La tradizionale economia è ormai in profondo rosso, e la sensibilità pubblica è mutata.
Se l’orso polare è senza dubbio il simbolo faunistico del Polo Nord, la balena è il suo naturale contraltare marino. E anch’essa avrà presto una nuova protezione, visto che anche l’Islanda si prepara a dire addio alla sua caccia.
La data ultima per chiudere con il passato è il 2024. Nei prossimi due anni Reykjavík si impegna a cambiare direzione. Svandís Svavarsdóttir, ministra islandese per la Pesca, del partito dei Verdi, ha dichiarato che allo scadere dei regolamenti governativi, alla fine del 2023, le licenze alle compagnie non saranno più rinnovate.
«Ci sono ormai poche giustificazioni per autorizzare la caccia alle balene oltre il 2023», il tombale pensiero del governo islandese. L’economia è profondamente mutata, nel corso degli ultimi decenni, e anche la richiesta di balene per la sussistenza della popolazione non è calcolabile come punto a favore della caccia.
Da una parte, i conti. Le baleniere ancora in attività sono costrette a viaggiare a quote-limite, molto distanti dalle coste dell’isola di ghiaccio. Il governo islandese fa sapere che nel corso degli ultimi due anni è stato cacciato un solo esemplare, anche a causa delle restrizioni dovute al Covid.
Se Norvegia e Giappone restano gli ultimi due Paesi al mondo a consentire ancora la caccia ai cetacei, va considerato anche che la sensibilità pubblica è cambiata di pari passo con l’economia. Non esistendo una ragione di sussistenza, la caccia alle balene viene letta inevitabilmente come un massacro gratuito e contrario a tutti i parametri di sostenibilità e attenzione ambientale.
Un sondaggio interno del 2018 rilevava che il 34% degli islandesi intervistati è favorevole al commercio, il 34% è contrario e quasi un terzo (31%) non è né favorevole né contrario. Gli intervistati che vivono nelle zone rurali erano più favorevoli alla caccia alle balene (42%) rispetto a quelli nella grande area di Reykjavík (30%).
Negli ultimi anni altre attività legate alle balene hanno guadagnato popolarità. Con una quota di mercato del 18,3% nell’industria del turismo, il whale-watching sta diventando sempre più popolare in Islanda. I dati riportano un totale di 364.000 turisti che hanno partecipato a uno dei tanti tour di osservazione delle balene disponibili, nel solo 2019.
Leonardo Parigi
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