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Gli Stati Uniti aprono un Consolato a Nuuk

Approvata dalla Danimarca l'apertura della nuova sede diplomatica in Groenlandia

Il Ministero degli Esteri danese ha approvato la richiesta statunitense di aprire una sede diplomatica permanente in Groenlandia, e più precisamente nella capitale Nuuk. Il magazine Sermitsiaq riporta che la richiesta americana è stata accettata dopo una consultazione con i funzionari groenlandesi.

La Groenlandia è uno Stato semi-autonomo, all’interno del Regno di Danimarca. Nonostante le ampie libertà di Nuuk, alcuni temi – fra cui la sicurezza, la Difesa e la politica estera – restano prerogative della Danimarca. È quindi Copenhagen a poter dare il via libera a una nuova sede diplomatica permanente.

Gli Stati Uniti avevano già un Consolato a Nuuk, tra il 1940 e il 1953. E la Groenlandia si rivela giorno dopo giorno sempre più cruciale per la strategia di Washington per l’Artico. Dopo la dichiarazione shock della scorsa estate da parte di Donald Trump sulla possibilità di “acquistare” l’isola più grande del mondo (prontamente respinta al mittente da parte del governo danese), gli Stati Uniti portano dunque avanti una linea più morbida, basata sulla presenza in loco. La proposta statunitense era stata presentata lo scorso maggio.

La nuova sede diplomatica americana dovrebbe essere composta da due diplomatici e cinque civili locali, con la possibilità di espandere il personale nel corso del tempo. Jeppe Kofod, Ministro degli Esteri danese, ha affermato che consentire agli Stati Uniti di poter aprire il nuovo Consolato potrebbe aiutare la stessa Groenlandia per un possibile sviluppo.

Thule Air Base, Greenland (JoAnne Castagna/U.S. Army)

Gli Stati Uniti sono presenti in Groenlandia grazie alla base aerea di Thule, l’installazione militare più a Nord di Washington. Situata a circa 750 miglia a Nord del Circolo Polare Artico, la base di Thule ospita la rete globale in grado di fornire avvisi in real-time sull’eventuale lancio di missili balistici, oltre a una precisa sorveglianza dello spazio aereo statunitense. Thule vanta una pista di atterraggio con oltre 3.000 voli militari e internazionali ogni anno, un porto in acque profonde e un personale di circa 600 unità, di cui circa 150 militari statunitensi.

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Leonardo Parigi
the authorLeonardo Parigi
Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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