Un annuncio così importante non poteva essere fatto se non in sede di un evento globale. Il World Economic Forum di Davos, 21-24 gennaio, è stato scelto per presentare alla stampa e a tutti i soggetti interessati la nuova fase di sviluppo di ICE911, la società californiana impegnata nelle soluzioni di geo-ingegneria a protezione dell’ambiente.
La geo-ingegneria è quella branca scientifica che mescola – per dirla in maniera semplice – gli ambiti dell’ingegneria con la geologia e le scienze dell’ambiente. Si tratta quindi di voler costruire sistemi fisici per risolvere problemi naturali, come l’innalzamento dei mari o lo scioglimento dei ghiacci alpini.
La comunità scientifica ha guardato sempre con grande scetticismo queste soluzioni, anche perché il pensiero di base è che la ricerca di soluzioni tecniche porterebbe a una de-responsabilizzazione delle persone nei confronti della protezione ambientale. «Ma infatti qui non parliamo di geo-ingegneria stretta ma di soluzioni climatiche. La nostra azione non ha la pretesa di essere la soluzione globale allo scioglimento dei ghiacci, ma vogliamo comunque contribuire con il nostro operato a un bene superiore», aveva affermato Leslie Field, a capo della struttura, nella nostra precedente intervista.
La soluzione proposta dalla società appare molto semplice: una farina bianca, soffice e galleggiante. Immaginate di spargerla su un lago ghiacciato, su una superficie ristretta che abbia necessità di una particolare protezione. Una farina di biossido di silicio (“silice”) composta da silicio e ossigeno, non tossica per gli animali o per gli umani.
A febbraio ICE911 inizierà il test sul ghiaccio marino utilizzando le “Sea-ice Environmental Facility” (SERF) dell’Università di Manitoba a Winnipeg, in Canada. I test forniranno dati di alta qualità sulle prestazioni della silice sul ghiaccio marino, all’interno di un sito sperimentale altamente monitorato. Questo è un passaggio estremamente importante per ICE911. Donazioni e una rete crescente di collegamenti con esperti sul tema consentono al team di intraprendere questi test, che seguono anni di prove sul lago di Barrow (o Utqiaġvik, per essere più precisi).
«Da questo lavoro quantificheremo ulteriormente l’effetto di miglioramento dell’albedo del nostro approccio in varie condizioni, oltre al suo effetto sulla conservazione del ghiaccio. Queste informazioni saranno fondamentali nelle nostre ulteriori collaborazioni con la comunità della modellistica climatica per prevedere gli impatti del nostro approccio nelle aree strategiche dell’Artico», ha affermato Leslie Field, fondatrice e CEO di Ice911 Research. «I continui test forniranno informazioni cruciali alle organizzazioni internazionali in modo che possano prendere decisioni imparziali su governance, autorizzazioni e finanziamenti. L’implementazione della nostra soluzione per il ripristino del ghiaccio è necessaria per aiutare a ridurre i rischi climatici in tutto il mondo, mentre le nazioni completano la transizione necessaria verso soluzioni sostenibili di energia e trasporto».
Il sito SERF è già dotato di un pacchetto di strumenti standard per i test scientifici e Ice911 Research porterà ulteriori apparecchiature personalizzate per misurare l’albedo (riflettività) nelle gamme spettrali visibili e infrarosse.
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