Norvegia

High North Dialogue 2023, Bodø si fa capitale dell’Artico

Missione a Nord del Circolo Polare Artico per Giulia Secci, che ha partecipato all’edizione 2023 di High North Dialogue. Ecco il reportage completo dell’evento.

Appuntamento a Bodø

Dal 18 al 21 aprile 2023 si è tenuta a Bodø la conferenza internazionale High North Dialogue, che dal 2007 si pone come piattaforma di dialogo tramite cui leader presenti e futuri si confrontano sulle opportunità di creazione di valore nelle regioni artiche.

Bodø, la seconda città più grande della Norvegia settentrionale, è designata capitale europea della cultura 2024 e, attraverso la Nord University, rappresenta un polo di attrazione per la ricerca circumpolare. Partendo dal tema “Business in the Arctic – Spaces of Opportunities”, in questa edizione sono state approfondite le opportunità nell’Artico legate alla politica, alle attività commerciali, all’istruzione, agli oceani e allo spazio esterno.

Quest’anno i partecipanti in presenza sono stati circa 600, a cui si sommano i 200 che hanno seguito la conferenza da remoto; il 60% aveva meno di 40 anni. Si tratta infatti della più grande conferenza a Nord del Circolo Polare Artico ad avere come target principale le giovani generazioni, registrando ogni anno la partecipazione di numerosi studenti e ricercatori da tutto il mondo.

Da quest’anno l’High North Centre for Business and Governance ha inaugurato l’High North Dialogue Academy, con l’obiettivo di offrire a giovani futuri leader con un particolare interesse per le società artiche un programma di visite, workshop e attività, oltre alla consueta partecipazione alla conferenza High North Dialogue.

Il viaggio

 Dopo aver concluso il Master di primo livello in “Sviluppo Sostenibile, Geopolitica delle Risorse e Studi Artici” presso la SIOI, a febbraio decisi di inviare la mia candidatura per la HND Academy 2023, che avrebbe avuto luogo a margine della conferenza nella settimana dal 17 al 21 aprile. Ai candidati si chiedeva di rispondere – non a caso – al seguente quesito: “Come pensi che sarà l’Artico nel 2050?”.

Qualche settimana dopo ricevetti l’esito: avevo superato la selezione. Cominciai quindi a prepararmi mentalmente a quello che sarebbe stato il mio primo viaggio oltre il 66° parallelo Nord. Ma anche all’esperienza che stavo per vivere, con la possibilità di entrare in contatto con alcuni dei professionisti, politici, studiosi e ricercatori di maggior rilievo nel campo delle relazioni internazionali e delle scienze polari. 

Raggiunta la capitale della contea di Nordland, mi sono unita agli altri partecipanti alla Academy: una ventina di studenti e professioniste provenienti dagli Stati artici e da quei Paesi che, come l’Italia, detengono lo status di osservatore presso il Consiglio Artico. Lunedì 17 aprile siamo stati accolti presso la Nord University dal Direttore dell’HNC, prof. Frode Mellemvik, dalla Segretaria Generale di HND, Benedikte K. Underland, e dalla responsabile del progetto Academy Maja W. Blomberg, con la dr.ssa Elena Z. Sæther e Alina Kovalenko.

Questione di metodo

Abbiamo quindi assistito ad un workshop condotto da Jan Dietz, docente e specialista esperto di previsioni e scenari presso l’HNC, che ci ha introdotto alla metodologia dello Scenario Planning – strumento strategico per prevedere e far fronte a cambiamenti ed incertezze futuri – affinché la applicassimo durante la settimana nello sviluppo di previsioni e scenari per l’Artico del 2050. Partendo da presupposti attualmente validi e noti, e considerando le tendenze sociali, tecniche, economiche, ambientali e politiche, la matrice che il mio gruppo di lavoro ha generato è la seguente:

 Abbiamo poi considerato alcuni possibili eventi a bassa probabilità ma dai grandi effetti destabilizzanti (teoria del cigno nero o delle “wild cards”): innalzamento estremo del livello del mare e carenza di acqua potabile; intelligenza artificiale fuori controllo; scioglimento del permafrost e rilascio di gas metano tale da rendere l’ambiente artico inabitabile.

Circa 20 scenari sono stati presentati come evento conclusivo della Academy venerdì 21 aprile, davanti ad un gruppo di esperti: i professori e ricercatori M. Byers, C. Wood-Donnelly, G. Hønneland, E. Zhurova Sæther e J. Olsen. 

Martedì 18, dopo una visita al Salmon Center, ci siamo recati presso la sede comunale di Bodø per incontrare la sindaca Ida Pinnerød, che ha sottolineato l’importanza del ruolo che i sindaci ricoprono nel portare avanti la collaborazione a livello locale e transnazionale, soprattutto nella regione del Mare di Barents.

La designazione come capitale europea della cultura 2024 è un importante traguardo per la città, ma è anche un punto di partenza per la promozione di importanti  progetti, come il trasferimento dell’aeroporto per permettere l’espansione del nucleo cittadino. La sua prospettiva per il 2050 vede ancora l’Artico, dall’Eurasia al Nord America, come un’area di cooperazione pacifica, preparata ad adattarsi al cambiamento climatico e in grado di attrarre e far restare le giovani generazioni. Dopo un mandato di 8 anni, Pinnerød non si ricandiderà perché ritiene sano e necessario che si verifichi un ricambio ai vertici e nelle posizioni di potere.

La presenza italiana

Molti gli eventi che si sono svolti a margine della conferenza principale, come la tavola rotonda organizzata da InnNord, progetto di ricerca che indaga le possibilità di attrazione del mercato del lavoro nelle regioni più settentrionali. Presenti anche SIOI e Ministero degli Affari Esteri con la tavola tematica “The High North Seen from a Southern Perspective”.

A ricordare l’ultracentenaria presenza dell’Italia nell’Artico e la proficua collaborazione con la Norvegia, la  dr.ssa A. Caruso, il Min. Plen. C. Robustelli e il prof. A. Pigoli, in dialogo con il prof. B. Michalsen e il dr. A. Raspotnik.

Probabilmente il format più curioso e affascinante è stato quello del Pubinar: un seminario presso un pub cittadino in cui A.  Østhagen, B. Steinveg, I. Medby e M. Byers hanno offerto al pubblico una brillante conversazione sulla stato della geopolitica artica dopo il 2022, tentando anche di rispondere alla domanda: “E se il Consiglio Artico non esistesse?”. 

La visione della Norvegia

High North Dialogue è iniziata ufficialmente mercoledì 19 aprile, anticipata per noi partecipanti della HND Academy da un breve incontro con il Primo Ministro norvegese Jonas Gahr Støre. Dopo i saluti della rettrice della Nord University, H. S. Hansen, e del direttore dell’HNC, F. Mellemvik, il discorso di apertura del Primo Ministro ha inaugurato il panel “Spaces of Opportunities in Politics”.

Leadership significa avere ambizione, commenta Støre, e quella del governo norvegese è concentrarsi sullo sviluppo sostenibile degli oceani e ispirare le altre politiche artiche. La Norvegia, continua, condanna la guerra contro l’Ucraina da parte del governo russo, le cui azioni stanno ponendo a rischio la cooperazione scientifica e internazionale nell’Artico. Da decenni arena di dialogo pacifico, l’Estremo Nord del mondo è sempre più interessato da tensioni e questioni legate alla sicurezza.

Il Consiglio Euro-Artico di Barents, organismo ufficiale per la cooperazione intergovernativa nella regione, è la piattaforma attraverso cui creare ponti di dialogo. Il conflitto non può ostacolare gli sforzi volti a mantenere l’agenda artica viva e dinamica, conclude Støre. Dopo la Russia, la Norvegia si prepara ad assumere il turno di presidenza del Consiglio Artico l’11 maggio 2023.

Il panel ha visto poi alternarsi giornalisti, ministri, giovani ambientalisti e membri del Consiglio di Governo del Parlamento Sámi, come M. K. Jåma, che ha sottolineato la necessità di decolonizzare la cosiddetta “transizione verde” e ha espresso preoccupazione per le popolazioni Sámi di Russia che rischiano di essere messe a tacere. Da Mosca, la giornalista G. Holm ha testimoniato il timore e la refrattarietà della gente locale ad avere contatti con i giornalisti, per evitare il rischio di essere dichiarati “agenti stranieri”.

Cooperazione ed energia

Altrettanto vari i temi emersi dalle tavole di discussione sulle opportunità commerciali e nel settore dell’istruzione. T. Sweeney menziona la collaborazione transfrontaliera, utile e auspicabile al fine di fronteggiare eventuali deficit energetici. Ma è anche necessario che l’economia artica sia capace di adattarsi e creare valore dalle sue risorse, quali la pesca sostenibile, il gas e l’agricoltura verticale, cita M. Q. Frederiksen. Per S. Zong, studentessa cinese della Nord University, le possibilità più promettenti nella Norvegia artica sono legate al settore dell’energia e delle città intelligenti.

Un ulteriore contributo sulla prospettiva cinese verso il potenziale attrattivo delle regioni artiche è quello di W. Le, vicedirettrice della East China Normal University, che ha ricordato come i cambiamenti a livello globale hanno portato il governo cinese a guardare a nord e pubblicare la propria Arctic Policy

Innovazione e progresso tecnologico sono stati al centro delle tavole tematiche dedicate alle opportunità nelle industrie marittima e spaziale. Due settori estremamente interconnessi: l’impiego di immagini satellitari ad alta risoluzione e ad alta frequenza migliora le condizioni di navigazione e pesca, così come le operazioni di ricerca e soccorso e gli impatti del cambiamento climatico sulle rotte artiche.

In quest’ottica, il premio High North Young Entrepreneur è stato assegnato a J. B. Sørensen per il progetto Eagle AI, che sviluppa un software utilizzando i dati satellitari per mappare e prevedere dove trovare le riserve ittiche alle migliori condizioni. 

Il futuro del Consiglio Artico

Gli ambasciatori degli Stati artici in Norvegia hanno offerto le loro prospettive sul futuro del Consiglio Artico, sulla politica di sicurezza nella regione, e sull’impegno verso una transizione ecologica di successo. Opinione condivisa è che un Consiglio Artico a 7 non è nell’interesse di nessuno.

Importanti anche i momenti di dialogo informale e networking ai margini della conferenza, durante i quali ho avuto occasione di scambiare riflessioni e vedute con studenti e professionisti, tra cui la prof.ssa Diane Hirshberg, direttrice dell’Istituto di Scienze Economiche e Sociali dell’Università dell’Alaska, la quale avrebbe poi ricevuto il premio High North Hero, che onora chi ha contribuito allo sviluppo dell’Estremo Nord.

Importante anche il confronto con Anders Oskal, Segretario Generale dell’Associazione Mondiale dei Pastori di Renne. La giornalista Lise Fagerbakk, della Nord University, ha voluto invece approfondire la prospettiva italiana e cogliere le motivazioni che hanno portato me e M. Macelloni – anch’essa studentessa del Master SIOI e partecipante della HND Academy – a interessarci di affari artici. 

Lo spazio esterno

Il prof. M. Byers, il quale 10 anni fa si (ci) interrogava su chi possedesse l’Artico, oggi pone un ulteriore quesito: chi possiede lo spazio esterno? Esso è individuato come terza dimensione dell’Artico, insieme al fondale oceanico e alla colonna d’acqua. Byers ricorda come la Convenzione Internazionale sulla Ricerca ed il Salvataggio Marittimo si basi su un sistema satellitare, e sia frutto della collaborazione internazionale.

Infine, la prof.ssa C. Wood-Donnelly ha presentato JUSTNORTH, un progetto finanziato dall’Unione Europea che, attraverso 17 casi studio e 30 workshop e focus group, valuta la fattibilità di uno sviluppo economico giusto, etico e sostenibile nell’Artico. Attraverso policy briefs ed economic briefs, JUSTNORTH individua le aree problematiche al fine di richiedere raccomandazioni alle parti interessate, ossia chiunque sia colpito dal cambiamento climatico.

Osservatorio Artico è stato invitato alla riunione delle parti interessate di JUSTNORTH, di cui Donnelly è coordinatrice scientifica, durante la Settimana della Scienza di Madrid a novembre 2022.

Il confronto e il dialogo a più livelli e dal respiro internazionale sono stati il valore aggiunto dell’esperienza che ho vissuto a Bodø grazie all’High North Dialogue Academy. La collaborazione tra Italia e Norvegia, tra SIOI e Nord University, è poi testimoniata ulteriormente dall’evento “Arctic Connections”, a cui ho avuto il piacere di partecipare nel 2022 e che verrà riproposto come di consueto a Roma nell’autunno 2023. Il prossimo appuntamento a Bodø invece sarà in occasione dell’Arctic Congress 2024 (29 maggio – 2 giugno). 

Giulia Secci

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Giulia Secci

Giulia Secci ha completato il Master in Sviluppo Sostenibile, Geopolitica delle Risorse e Studi Artici della SIOI. È intervenuta come relatrice nel Diploma di Studi Polari dell'Università Complutense di Madrid. Nella sua sua tesi magistrale ha analizzato la politica artica della Repubblica Popolare Cinese.

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