La rompighiaccio nucleare russa 50 Let Pobedy ha riportato danni alla prua dopo una collisione con una nave cargo nel Mare di Kara. L’incidente non ha compromesso la sicurezza dei reattori.
La rompighiaccio nucleare russa 50 Let Pobedy (50 anni di vittoria) ha subito danni allo scafo a seguito di una collisione – presumibilmente, anche se la dinamica dell’incidente non è ancora stata pienamente chiarita – con la nave cargo Yamal Krechet nel Mare di Kara. L’incidente è avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 gennaio (anche se la notizia è stata resa nota alla stampa soltanto oltre due giorni dopo) mentre la rompighiaccio era impegnata nelle consuete operazioni di scorta attraverso i ghiacci della Rotta Marittima del Nord.
Varata nel 2007, la 50 Let Pobedy è una delle più grandi rompighiaccio a propulsione nucleare del mondo, progettata per garantire la navigabilità delle acque artiche in ogni stagione e, soprattutto, lungo le rotte commerciali che Mosca sta sviluppando come alternativa al traffico marittimo “tradizionale”.
Rosatomflot, l’ente governativo che gestisce la flotta di rompighiaccio nucleari russe, ha dichiarato che, nonostante i danni, l’imbarcazione mantiene la sua operatività e che la sicurezza dei reattori a bordo non è stata compromessa; questi, infatti, si trovano a poppa della nave, mentre lo scafo è stato squarciato all’altezza della prua.
Questo incidente segue di poche settimane l’affondamento della nave cargo russa Ursa Major nel Mar Mediterraneo. Il 23 dicembre scorso, l’Ursa Major ha registrato tre esplosioni sul lato di dritta, mentre navigava in acque internazionali tra Spagna e Algeria, che hanno causato l’affondamento dell’imbarcazione. Quattordici membri dell’equipaggio sono stati tratti in salvo e condotti in Spagna, mentre due risultano ancora dispersi. Il proprietario della nave, Oboronlogistika, affiliata al Ministero della Difesa russo, ha definito l’evento un “atto di terrorismo”.
Ma quello che è interessante da segnalare è il carico che trasportava la Ursa Major: due gru portuali da 380 tonnellate ciascuna, necessarie per l’ampliamento del terminal in Vladivostok dove si stanno realizzando le rompighiaccio di ultima generazione. La nave trasportava anche le imponenti coperture dei boccaporti da 45 tonnellate per le nuove navi rompighiaccio in costruzione.
Possiamo senz’altro definire questo periodo “sfortunato” per la logistica marittima polare russa.
Tommaso Bontempi
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