Affari Militari

La guerra raggiunge l’Artico

Il conflitto fra Russia e Ucraina si allarga alla penisola di Kola, dove la Federazione custodisce importantissime basi militari.

Droni ucraini su Olenya

La guerra tra Russia e Ucraina, iniziata con l’invasione russa nel febbraio 2022, ha ormai definitivamente esteso le sue conseguenze fino all’Artico. L’Ucraina ha ripetutamente colpito, a partire da luglio e fino alle scorse settimane, la base aerea di Olenya, nei pressi di Murmansk, dove l’aeronautica russa custodisce i propri bombardieri strategici. Proprio da qui, infatti, decollano i temibili TU-95MS, bombardieri di fabbricazione sovietica ancora in servizio presso l’Aeronautica russa, che seminano morte e distruzione sul suolo ucraino.

I droni ucraini hanno raggiunto una delle basi più importanti e strategiche per la Russia, situata a circa 1800km a nord dell’Ucraina, dimostrando di avere le capacità per colpire il nemico in profondità. Una minaccia concreta che ha toccato una regione, l’Oblast’ di Murmansk, lontana dal fronte ucraino e sede, oltre che della base aerea di Olenya, della Flotta del Nord, stanziata proprio nell’omonimo capoluogo e importante porto affacciato sul mare di Barents.

L’Admiral Kuznecov è l’unica portaerei russa operativa.

Gli attacchi con droni ucraini nella penisola di Kola e il crescente ruolo della base aerea di Olenya nei bombardamenti strategici contro l’Ucraina dimostrano come il conflitto si sia allargato ben oltre i confini originari. Del resto non è un mistero che la penisola di Kola, situata nell’estremo nord della Russia, ha assunto un ruolo sempre più strategico, sia come base per operazioni militari di lunga proiezione che come simbolo della crescente militarizzazione russa nell’Artico.

La guerra torna nell’Artico

I recenti attacchi ucraini segnano un punto di svolta per la regione artica. Fino a questo momento, la Russia aveva disposto i propri velivoli nella remota base settentrionale proprio per proteggersi dagli attacchi ucraini che colpivano basi più prossime al fronte del conflitto. Tuttavia, con l’evolversi dello scontro, l’Ucraina ha dimostrato la capacità di condurre attacchi a lungo raggio, raggiungendo anche basi militari strategiche nel nord della Russia.

A settembre 2024, l’intensità degli attacchi ucraini è aumentata, con almeno due incursioni confermate da testimoni locali, che hanno riportato esplosioni nelle vicinanze della base. Questi attacchi si sono verificati proprio mentre la Russia stava conducendo un’importante esercitazione militare nell’Artico, denominata “Ocean-2024“, che ha coinvolto oltre 400 navi e 120 aerei. La concomitanza degli attacchi con queste manovre ha messo in evidenza le vulnerabilità delle difese russe, uno smacco per le forze armate impegnate a dimostrare la loro potenza durante le esercitazioni strategiche.

L’ammiraglio Aleksandr Moiseev è comandante della Marina russa. Questa foto è di una visita a Kirkenes, Norvegia, nel 2019, quando era a capo della Flotta del Nord. Foto: Atle Staalesen

Va segnalato poi che durante l’esercitazione citata, un bombardiere russo e l’incrociatore Marshal Ustinov hanno lanciato missili nel Mare di Barents, mentre due complessi Bastion-P hanno lanciato missili supersonici dalla penisola di Rybachiy. Il sito di lancio della penisola di Rybachiy si trova a circa 77 km dal confine con la Norvegia, vicino ai radar GLOBUS di importanza strategica a Vardø, che sono fondamentali per le operazioni di intelligence statunitensi-norvegesi, monitorando lo spazio aereo artico. Una prossimità ai confini della NATO molto pericolosa, considerando l’importanza sempre più crescente che la Russia sta dedicando a questa regione settentrionale.

La militarizzazione della penisola di Kola

La penisola di Kola è un pilastro strategico per la Russia. Non a caso è stata definita la “santabarbara della Federazione russa” dagli amici di Osservatorio Russia in un dettagliato articolo che consigliamo vivamente a chi vuole approfondire. La regione ospita la Flotta del Nord, con sottomarini nucleari e potenti sistemi difensivi come l’S-400, oltre a infrastrutture avanzate per la guerra elettronica e la difesa aerea.

L’S-400 è un sistema d’arma antiaereo a lungo raggio di nuova generazione e fabbricazione russa.

Negli ultimi anni, la penisola di Kola è stata oggetto di un continuo processo di militarizzazione. La Russia ha infatti investito ingenti risorse per modernizzare le sue basi militari nell’Artico. La base aerea di Severomorsk-1, ad esempio, è stata sottoposta a importanti lavori di ammodernamento dal 2012. Sebbene la base non sia ancora pienamente operativa, la modernizzazione della pista e la costruzione di nuove infrastrutture espanderanno la portata delle operazioni della Flotta del Nord nel Mare di Barents e oltre.

Oltre alle basi aeree, la Russia ha anche ampliato le sue capacità radar nella regione. Il sistema radar Rezonans-N, installato vicino al confine con la Norvegia, offre capacità di rilevamento a lungo raggio. Questo sistema fornisce alla Russia un vantaggio nella sorveglianza dello spazio aereo artico e potrebbe essere utilizzato per proteggere la Northern Sea Route e altre infrastrutture critiche.

Le implicazioni per la sicurezza globale

Come sottolineato da Thomas Nilsen sul Barents Observer, quello che stiamo osservando nella penisola di Kola non è solo un’altra fase del conflitto russo-ucraino: è la guerra che ritorna nell’Artico, un’area che per decenni è stata vista come una zona di pace e cooperazione. L’epoca del “High North, Low Tensions”, promossa con tanta ingenuità dalle nazioni nordiche e dall’Occidente, è ormai un lontano ricordo.

Il fatto che l’Artico, dopo decenni di relativa calma, sia diventato nuovamente teatro di conflitti militari, è emblematico della portata globale della guerra attuale. L’attacco a Olenya non è solo un colpo all’orgoglio militare russo, ma rappresenta anche una minaccia alla sicurezza mondiale. 

La vicinanza di depositi nucleari, infatti, aggiunge un elemento di rischio inquietante, per non dire apocalittico. Uno spettro che non andrebbe mai agitato, ma al quale viene inevitabilmente da pensare ora che le esplosioni si fanno sentire oltre il Circolo Polare. La sicurezza globale, insomma, è sempre più legata all’Artico.

Enrico Peschiera

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Enrico Peschiera

Genovese e genoano, sono laureato in Relazioni Internazionali all'Università di Maastricht. Oggi mi occupo di comunicazione aziendale e scrivo di geopolitica, logistica e portualità.

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Enrico Peschiera

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