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Il Canada si impegna a proteggere l’Artico

L'area sarà grande quasi quanto la Germania

Gli Inuit canadesi vivono in un deserto artico di pura bellezza naturale che ora è minacciata dai cambiamenti climatici. Il Primo Ministro canadese Justin Trudeau ha deciso di fare seguito alle sue parole degli scorsi mesi sulla protezione di queste zone trasformando l’area in una delle aree di conservazione più grandi del mondo.

L’iniziativa del governo canadese mira a costruire un’economia basata sulla conservazione ambientale e sociale, che sia anche in grado di dare più forza alle comunità locali. I programmi di gestione e monitoraggio ambientale e dei siti culturali potranno creare nuovi posti di lavoro, puntando quindi su un’economia basata su turismo e cultura. Trudeau afferma con questa mossa di aver superato gli obiettivi governativi di proteggere il 10% delle aree marine e costiere del Canada entro il 2020, raggiungendo il 14% del totale con un anno d’anticipo. L’area marina protetta di Tuvaijuittuq copre un’area così vasta da poter essere sovrapposta quasi all’intera Germania, stando alle analisi del WWF.

La nuova area protetta va a unirsi e integrarsi con la vicina Tallurutiup Imanga National Marine Conservation Area, in una porzione di pianeta che subisce a una velocità quasi doppia il riscaldamento globale. La preoccupazione maggiore riguarda lo scioglimento del permafrost, ovvero il terreno che è rimasto congelato per millenni, e che si sta sciogliendo.. come neve al sole. L’apertura del permafrost ci consegna a territori completamente sconosciuti, soprattutto in ambito scientifico. Questo perché molte cittadine in tutta la regione artica – dal Canada alla Russia – vedono letteralmente sbriciolarsi le loro fondamenta. E anche perché non si conoscono gli organismi che sono rimasti “in freezer” per migliaia di anni, e che potrebbero essere altamente nocivi per la flora, la fauna o per la stessa umanità.

I ricercatori canadesi prevedono che la maggior parte delle regioni marine artiche saranno prive di ghiaccio estivo entro il 2050. Una previsione che sarebbe devastante per l’ecosistema, ma che rischia di essere addirittura più rapida. Gli inuit utilizzano il ghiaccio come “mezzo” per il trasporto, gli spostamenti e la caccia. E gli animali dipendono da esso per il loro equilibrio generale. Lo scioglimento dei ghiacci, dunque, non mette solo a repentaglio il più vasto tema ambientale del pianeta, ma la stessa esistenza delle comunità locali.

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Leonardo Parigi
the authorLeonardo Parigi
Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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