibile la cooperazione tra i due Paesi.
Allo stesso tempo, viene però sottolineato come, “sotto certe condizioni”, un possibile dialogo potrebbe configurarsi nuovamente in futuro. Washington evidenzia anche l’obiettivo di mantenere solidi rapporti con gli altri Paesi nordici sostenendo il Consiglio Artico, di fatto in pausa dalla scorsa primavera, come il principale forum multilaterale tra paesi artici.
Secondo la strategia gli Stati Uniti continueranno a supportare gli esistenti strumenti di scambio e cooperazione nell’Artico (come l’Arctic Coast Guard Forum) e sostenere gli accordi internazionali a cui ha partecipato (come l’accordo per prevenire la pesca non regolamentata in alto mare nell’Oceano Artico centrale – CAO Fisheries Agreement).
Infine, viene menzionato come gli Stati Uniti sosterranno l’importanza della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) nonostante non siano un Paese firmatario dell’accordo.
La strategia si inserisce all’interno di una rinnovata attenzione verso l’Artico del governo statunitense. È importante infatti ricordare come nel corso del 2022 le iniziative dell’amministrazione Biden, per quanto riguarda il contesto artico, sono state innumerevoli. A partire dalla decisione di nominare un ambasciatore per la regione artica, ai nuovi progetti e fondi dedicati a rinforzare la flotta di rompighiaccio, fino all’istituzione di un ufficio al Dipartimento della Difesa per la “Strategia Artica e la Resilienza Globale”, Washington vuole dimostrare (soprattutto a Mosca) che gli Stati Uniti sono un paese artico e che hanno una voce importante all’interno delle questioni che riguardano la regione.
Oltre a rinnovare l’attenzione statunitense per l’Artico, la strategia, sottolineando l’invasione russa dell’Ucraina, mostra un Artico ormai diviso in due blocchi distinti. Da un lato i paesi NATO e/o Occidentali, e la Russia dall’altro. All’interno di un Artico sempre più militarizzato e caratterizzato da una competizione strategica crescente, Russia, e anche Cina, vengono considerati come i maggiori rivali degli Stati Uniti nella regione.
Il documento presenta quindi una regione in continua evoluzione principalmente a causa del cambiamento climatico che, con i suoi effetti negativi, la sta rendendo sempre più accessibile aumentando quindi il rischio di possibili tensioni. Ad ogni modo sarà esclusivamente il tempo a dirci quanto della strategia verrà effettivamente attuato e che direzione prenderà l’amministrazione statunitense nei prossimi mesi, soprattutto in relazione al dialogo, necessario, con la Russia.
Gianmaria Dall’Asta e Flavia Pace
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