Una chiacchierata autunnale insieme a Giovanni De Zan, alla scoperta di Ålesund e della Norvegia.
A spasso per Ålesund
“Mi sono trasferito ad Ålesund, in Norvegia, nel marzo 2018 per motivi di lavoro. In quel periodo lavoravo in Italia per una grossa società nel settore dello “ship-building”, e ho avuto l’opportunità di fare un’esperienza all’estero, precisamente in Norvegia”, racconta Giovanni De Zan, in questa larga chiacchierata su lavoro, turismo, cultura e letteratura.
Come descrivi la città di Ålesund?
“È una città molto piccola adagiata sui fiordi norvegesi, un paese da fiaba caratterizzato da un insieme di isolette e da case costruite sopra esse, circondata da montagne e da fiordi. Un paradiso naturale, ma difficile da raggiungere. La definirei piccola ma idilliaca. Le differenze tra Italia e Norvegia, a livello sociale, sono abbastanza marcate. Sono due culture e modi di vivere agli antipodi.
La giornata tipo norvegese e quella italiana sono differenti: sia per gli orari lavorativi sia per le necessità. Il pranzo in Norvegia è alle 11.30, e alle 16.00 l’orario di lavoro finisce. I genitori vanno a prendere i figli all’asilo, mentre qui in Italia la giornata lavorativa è diversa. Anche i rapporti sociali sono diversi: il popolo norvegese è introverso e la comunicazione tra le persone è spesso ridotta all’essenziale. I rapporti e le amicizie sono più difficili da costruire e coltivare rispetto all’Italia”.
Quali zone della Norvegia hai visitato?
Ho esplorato tutta la Norvegia partendo da Ålesund. Dalle Lofoten a Oslo, e di fatto la Norvegia può essere divisa in due categorie a cui corrispondono anche due tipologie di viaggio: le città (Oslo, Bergen e Trondheim) e il resto del Paese. Le città assomigliano come modo di vivere a quelle del resto d’Europa, mentre il resto della nazione – ovvero i fiordi, le montagne e i villaggi dispersi lungo la costa – sono il vero segreto della Norvegia da scoprire“.
La scelta di scrivere un libro
“Ho scelto di scrivere un libro per raccontare la mia esperienza, e condividerla con chi ha voglia di esplorare questo Paese. Si è trattato di raccontare come mi sono trovato in Norvegia, dare dei suggerimenti sui luoghi da vedere, di raccontarla dal punto di vista dei norvegesi e di raccogliere le storie più interessanti che mi hanno raccontato i locali, al fine di trasferire la mia esperienza ai lettori. Mi ha sorpreso il loro modo di vivere basato sulla fiducia (tillit in norvegese). Ad esempio, lasciano le porte di casa sempre aperte, mentre da noi è impensabile. Una volta ho chiesto a una ragazza che era stata in vacanza alle Lofoten nella hytta di famiglia, il perché di questo comportamento. E lei mi disse che la sua casa di montagna aveva sempre la porta aperta nel caso qualche avventuriero avesse avuto bisogno o necessità di usarla per ripararsi.
Dove si vive la “Norvegia autentica”?
Si vede e si vive nei villaggi. Per raggiungerli serve molto tempo. Li è autentica perché il modo di vivere e i ritmi sono completamenti diversi, rallentati. La natura stessa è incontaminata e intatta. La Norvegia autentica va scoperta prendendo una macchina e percorrendo senza meta le varie strade, andando alla ricerca di posti nascosti e scoprendo storie e curiosità lungo la strada, lasciandosi rapire dai paesaggi attraversati.
I pub sono i luoghi più spontanei per fare degli incontri. I norvegesi per incontrarsi tra di loro devono avere un evento organizzato, non accade quasi mai spontaneamente. Nello specifico, i pub del porto sono i pochissimi luoghi dove le persone vanno apposta per incontrarsi e dove c’è voglia di socialità. Nei porti, davanti a una bella birra, ti raccontano delle loro esperienze, delle giornate di pesca, di dove andare a trovare l’aragosta più grande, di esperienze a bordo delle navi, delle giornate in mare”.
Che consiglio daresti a una persona che vuole compiere la tua stessa scelta?
“Di lanciarsi e di provare ad andare. Per trasferirsi in Norvegia occorre essere un minimo preparati, nel senso che rispetto ad altri Paesi è meglio imparare un pò di norvegese prima di partire. L’inglese è necessario ma occorre anche un po’ di lingua locale per trovare lavoro. Non bisogna aver paura, perché alla fine i norvegesi sono un popolo aperto che cerca di aiutarti quando è possibile”.
Ora che sei tornato in Italia, sei riuscito a definire chi è un Norvegese?
Ho conosciuto norvegesi freddi, chiusi e introversi, e ho conosciuto norvegesi “pazzi”, aperti e con voglia di fare sempre festa. È difficile definire il norvegese tipico, e non è corretto generalizzare in stereotipi. Mediamente sono persone rispettose, silenziose che tengono al rispetto delle regole e del vivere comune. Ci sono tuttavia delle eccezioni. Molti, quando li incominci a conoscere, si aprono, diventano allegri, e ti mettono a disposizione tutto ciò che hanno.
Andrea Delvescovo
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