High North

L’Italia nell’Artico. L’Ambasciatore Nicoletti: “Roma partner importante per i Paesi del Grande Nord”

L’intervista all’Ambasciatore Stefano Nicoletti in occasione del suo saluto istituzionale per la partenza di High North24.

Quanto conta il Nord

L’Artico è cresciuto enormemente negli ultimi anni, in termini di importanza. Sia ambientale e climatica, con le nuove rilevazioni anche drammatiche, della comunità scientifica internazionale sull’impatto del cambiamento climatico nell’High North. Sia, ovviamente, per la contingenza geopolitica globale, che vede in questo momento uno stop importante alla cooperazione istituzionale con la Russia, anche in aree delicate come questa”. 

Stefano Nicoletti, Ambasciatore d’Italia in Norvegia e in Islanda, riassume con poche parole la particolare situazione dell’estremo Nord. Una regione polare che è sempre più al centro delle attenzioni mondiali. Prima di tutto per ciò che concerne la delicata situazione climatica, visto che il sistema Copernicus Climate Change Service ha stimato il mese di giugno come il dodicesimo mese consecutivo con una temperatura superiore agli 1,5 gradi centigradi, rispetto al periodo pre-industriale.

Che è il limite massimo elaborato dagli Accordi di Parigi per restare all’interno di una zona di manovra per poter limitare il cambiamento climatico, per quanto sia quasi certo che verrà presto superato. Da questa condizione ambientale e climatica, amplificata fino a quattro volte nel suo impatto dirompente rispetto alle latitudini più meridionali, derivano anche altre sfide, decisamente più contestuali. 

La cooperazione bloccata

“La creazione negli anni Novanta dell’Arctic Council fu salutata come una necessaria evoluzione dello scambio di dati e per una governance condivisa dell’Artico, che riuniva Paesi su posizioni diverse, ma che lavoravano congiuntamente sulla base del motto “High North, low tension”. Un unicum importante a livello mondiale, celebrato a più riprese proprio per la capacità di riassumere in un foro internazionale le differenti visioni, ad esempio, di Mosca e Washington”, continua Nicoletti durante la sua visita istituzionale e di saluto su nave Alliance, in partenza da Tromsø per la campagna High North24

“Ma quel momento è terminato. La cooperazione è un valore assoluto, e in questi luoghi significa anche la possibilità di mantenere un occhio vigile molto più allargato su ciò che sta cambiando nell’Artico. La nuova Presidenza norvegese dell’AC ha cercato di mantenere vivo l’organismo, anche se limitandolo al riavvio delle attività dei gruppi di lavoro a livello squisitamente tecnico e non istituzionale. Ma non è facile, e ci vorrà tempo.

© Osservatorio Artico

Intanto Mosca ha ventilato la possibilità di creare un ente parallelo insieme ad altri attori internazionali, e questo potrebbe rappresentare un grande vulnus. Non soltanto per ovvie ragioni politiche, ma anche perché la condivisione dei dati è fondamentale per mettere a sistema le tante esperienze delle varie ricerche scientifiche”.

La NATO nuovo protagonista dell’area

Nei mesi scorsi, Svezia e Finlandia hanno compiuto un passo cruciale per la sicurezza dell’Alleanza Atlantica, con il loro ingresso volontario deciso e approvato a maggioranza parlamentare a tempo di record. Una spiegazione plastica della delicatezza del momento storico, considerando che entrambe le nazioni si erano sempre tenute distanti dalla possibilità di entrare nella NATO.

“Ma questo allargamento dell’Alleanza a Nord è visto dalla Norvegia con grande favore”, prosegue l’Ambasciatore italiano a Oslo. “Anche perché, se prima i norvegesi erano gli unici ad amministrare un confine dell’Alleanza direttamente con la Russia nel profondo Nord, l’entrata di Svezia e Finlandia porta a quasi 2.000 chilometri la linea di confine con Mosca.

Stoccolma e Helsinki portano un grande valore nell’Alleanza, anche in termini di preparazione, risorse per la difesa e decisione. La loro presenza rafforzerà, anche nel settore della difesa, la già forte cooperazione fra Paesi scandinavi e postulerà un cambiamento del ruolo strategico della Norvegia in seno ai piani dell’Alleanza Atlantica”.   

Roma e il Nord

Intanto sono diversi i Paesi europei che hanno deciso di investire con più convinzione nell’Artico, sia per nuove missioni di ricerca, sia per unità di esplorazione e tecnologia. Con un’ovvia attenzione particolare al posizionamento internazionale. E l’Italia?

Roma è un alleato importante per la Norvegia e per le nazioni nordiche. High North24 è un fiore all’occhiello delle attività della nostra Marina Militare a queste latitudini ed una testimonianza palmare del fatto che l’Italia c’è in Artico, con concrete attività di ricerca a beneficio di tutti gli attori (i rilevamenti del fondo marino operati dalla nave Alliance vengono infatti condivisi con le Autorità norvegesi) e non solo con chiacchiere da convegno”. 

© Istituto Idrografico della Marina

“Alla prossima edizione dell’Arctic Circle Assembly di Rejkyavìk, a ottobre, sarà presente anche la Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, proprio per valorizzare le attività scientifiche della stazione artica Dirigibile Italia a Ny-Ålesund, nelle Isole Svalbard e quelle condotte da vari altri attori istituzionali italiani, quali l’Istituto Idrografico della nostra Marina. E le nostre attività nazionali in Artico cresceranno ancora, perché la connessione con il grande Nord rappresenta ormai un ponte stabile tra Roma e il Polo”. 

Leonardo Parigi

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Leonardo Parigi

Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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