Il riconoscimento delle Nazioni Unite sottolinea l’importanza della missione guidata dalla Marina Militare italiana, un nuovo traguardo per la High North.
Una nuova spedizione, un nuovo (grande) risultato. HIGH NORTH21 ha continuato la sua esplorazione nell’Oceano Artico e lo scorso 10 Luglio si è conclusa con il ritorno di Nave Alliance nel porto di Tromsø, in Norvegia. La quinta campagna consecutiva in Artico ha rappresentato ancora una volta il forte slancio scientifico italiano e la grande attenzione della Marina Militare, con l’Istituto Idrografico nei confronti di un territorio enorme, poco mappato e sempre più al centro degli interessi globali.
Il secondo triennio del programma HIGH NORTH con missioni (2020-2022) ha visto compiersi un’azione sinergica anche per quanto riguarda la formazione di giovane personale a bordo, nell’ambito dell’Ocean Generation delle UN Ocean Science Decade for Sustainable Development, 2021-2030. Erano infatti sei i giovani imbarcati su Alliance, ormai nave storica della missione, questa volta comandata dal Capitano di Fregata Nicola Pizzeghello.
L’Istituto Idrografico della Marina, coordinatore del programma e promotore della missione di ricerca ha inoltre visto riconosciuti i suoi sforzi con l’inserimento di HIGH NORTH tra le azioni del programma delle Nazioni Unite, lo scorso 8 Giugno in occasione del “World Oceans Day”.
Decisione che premia così il lavoro di team capitanato dalla Prof.sa Roberta Ivaldi (Coordinatrice Scientifica del programma HIGH NORTH) e del C.F. Maurizio Demarte, Comandante della spedizione. «La conoscenza degli oceani è ancora molto limitata, considerando che solo meno del 20% dei fondali oceanici è stato mappato con le moderne tecnologie», sottolinea Ivaldi, docente di Geologia marina all’IIM.
«Su vaste aree dell’Oceano Artico sono inoltre molto scarse le conoscenze dell’ambiente e delle sue dinamiche e conseguentemente c’è tanto da esplorare e conoscere dei fondali, degli ecosistemi e dei processi che li regolano». Il programma della Marina Militare HIGH NORTH è stato riconosciuto dalle Nazioni Unite come Action 35 dell’Ocean Decade, il che contribuirà a raggiungere i risultati attesi per il decennio del mare nella visione“The Science we need for the Ocean we want”.
L’azione mira a mobilitare la comunità scientifica, l’opinione pubblica e gli attori privati per un programma globale di azione a cui tutti possono dare il proprio contributo a supporto della salvaguardia degli oceani ove ricerca e tecnologia sono strumento fondamentale. Un cambio di scenario che punta a un futuro sostenibile, con una prospettiva decennale su cui lavorare. «Una visione così ampia e un network di questo livello e questa ampiezza ci consente di guardare al futuro con una mappa ideale larga ed estremamente interessante», sottolinea Demarte.
Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2021 – 2030 la “Decade of Ocean Science for Sustainable Development” (Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile). Questa iniziativa punta a mobilitare la comunità scientifica, i governi, il settore privato e la società civile intorno a un programma comune di ricerca e di innovazione tecnologica.
Le attività scientifiche svolte durante l’ultima missione – che ha visto protagonisti Alliance e il suo equipaggio nelle acque artiche fra le Isole Svalbard e la Groenlandia – si sono concretizzate con la realizzazione di un 3D mapping dal satellite al sottofondo (mappatura tridimensionale, multidisciplinare e integrata), con un totale di 8510 km2 nel settore più profondo dell’Oceano Artico, il Molloy Hole, nello stretto di Fram e al ciglio dei ghiacci della banchisa artica, a nord delle isole Svalbard.
La continuità nel tempo delle misure e monitoraggio ambientale, porterà la mappatura tridimensionale al 4D mapping, indispensabile per poter sviluppare modelli previsionali delle dinamiche ambientali e del climate change. L’innovazione tecnologica è parte del programma HIGH NORTH e anche quest’anno ha svolto un ruolo importante nella missione integrandosi nello sviluppo di strumenti per conoscere l’Oceano e contribuire allo sviluppo di ARNACOSKY (Arctic Navigation with COsmo SKYmed), progetto congiunto tra IIM ed e-Geos) rendendo ancora più fondamentale il focus sulla formazione.
«Siamo orgogliosi di poter seguire e avere sempre con noi a bordo giovani che vogliono fare di questo mondo il proprio futuro. Oltre ai risultati scientifici, questa è la nostra più importante medaglia», continua Ivaldi. La spedizione HIGH NORTH21 ha sentito molto forte questo riconoscimento come parte di una “Action” globale per la Decade dell’Oceano da parte dell’IOC UNESCO e ha condotto le attività con un più forte supporto e maggiore spinta di fronte alla comunità internazionale per l’impegno assunto.
HIGH NORTH21 è iniziata a Tromsø (Norvegia) lo scorso 10 giugno ed è terminata sempre a Tromsø dopo 30 giorni di attività nelle acque dell’Oceano Artico, il 10 luglio. Per il quinto anno consecutivo un team scientifico costituito da 20 ricercatori provenienti da IIM, CMRE (Centre for Maritime Research Environment) e JRC UE (Joint Research Center), e diretto dall’Istituto Idrografico della Marina (IIM), sotto la guida della Prof. Roberta Ivaldi (Scientist in Charge) e il Comandante Maurizio Demarte (Program Manager) è andato a mappare, campionare e studiare l’Artico fondato sulle 3 E (Exploration, Environment, Education – formazione, sperimentazione ed esplorazione) secondo un piano di azione coordinato di collaborazione e cooperazione (le 3 C Collaboration, Coordination, Cooperation).
I partner coinvolti nel programma pluriennale di ricerca in Artico della Marina Militare HIGH NORTH oltre al CMRE e il JRC- UE sono i principali enti di ricerca nazionali (CNR, ENEA, INGV e OGS) con altre realtà della ricerca nazionali e internazionali quali l’Università di Tromsø, Sorbonne e Siviglia, la IAEA e l’FFI (Norwegian Defence Reasearch Establishment).
Leonardo Parigi
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